Croazia, dalla fossa comune emergono i corpi dei soldati della X Mas
Grazie alla collaborazione tra il governo italiano e quello croato, ad Ossero, sono stati riesumati i corpi probabilmente appartenenti ad un manipolo di soldati della X Mas trucidati dai titini
Riportati alla luce, dopo settantaquattro anni oblio, dalla fossa comune che li aveva inghiottiti, senza gloria né onori, senza scarpe né uniformi.
Una quarantina in tutto quelli di stanza a Lussino, a difesa delle località di Zabodaschi e Neresine. A Zabodaschi si arresero e vennero deportati nei gulag. Neppure una manciata furono quelli che poi riuscirono a tornare a casa. A Neresine invece provarono a resistere, asserragliati in un’ex caserma dei carabinieri e in netta inferiorità numerica, fino all’ultima pallottola. Chi sopravvisse alle scariche dei partigiani e non decise di usare l’ultimo proiettile per sé, venne condotto ad Ossero. Costretto a scavarsi la fossa, scalzo, venne fucilato e ricoperto di terra. Era il 21 aprile del 1945.
A dare la notizia della riesumazione di una trentina di corpi non ancora identificati è la FederEsuli che nel 2008, in quel luogo, già aveva apposto una lapide con l’elenco dei caduti. “Anche se quei poveri resti, a tutt’oggi, risultano essere ufficialmente di persone ignote, per tutto il mondo dell’esodo lo scavo della fossa di Ossero rappresenta un successo, seppure amaro, conseguito a decenni di distanza ed ottenuto grazie all’insistenza delle associazioni che hanno da sempre richiesto di onorare i propri caduti”. Continua a leggere

dal Giornale:
C’è lo zampino politico, diplomatico e ora anche militare della Francia nel caos scoppiato in Libia. Come spiega un dettagliato retroscena della Stampa, il governo di Emmanuel Macron aiuta il generale “ribelle” Haftar nel suo tentativo di conquistare Tripoli e rovesciare il governo ufficiale di Al Sarraj “con propri specialisti dispiegati sul suolo libico”. A riferirlo è stato un mercenario egiziano catturato durante i combattimenti.
di Israel Shamir
Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Nell’estate di due anni fa in una piccola chiesa di Saint-Etienne-du-Rouvray, nei pressi della città francese di Rouen, si consumava uno dei tanti episodi di violenza jihadista che hanno insanguinato l’Europa negli anni di massima espansione del Califfato. Due uomini armati fecero irruzione nel luogo di culto e dopo una breve presa di ostaggi sgozzarono padre Jacques Hamel. Quell’episodio impressionò l’opinione pubblica francese e mondiale e riaccese i riflettori sulla questione delle persecuzioni contro i cristiani. Secondo il sito The religion of peace solo tra il 9 e il 15 giugno ci sono stati almeno 46 attacchi contro dei cristiani nel mondo. Mentre a maggio gli episodi sono stati 189 e le persone uccise 888. I numeri assumono proporzioni critiche se si considerano gli anni che vanno dal 2013 al 2017. Oltre 114mila persone uccise e 124 mila feriti.
di Luciano Lago

