La fedeltà alla Messa, il rifiuto del rito di Paolo VI

Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 3/19 del 9 gennaio 2019, San Giuliano
 La fedeltà alla Messa, il rifiuto del rito di Paolo VI
Pubblichiamo le schede del calendario Sodalitium, dedicato ai cinquant’anni di resistenza alla nuova messa (1969-2019), riguardanti i coraggiosi sacerdoti che rifiutarono il nuovo rito di Paolo VI e per questo motivo furono perseguitati dai modernisti. Una bella differenza con i ratzingeriani che considerano la “messa nuova” di Paolo VI il “rito ordinario” della Chiesa e declassano la Messa Romana detta di San Pio V a “rito straordinario”, passando con disinvoltura dal tavolo di Montini agli “altari maestosi”. 
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Il Giuramento antimodernista prescritto da Papa San Pio X

Io N. fermamente accetto e credo in tutte e in ciascuna delle verità definite, affermate e dichiarate dal magistero infallibile della Chiesa, soprattutto quei principi dottrinali che contraddicono direttamente gli errori del tempo presente.
Primo: credo che Dio, principio e fine di tutte le cose, può essere conosciuto con certezza e può anche essere dimostrato con i lumi della ragione naturale nelle opere da lui compiute (cf Rm 1,20), cioè nelle creature visibili, come causa dai suoi effetti.
Secondo: ammetto e riconosco le prove esteriori della rivelazione, cioè gli interventi divini, e soprattutto i miracoli e le profezie, come segni certissimi dell’origine soprannaturale della religione cristiana, e li ritengo perfettamente adatti a tutti gli uomini di tutti i tempi, compreso quello in cui viviamo.
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Il fattore infedele. Il ricco epulone

Stimati Associati e gentili Sostenitori, Vi siamo davvero grati per la numerosa, devota e fervorosa partecipazione allo scorso «Pellegrinaggio della Tradizione», processione di 22 km da Osimo a Loreto in onore della Virgo Lauretana. Un appuntamento di vera amicizia, di amici della Chiesa, amici del Papato, amici del Clero, amici dei Santi e dei Martiri, amici di Nostro Signore Gesù Cristo e della Beata Vergine Maria. Cogliamo l’occasione per segnalare la relazione sulla vera amicizia, tratta soprattutto dagli studi di Cornelio ALapide, pubblicata sul nostro canale Youtube. Veniamo al consueto studio della Sacra Scrittura usando la preziosa «Vita di Gesù Cristo» dell’Abate Ricciotti, che oggi ci parla del fattore infedele e del ricco epulone.
• § 470. Oltre ad essere lo scriba della misericordia, San Luca è anche l’Evangelista della povertà (§145): ecco quindi che nella collana di parabole che stiamo esaminando, alle perle sulla misericordia divina seguono altre sulla povertà umana, anche queste conservate dal solo forziere di Luca. Che il rinunziare alla ricchezza fosse un atto di accortezza da parte del seguace di Gesù, fu da lui mostrato con la seguente parabola. Ci fu un uomo ricco che aveva un fattore, e costui fu accusato presso il padrone di dissiparne i beni; perciò fu chiamato dal padrone, che gli disse seccamente: «Mi sono giunte all’orecchio cattive voci sul conto tuo; presentami al più presto i conti della tua amministrazione!». – Uscito di là, il fattore pensò ai casi suoi, e si vide perduto se non avesse trovato qualche ripiego per campare la vita nella sua vecchiaia. Cominciò quindi a ragionare: «Adesso che mi sarà tolta l’amministrazione, come potrò mantenermi? A lavorare nei campi non sono più capace; a domandare l’elemosina mi vergogno». Dopo averci ripensato su lungamente, decise di far ricadere sul padrone il peso del suo sostentamento per mezzo di un’astuta truffa. Si trattava di diminuire falsamente il debito che ciascun colono aveva col padrone, affinché poi quei debitori fraudolentemente beneficiati si mostrassero grati col fattore ricompensandolo. Chiamato perciò un colono gli domandò: «Quanto devi al mio padrone?» – Quello rispose: «Cento barili d’olio». – Il fattore allora: «No, prendi qua la ricevuta e scrivi cinquanta!». – Cosicché a questo primo debitore era rimessa la metà del debito. Chiamato poi un altro, gli fece la stessa domanda; e quello rispose: «Devo cento misure di grano».
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Della festa dell’Ascensione

84. Che cosa si celebra nella festa dell’Ascensione?
R. Nella festa dell’Ascensione si celebra il giorno glorioso, in cui Gesù Cristo, in presenza dei suoi discepoli, salì per virtù propria al cielo, quaranta giorni dopo la sua risurrezione.
85. Per quali motivi Gesù Cristo è salito al cielo?
R. Gesù Cristo è salito al cielo,
1.    per prendere possesso dell’eterno regno conquistato colla sua morte;
2.    per prepararci il nostro luogo, e servirci di mediatore ed avvocato presso il Padre;
3.    per mandare lo Spirito Santo a’ suoi Apostoli.
86. Nel giorno dell’Ascensione, entrò in cielo il solo Gesù Cristo?
R. Nel giorno dell’Ascensione non entrò in cielo Gesù Cristo solo, ma vi entrarono seco le anime degli antichi Padri, che aveva liberate dal limbo.
87. Come si trova Gesù Cristo in cielo?
R. Gesù Cristo in cielo siede alla destra di Dio Padre; cioè come Dio è uguale al Padre nella gloria, e come uomo è innalzato sopra tutti gli Angeli e tutti i Santi, e fatto Signore di tutte le cose.
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Giano Bifronte

Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza

Giano Bifronte
A proposito di una processione e di una conferenza in programma in Emilia: il video dell’omelia di don Francesco Ricossa nella chiesa san Luigi Gonzaga di Albarea (FE), 26 maggio 2019.
fonte – http://www.centrostudifederici.org/giano-bifronte/
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L'eresia antiliturgica e la riforma protestante (di dom Prosper Guéranger)

[…] È solo in seno alla vera Chiesa che può fermentare l’eresia antiliturgica, vale a dire quell’eresia che si pone come nemica delle forme del culto. Soltanto dove c’è qualche cosa da distruggere il genio della distruzione cercherà di introdurre tale deleterio veleno. L’Oriente ne ha provato una volta sola, ma violentemente, i colpi, e ciò è avvenuto ai tempi dell’unità. Nel secolo VIII sorse una setta furibonda la quale sotto il pretesto di liberare lo spirito dal giogo della forma ha rotto, strappato, bruciato i simboli della fede e dell’amore del cristiano. Il sangue fu sparso per la difesa dell’immagine del Figlio di Dio come era stato sparso quattro secoli prima per il trionfo del vero Dio sugli idoli. Ma è stato riservato alla cristianità occidentale di vedere organizzare nel suo seno la guerra più lunga, più ostinata, che ancora continua, contro l’insieme degli atti liturgici. Due cose contribuiscono a mantenere le chiese dell’Occidente in tale stato di prova: innanzi tutto, come si è detto, la vitalità del cristianesimo romano, il solo degno del nome di cristianesimo, e di conseguenza quello contro cui dovevano rivolgersi tutte le forze dell’errore. In secondo luogo il carattere razionalmente materiale dei popoli occidentali, i quali, privi dell’agilità dello spirito greco come del misticismo orientale, in fatto di credenze, non sanno che negare, che rigettare lontano da sé quanto li disturba o li umilia, incapaci per questa duplice ragione, di seguire al pari dei popoli semitici una stessa eresia per lunghi secoli. Ecco il motivo per cui da noi, se si trascurano certi fatti isolati, l’eresia non ha mai proceduto che per via di negazione e di distruzione. In questa direzione, come ora vedremo, vanno tutti gli sforzi della immensa setta antiliturgista.
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Attacco alla Siria: false notizie, veri criminali

Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza

Comunicato n. 42/19 del 28 maggio 2019, Sant’Agostino di Canterbury
 
Attacco alla Siria: false notizie, veri criminali
 
Armi chimiche e ‘false flag’
Ulteriori prove che l’attacco USA ‘per armi chimiche’ fu basato su una ‘false flag’
Ulteriori prove sono emerse che indicano che il presunto attacco chimico in Douma del 2018, in Siria, fu messo in scena dai miliziani sostenuti dagli Stati Uniti, non dal governo siriano.
Recenti rivelazioni indicano che gli Stati Uniti non solo hanno falsamente accusato Damasco di aver effettuato l’attacco, ma hanno eseguito bombardamenti contro la Siria basati su un falso pretesto. A tutt’oggi, gli Stati Uniti hanno categoricamente omesso di produrre alcuna convincente prova a sostegno delle loro affermazioni iniziali.
Al contrario, una successiva indagine condotta dall’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPCW) ha prodotto prove schiaccianti che dimostrano che un evento ‘falso flag’ è stato condotto da militanti appoggiati dagli Stati Uniti. Questo includeva una bombola di gas di cloro trovata in un deposito di armi dei militanti ispezionato da investigatori dell’OPCW, che combaciava esattamente con i due cilindri usati pretestuosamente nello stesso attacco di Douma del 2018.
Mentre i militanti sostenuti dagli Stati Uniti hanno insistito nel sostenere che due bombole di gas sono state sganciate da elicotteri governativi su Douma, l’OPCW ha osservato che i presunti crateri causati dall’impatto dei cilindri corrispondevano a quelli degli edifici vicini chiaramente provocati da ordigni esplosivi.
La relazione finale dell’OPCW riguardante l’incidente di Douma ha affermato: Il team [della missione OPCW in Siria] ha osservato che un simile cratere era presente su un vicino stabile in costruzione.
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Sant'Agostino di Canterbury

28 maggio, Sant’Agostino di Canterbury, Vescovo e Confessore (Roma, 13 novembre 534 – Canterbury, 26 maggio 604).
“A Canterbury, in Inghiltérra, sant’Agostino Vescovo e Confessore, il quale, mandato là insieme con altri dal beato Gregório Papa, predicò agli Inglesi il santo Vangelo di Cristo, ed ivi, glorioso per virtù e per miracoli, si riposò nel Signore”.
O Signore, che con la predicazione e i miracoli del tuo beato confessore e vescovo Agostino, ti sei degnato illuminare della luce della vera fede la Nazione inglese, concedi, te ne preghiamo per la sua intercessione, che i cuori degli erranti ritornino all’unità della vera fede, e noi restiamo fedeli alla tua santa
fonte – https://www.sodalitium.biz/santagostino-di-canterbury/

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CATECHISMO MAGGIORE – Della processione che si fa nel giorno di S. Marco e nei tre giorni delle Rogazioni minori.

 
 79. Che cosa si fa dalla Chiesa nel giorno di S. Marco e ne’ tre giorni delle Rogazioni minori?
Nei giorni di S. Marco e ne’ tre giorni delle Rogazioni minori si fanno dalla Chiesa processioni e preghiere solenni per placare Iddio, e renderlo a noi propizio affinché ci perdoni i peccati, tenga da noi lontani i suoi castighi, benedica i frutti della terra che cominciano a mostrarsi, e provveda ai nostri bisogni sia spirituali che temporali.
80. Le processioni di S. Marco e delle Rogazioni sono esse antiche?
Le processioni di S. Marco e delle Rogazioni sono antichissime, e il popolo soleva concorrervi a piedi scalzi con vero spirito di penitenza ed in grandissimo numero, lasciando ogni altra occupazione per intervenirvi.
 

  1. Che facciamo noi colle litanie dei Santi che si cantano nelle Rogazioni, o in altre simili processioni?

Colle litanie dei Santi

  1. imploriamo misericordia dalla santissima Trinità; e per essere esauditi ci rivolgiamo in particolare a Gesù Cristo con quelle parole: Christe audi nos, Christe exaudi nos, cioè: Cristo ascoltateci, Cristo esauditeci.
  2. invochiamo il patrocinio di Maria Vergine, degli Angeli e dei Santi del cielo, dicendo loro; orate pro nobis: pregate per noi.
  3. ci rivolgiamo nuovamente a Gesù Cristo e lo preghiamo, per tutto ciò che Egli ha fatto per la nostra salute, a liberarci da tutti i mali, e principalmente dal peccato, dicendogli: libera nos, Domine: liberateci, o Signore.
  4. gli domandiamo il dono di una vera penitenza, e la grazia di perseverare nel suo santo servizio, e preghiamo per tutti gli ordini della Chiesa, e per l’unione e felicità di tutto il popolo di Dio dicendo: te rogamus, audi nos: ascoltateci, o Signore, ve ne preghiamo.
  5. terminiamo questa preghiera colle parole con cui si comincia, cioè coll’implorare la misericordia di Dio, dicendogli di nuovo: Kyrie eleison etc.: Signore, abbiate pietà di noi etc.

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Dizionario di teologia dommatica. Il Sentimento religioso

Valenti psicologi antichi e moderni discutono intorno alla natura del sentimento senza arrivare a una definizione concorde. Alcuni ritengono che il sentimento derivi da una facoltà affettiva o emotiva distinta sia dalla facoltà volitiva (motiva) sia dalla facoltà percettiva-intellettiva. Altri riducono i sentimenti a moti e fenomeni psicologici; altri invece ne fanno delle funzioni rappresentative o intellettive. La teoria scolastica formulata da San Tommaso (d’Aquino) sulle tracce di Aristotile, nonostante l’antichità, presenta le migliori garanzie di verità. Secondo questa dottrina nell’uomo ci sono due sole facoltà psichiche: la conoscitiva e l’appetitiva, ciascuna delle quali si distingue in sensibile e soprasensibile o spirituale. Si ha quindi la zona sensitiva con gli organi sensori, le sensazioni e le passioni, che appartengono insieme al corpo e all’anima che lo informa. Da essa si passa alla zona spirituale, in cui funzionano intelletto e volontà, che sono facoltà immateriali. Propria delle facoltà sensitive è la sensazione, che, da impressione passiva del mondo esterno sui sensi, diventa percezione dell’oggetto e sua rappresentazione (fantasma – immagine), cui corrisponde nella facoltà appetitiva il movimento verso l’oggetto percepito, ossia quell’impulso accompagnato da emozione fisica, che suole chiamarsi passione (amore, odio, gioia, tristezza ecc.).
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