‘Festa di rom e migranti’: sette stranieri sorpresi a rubare durante la parata

La notizia è stata diffusa da “Il Giornale”.

Per il presidente della Camera Fico, quella di ieri è stata un “festa della Repubblica dedicata a migranti e rom” e – in un certo senso – lo è stata. Secondo quanto riportato oggi pomeriggio dal quotidiano “Il Giornale”, sette stranieri sono stati fermati per furti e borseggi, sorpresi proprio durante la parata ai Fori Romani.
Nello specifico, si tratta di cinque donne rom, un uomo di origine peruviana e un tunisino. Gli aspiranti rapinatori, tutti di età compresa tra i 25 e i 46 anni, sono stati fermati tutti nella zona centrale della capitale: avrebbero cercato di approfittare del momento di caos per tentare una serie di colpi ai danni di turisti stranieri e persone anziane. Nel mirino portafogli, marsupi e borsette delle vittime.
Per fortuna, i furti sono stati sventati dai Carabinieri presenti sul luogo.

Fonte: https://vocecontrocorrente.it/festa-di-rom-e-migranti-sette-stranieri-sorpresi-a-rubare-durante-la-parata/

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Vescovo cattolico e Vescovo ‘una cum’

Domani, primo Giugno, a Verrua Savoia Mons. Geert Stuyver, dell’Istituto Mater Boni Consilii, conferirà un’ordinazione sacerdotale e amministrerà le Cresime: è un vescovo fedele alla Chiesa che predica la buona dottrina contro gli errori modernisti e ogni compromesso con essi, e conferma quindi le anime nella verità.
Il giorno dopo, 2 Giugno, in Emilia ci sarà mons. Richard Williamson, vescovo lefebvriano perciò una cum Bergoglio, accreditato come oppositore all’accordo (già concluso) della Fraternità San Pio X coi modernisti, ma che in realtà si colloca alla ‘sinistra’ della FSSPX poiché ammette l’assistenza alla nuova messa. Un vescovo quindi che non predica l’integrità della fede e che non conferma le anime nella verità.
N.B. Mons. Williamson non è MAI stato sedevacantista (neppure Mons. Lefebvre, del resto…)
Fonte – bacheca di don Ugo Carandino

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Bonino, sinistra e verdi bocciati: tutti a casa

In Europa avanzano liberali ed ecologisti, ma in Italia…
Brutta sorpresa nelle urne italiane per il mondo radicale, laicista ed ecologista. Le elezioni europee negli altri paesi hanno visto una discreta affermazione dei partiti liberali e ambientalisti, una svolta che aveva fatto ben presagire anche gli ambienti di casa nostra. Ma non è andata così.
La Bonino, con la sua lista “+Europa Italia in comune”, resta ferma al 3,1%. Troppo pochi i voti per sperare di superare la soglia di sbarramento per entrare a Strasburgo. Sfumano così le ambizioni della storica leader radicale di essere la candidata liberale alla presidenza della Commissione Ue..
Niente da fare anche per gli ecologisti. La lista “Europa Verde” non riceve il traino degli altri partiti amici dell’ambiente che in Europa sono andati piuttosto bene. Nulla la spinta degli attivisti vicini a Greta Thunberg, solo una manciata di voti per arrivare al 2,3% (anche qui, troppo pochi per lo sbarramento).
Ma la vera mazzata è arrivata alla lista “La Sinistra”. Nato a poche settimane dal voto come federazione tra Rifondazione Comunista e Sinistra Italiana, il partito ha fatto peggio di qualsiasi altro precedente della stessa area nella storia: appena l’1,8%.
fonte – https://vocecontrocorrente.it/bonino-sinistra-e-verdi-bocciati-tutti-a-casa/

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La Kyenge trombata alle europee. E ora come faremo?

Roma, 27 mag – Cécile Kyenge Kashetu non ce l’ha fatta. La Giovanna D’Arco (ok, forse il paragone è un po’ azzardato) dei diritti degli africani a discapito dei nostri, che correva con il Partito democratico-Siamo Europei-Pse ha totalizzato 41.732 preferenze nella circoscrizione di Nord Est dove era candidata. La precedono (aggiudicandosi la poltrona a Bruxelles) Carlo Calenda, Elisabetta Gualmini, Paolo De Castro e Alessandra Moretti. Nulla di fatto quindi per Cécile, che si vede costretta a lasciare lo scranno. Un altro colpo al cuore, un’altra ferita lancinante, un altro vuoto incolmabile, dopo quello di Emma “Miss Europa” Bonino, la quale si è vista sbarrare l’ingresso alla sua +Europa. Tutti i soldi elargiti da Soros non sono comunque riusciti a spalancarle le porte di Bruxelles.
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fonte – https://www.ilprimatonazionale.it/politica/kyenge-trombata-europee-come-faremo-119532/

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Oettinger rivela: la Kommissione Junker resta anche a dicembre

Oettinger rivela: la Kommissione Junker resta anche a dicembre

Oettinger rivela: la Kommissione Junker resta anche a dicembre

  Qualunque cosa decidano gli elettori  con il voto del 26 maggio, la Commissione in carica (Junker, Moscovici, Oettinger,  Tusk, Mogherini) si sta organizzando per rimanere al potere oltre i limiti. Già le “normative”  prevedono che la Kommissone Juncker decada dalla carica  solo il  31 ottobre; ossia resta al comando, a fare quel che vuole, ancora per sei mesi dopo …

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fonte – https://www.maurizioblondet.it/?email_id=2853&user_id=13803&urlpassed=aHR0cHM6Ly93d3cubWF1cml6aW9ibG9uZGV0Lml0L29ldHRpbmdlci1yaXZlbGEtbGEta29tbWlzc2lvbmUtanVua2VyLXJlc3RhLWFuY2hlLWEtZGljZW1icmUv&controller=stats&action=analyse&wysija-page=1&wysijap=subscriptions

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Per antifascismo si "sposano" davanti alla sede dell' Anpi

Carrara, 20 mag – “Siamo antifascisti ancora prima che cittadini”. Così una coppia toscana, Michele Ravenna e tale Giulia Giannetti, ha deciso di celebrare il proprio matrimonio davanti all’altare dell’Anpi. Tranquilli, non è un pesce d’aprile fuori tempo massimo, è tutto vero. I due, 35 anni lui e 28 lei, gestiscono insieme un rifugio montano e si sono sposati sul serio davanti alla sede dell’Anpi di Montignoso, in provincia di Massa-Carrara.
“Un gesto che dona speranza – ha detto il sindaco Gianni Lorenzetti  presente alle nozze – la scelta di questi ragazzi così giovani è da ammirare e vedere tanta gente riunirsi spontaneamente è davvero meraviglioso”. Secondo il primo cittadino questa geniale trovata “vuol dire che c’è ancora il coraggio di portare avanti quei valori di libertà e di democrazia che sono nati proprio dall’antifascismo”. Tranquilli, anche in questo caso è tutto vero, è quanto dichiarato a Il Tirreno dal sindaco.
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fonte – https://www.ilprimatonazionale.it/cronaca/altare-sposi-antifascisti-matrimonio-anpi-118796/

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Le stesse cause producono gli stessi effetti, ci stiamo muovendo verso una rivolta sociale generalizzata

di Alain de Benoist
Fonte: Barbadillo
Vorrei farle una breve domanda su una serie di eventi recenti. E, la prima, è  sull’incendio di Notre-Dame de Paris.
“La Madonna in fiamme, colpita nel coro, è l’immagine stessa della cristianità di oggi. Cos’altro possiamo dire che non è già stato detto? Penso a Dominique Venner e rileggo Péguy”.
La fine del “grande dibattito” e la conferenza stampa di Emmanuel Macron, che non sembra convincere due su tre francesi?
“Il capo dello stato sbagliava a prendere i francesi per i mougeon (metà pecore e metà piccioni). Micron, dimissioni!”.
Il movimento di giubbotti gialli, viene regolarmente descritto come “a corto di vapore” e generatore di “violenze inaccettabili”. Che ne pensa?
Un movimento pacifico, “bonario” non avrebbe ottenuto un decimo di quello che i giubbotti gialli hanno ottenuto, anche se nessuna delle loro richieste essenziali è stata soddisfatta ancora. La violenza (non intendo quella dei “casseurs” di professione) a volte è l’unico modo per essere ascoltati. 14 luglio 1789, la presa della Bastiglia non è stata una passeggiata per la salute! Rivedete le riflessioni sulla violenza di Georges Sorel. In ogni caso, questa violenza popolare è poco paragonabile alla violenza sistemica dei predatori impiegatizi, degli assassini dell’identità, dei distruttori sociali e dei padroni del profitto. Per quanto riguarda gli affanni dei giubbotti gialli, si tratta, nel migliore dei casi, di una pausa prima delle prossime battaglie. In tutta Europa, le classi medie stanno scomparendo e le persone stanno sopportando le conseguenze delle politiche di austerità. Nella nostra società a forma di clessidra, la ricchezza si sta accumulando sempre più in alto, mentre la povertà e la precarietà sono in costante aumento verso il basso. Le stesse cause producono gli stessi effetti, ci stiamo muovendo verso una rivolta sociale generalizzata.
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Cartelloni pro cannabis vicino le scuole, insorgono gli insegnanti

‘Pubblicità legali ma poco opportune’.
Bufera contro il sindaco di Bari Antonio Decaro. Il primo cittadino del capoluogo pugliese è finito nel mirino degli insegnanti che lavorano presso il liceo artistico De Nittis Pascali, sito sul lungomare della città. A far divampare la polemica, l’autorizzazione concessa dal Comune a una ditta che commercia cannabis light di farsi pubblicità nei pressi delle scuole tramite dei cartelloni.
Una scelta che non è piaciuta per niente ai prof dell’istituto superiore che sono letteralmente insorti contro l’amministrazione comunale:” È possibile che di fronte all’ingresso del nostro liceo compaia questo cartellone pubblicitario? – scrive sul profilo Facebook del sindaco una professoressa- Proprio di fronte a un liceo? Per quanto sia legale non credo sia opportuno ed educativo di fronte a una scuola di ragazzi adolescenti. Il relax si può raggiungere anche guardando il mare, visuale che questo cartellone nasconde. È assurdo”. Ma a lamentarsi sembra siano stati anche altri colleghi. A rendere ancor più grave la cosa è il fatto che a pochi metri dal De Nittis Pascali esista un altro liceo (il “classico” Orazio Flacco), che potrebbe essere coinvolto nella vicenda.
fonte – https://vocecontrocorrente.it/cartelloni-pro-cannabis-vicino-le-scuole-insorgono-gli-insegnanti/

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I generali sfiduciano la Trenta. La protesta corre sul web

Il malcontento contro il ministro della Difesa è diffuso nelle Forze armate. Le critiche: “È nelle mani di Di Maio”
Il malcontento tra i militari cresce. Le esternazioni del ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, in seguito all’apertura di un’istruttoria nei confronti del generale Paolo Riccò, che lo scorso 25 aprile aveva abbandonato la cerimonia della festa della Liberazione a Viterbo in seguito agli attacchi dell’Anpi, non sono piaciute né alla base né ai vertici delle Forze armate. Sui social la polemica si è scatenata, tanto che è stato creato un gruppo, che conta oltre 4.400 iscritti, dal nome «Io sto con il generale Paolo Riccò».
Il fatto è che il ministro, nel corso del suo anno di mandato, ha fatto un sacco di promesse, ma ne ha mantenute poche, a partire da quelle sul riordino delle carriere, tanto che un delegato Cocer ha dovuto fare, nel silenzio più assoluto della Difesa, 40 giorni di sciopero della fame per avere le rassicurazioni del caso dal premier Giuseppe Conte. Continua a leggere

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