di Marco Cedolin
Fonte: Il corrosivo
Il governo Conte, essendo composto da due partiti certo non rivoluzionari che hanno raccolto un grande consenso popolare e proprio in virtù di questo governano, senza dubbio alcuno non farà uscire l’Italia dalla UE e dall’euro, non darà al Paese una moneta sovrana, non chiuderà i ponti con la NATO e non si farà portatore di una rivoluzione epocale. Per raggiungere questi obiettivi gli italiani avrebbero dovuto votare i partiti che li proponevano, ed esistevano sia in questa che nelle passate tornate elettorali, ma sono rimasti al palo con percentuali nell’ordine dello zero virgola, dimostrando inequivocabilmente come la “rivoluzione” almeno in questo momento non sia nelle corde del popolo che in tutta evidenza la considera un salto nel buio.
Nonostante ciò il governo Conte, per la prima volta dalla cacciata di Craxi, sta dimostrando di occuparsi dei problemi degli italiani, anziché delle banche, dello spread, dei mercati, di quello che ci chiede l’Europa e tutte le altre amenità che hanno caratterizzato il pensiero unico di tutti gli esecutivi precedenti….
Per la prima volta in Italia (negli altri Paesi europei esiste da decenni) si parla di reddito di cittadinanza per il sempre più folto gruppo di disgraziati esclusi dal mondo del lavoro, mentre in precedenza al massimo si elargivano elemosina, spesso dirette proprio a chi il lavoro ce l’aveva.
Per la prima volta viene portata avanti una battaglia contro quella tratta di esseri umani che i ruffiani amano chiamare accoglienza, mentre in precedenza le uniche preoccupazioni riguardavano l’approvazione dello ius soli e la salvaguardia degli interessi delle Coop e degli scafisti delle ONG.
Per la prima volta esiste un progetto per innalzare ad un livello dignitoso le pensioni dei disgraziati costretti a frugare nei cassonetti, riducendo al tempo stesso l’entità delle pensioni d’oro di chi vive come un sultano sulle spalle dell’INPS sputando in faccia alla povertà, mentre in precedenza si prendevano in giro i pensionati con la social card e si intendeva fare lavorare gli anziani fino a 70 anni mentre i giovani restavano disooccupati.
Per la prima volta viene nominata una commissione indipendente, incaricata di portare a termine una seria analisi costi/ benefici sulle grandi infrastrutture che dovrebbero essere costruite nel corso dei prossimi anni, mentre in precedenza l’analisi costi/benefici (spesso ridicola) la facevano coloro che avrebbero guadagnato miliardi costruendo l’opera stessa.
Per la prima volta viene attaccato il precariato che tutti gli esecutivi precedenti avevano coccolato amorevolmente dalla creazione della legge Biagi in poi.
Per la prima volta si parla di riduzione della tassazione, mentre in precedenza le tasse aumentavano e basta, perché l’Europa ci aveva chiesto di fare così.
Per la prima volta viene affrontato seriamente il problema delle cartelle di Equitalia che ogni anno manda “sotto i ponti” decine di migliaia di famiglie italiane, mentre in precedenza qualsiasi poveraccio era un evasore e basta, meritevole di essere buttato in mezzo ad una strada e magari esposto pure al pubblico ludibrio.
Per la prima volta l’Italia fa sentire la propria voce in Europa, mentre in precedenza mai aveva esperito verbo che prescindesse da un laconico signorsì sissignore.
E l’elenco se avessimo (io e voi) tempo potrebbe continuare a lungo, perché le “prime volte” sono davvero tante e riguardano i campi più disparati.
Sicuramente il modo in cui il governo Conte sta affrontando i problemi in questione è perfettibile, sicuramente senza una moneta sovrana gli investimenti non potranno essere quelli necessari. Sicuramente restando al giogo della UE gli spazi di manovra sono oltremisura risicati, sicuramente si potrebbe fare meglio e si potrebbe fare di più, però è un dato di fatto incontestabile che fino alla nascita del governo Conte per risolvere i problemi degli italiani nessuno abbia mai fatto nulla.
Proprio per questo non posso che restare allibito di fronte alla pletora di questuanti antitaliani che facendo il coro ai media mainstream ed ai grandi poteri nazionali e sovranazionali sputano quotidianamente veleno contro l’esecutivo adducendo le ragioni più svariate, ma con un punto sempre in comune, detestare profondamente questo Paese e fare il tifo per chi lo vorrebbe ridotto come la Grecia.
C’è chi arriva da sinistra e chi arriva da destra, chi considera lo stop alla tratta di eseri umani razzismo, chi ritiene il reddito di cittadinanza un regalo agli accattoni, chi “senza la sovranità monetaria non si può fare nulla”, chi al di sopra della vita umana mette i mercati e lo spread, chi “bisogna investire in infrastrutture e non in salari e pensioni”, chi ritiene la legittima difesa un atto fascista, chi ritiene i poveracci schiacciati da Equitalia pericolosi evasori, chi vuole i negozi aperti anche la notte perché tanto ci lavorano gli altri, chi contesta e basta perché gli stanno sul culo Di Maio o Salvini o entrambi, chi ripete a pappagallo le fesserie esperite da Repubblica o dal Giornale, chi è antitaliano e basta, perché si sente cittadino di un mondo senza frontiere dove si può fare (se si hanno i soldi e lui li ha) il cazzo che si vuole, fregandosene di tutti gli altri che sono razzisti, fascisti e non hanno capito nulla.
Ottimo articolo che condivido in pieno !