Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 42/19 del 28 maggio 2019, Sant’Agostino di Canterbury
Attacco alla Siria: false notizie, veri criminali
Armi chimiche e ‘false flag’
Ulteriori prove che l’attacco USA ‘per armi chimiche’ fu basato su una ‘false flag’
Ulteriori prove sono emerse che indicano che il presunto attacco chimico in Douma del 2018, in Siria, fu messo in scena dai miliziani sostenuti dagli Stati Uniti, non dal governo siriano.
Recenti rivelazioni indicano che gli Stati Uniti non solo hanno falsamente accusato Damasco di aver effettuato l’attacco, ma hanno eseguito bombardamenti contro la Siria basati su un falso pretesto. A tutt’oggi, gli Stati Uniti hanno categoricamente omesso di produrre alcuna convincente prova a sostegno delle loro affermazioni iniziali.
Al contrario, una successiva indagine condotta dall’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPCW) ha prodotto prove schiaccianti che dimostrano che un evento ‘falso flag’ è stato condotto da militanti appoggiati dagli Stati Uniti. Questo includeva una bombola di gas di cloro trovata in un deposito di armi dei militanti ispezionato da investigatori dell’OPCW, che combaciava esattamente con i due cilindri usati pretestuosamente nello stesso attacco di Douma del 2018.
Mentre i militanti sostenuti dagli Stati Uniti hanno insistito nel sostenere che due bombole di gas sono state sganciate da elicotteri governativi su Douma, l’OPCW ha osservato che i presunti crateri causati dall’impatto dei cilindri corrispondevano a quelli degli edifici vicini chiaramente provocati da ordigni esplosivi.
La relazione finale dell’OPCW riguardante l’incidente di Douma ha affermato: Il team [della missione OPCW in Siria] ha osservato che un simile cratere era presente su un vicino stabile in costruzione.