L'economo della FSSPX viene incardinato a Roma e vive con Bergoglio (col permesso del Superiore Generale)

L’ “Una cum” (la comunione con gli occupanti conciliari) alla fine incardina nelle diocesi moderniste…

Il sacerdote argentino don Pablo Enrique Suárez (di 52 anni) si è unito alla Chiesa di Francesco, come riferisce il vescovo Richard Williamson nella sua newsletter (1° giugno).
Suárez è stato Economo Generale della Fraternità Sacerdotale di San Pio X (FSSPX) dal 2014 al 2018. Ha lasciato la Fraternità col permesso del suo superiore, don Pagliarani.
Ora, Suárez risiede in Casa Santa Marta, dove vive lo stesso Francesco. Sarà incardinato nella diocesi romana.
L’Economo Generale supervisiona la gestione delle proprietà in tutto il mondo della Fraternità ed è parte del piccolo gruppo che vive nel quartier generale di Menzingen, Svizzera.

fonte – https://gloria.tv/article/nbpJKbGdPtXb4LyfDDveczpKQ

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Quei gesti sacri di Salvini: perché ha scelto il rosario

Salvini risponde a Padre Sorge che ha dichiarato che l’Italia “non è più cristiana perché è leghista”. E spiega: “Dietro quel Rosario sventolato ci sono dei valori, una cultura, una identità, una tradizione”
La Lega, attraverso il suo leader Matteo Salvini, sembra decisa a portare avanti, sempre più, una battaglia culturale per avvicinare dalla sua parte i fedeli meno progressisti della Chiesa Cattolica italiana.
La sfida sarà lanciata in particolare a quegli alti prelati e teologi progressisti che, radicati su ideologie piuttosto che su principi etici e morali, hanno attaccato e, nonostante la loro débâcle ideologica, presumibilmente continueranno ad attaccare personalmente Salvini e i leghisti.
L’ultima stoccata Salvini l’ha lanciata nella tarda serata di martedì 28 maggio intervistato da Nicola Porro durante uno speciale di Quarta Repubblica. Rispondendo stizzito, senza citare il nome, a quel prete che aveva dichiarato che l’Italia “non è più cristiana perché è leghista”, il vice presidente del Consiglio ha replicato: “Ma che problemi ha!”, spiegando, poco dopo, che “dietro quel Rosario sventolato ci sono dei valori, una cultura, una identità, una tradizione”.
Il riferimento, neanche tanto velato, è relativo a quanto è stato detto da Padre Bartolomeo Sorge, l’ex direttore de La Civiltà Cattolica e dell’Istituto di formazione politica “Pedro Arrupe” di Palermo che, su Twitter, ha scritto che “L’Italia è leghista, non più cristiana. Il leghista dice: ‘prima gli italiani’; il Cristiano: ‘prima gli scartati’. Né basta baciare in pubblico Gesù; l’ha già fatto anche Giuda”. Un altro gesuita, il politologo della Civiltà Cattolica padre Francesco Occhetta, a Tv2000 aveva dichiarato che l’uso di simboli religiosi durante i comizi elettorali e dopo l’esito elettorale rappresenterebbe “una dimensione sacrale legata al politeismo”, ad una “dimensione sociologica della religione ma non alla fede”.
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La Contro-Chiesa conciliare scomunica Salvini per il rosario, ma tace su croci coperte, blasfemie e resa all'islam

La Chiesa scomunica Salvini per il rosario, ma tace su croci coperte, blasfemità e resa all’islam
Sarà stato pure inelegante e un po’ forzato  il gesto di Salvini di esibire il rosario e di invocare Dio alla fine del suo comizio a Piazza del Duomo, ma il leader della Lega non ha offeso nessuno, tantomeno la Chiesa. Non si capisce quindi il perché delle scomuniche piovute sul capo del ministro dell’Interno all’indomani della manifestazione leghista a Milano, E si tratta di pronunce  di alti esponenti ecclesiatici, a partire dal segretario di Stato vaticano, Pietro Parolin (il numero due  della Chiesa cattolica) e dal direttore della rivista dei gesuiti La Civiltà Cattolica, Antonio Spadaro (secondo alcuni sarebbe lo “spin doctor” di Bergoglio). O meglio, gli attacchi delle gerarchie ecclesiastiche a Salvini si capiscono benissimo se si considera la “deriva progressista”  che l’attuale Pontefice sta imprimendo al cattolicesimo e la conseguente avversione che Bergoglio stesso e gli alti prelati nutrono per la figura di Salvini e per tutto ciò che sa di sovranismo. Un’avversione peraltro esplica
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fonte – https://www.secoloditalia.it/2019/05/la-chiesa-scomunica-salvini-per-il-rosario-ma-tace-su-croci-coperte-blasfemita-e-resa-allislam/

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Italiani sempre meno credenti, aumentano gli atei e gli agnostici

Saranno anche questi i frutti della “primavera conciliare” ? (N.d.R.)

I dati emersi da un’indagine di Doxa.
Italiani sempre più atei e agnostici, mentre la religione arretra. E’ questo il quadro emerso dall’ultimo sondaggio realizzato da Doxa e anticipato oggi sul “Fatto Quotidiano”.
Secondo l’analisi condotta sulla vita “spirituale” nel nostro paese, negli ultimi cinque anni si è verificato un ridimensionamento del numero dei credenti. Un calo pari al 7%, che risulta ancor più marcato tra i giovani e nelle aree geografiche del nord.
Di conseguenza, il dato degli atei e degli agnostici è sensibilmente lievitato. Il numero di chi si professa “non credente” è passato dal 10 al 15%, con picchi del 22% tra gli under 35. Anche qui, a colpire sono le percentuali riguardanti nord est e nord ovest, dove gli atei sono quasi il 30% della popolazione.
Infine, un dato relativo ai rapporti tra Stato e religione: secondo l’83% del campione l’Italia deve rimanere un paese “laico”, con una completa separazione tra politica e confessioni religiose di ogni tipo.
fonte – https://vocecontrocorrente.it/italiani-sempre-meno-credenti-aumentano-gli-atei-e-gli-agnostici/
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"Relazioni gay lecite se fedeli". ​Così la "Contro-Chiesa" vuole sdoganare l'omosessualità

A Torino i conciliari rifanno il Catechismo. E passano dall’astensione dal peccare alla “fedeltà” sodomitica…
La diocesi di Torino “riscrive” il Catechismo aprendo all’amore fra le persone dello stesso sesso
«Arrivano i piemontesi»: a quasi 150 anni dalla conquista militare di Roma, un altro assalto parte simbolicamente da Torino alla conquista del cuore della cattolicità.

Si tratta della piena legittimazione nella Chiesa delle relazioni omosessuali, un cambiamento del Catechismo che estende i suoi effetti ben oltre la sfera sessuale.
Alla fine di aprile la diocesi di Torino ha organizzato un ritiro in convento per persone omosessuali. L’obiettivo? Dare lezioni di fedeltà. Potrebbe sembrare una cosa positiva dal punto di vista della morale cattolica, in realtà è esplosiva. «L’esperienza dell’amore fedele di Dio è un modo per mettere ordine nelle relazioni disordinate, omosessuali o eterosessuali che siano», ha spiegato il gesuita padre Pino Piva, uno dei relatori del ritiro. È la negazione di quanto affermato dal catechismo della Chiesa per cui sono proprio «gli atti omosessuali» ad essere «intrinsecamente disordinati». La fedeltà non può far diventare buono uno stile di vita intrinsecamente disordinato. In gioco non c’è il giudizio morale su certi comportamenti, ma la dottrina della Creazione e l’esistenza di un ordine naturale stabilito da Dio. Uno dei pilastri della fede.

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Torino, gay in ritiro in convento per un corso sulla fedeltà

L’iniziativa, partita un anno fa da don Gianluca Carrega, delegato ufficiale dell’arcivescovo Cesare Nosiglia per la “pastorale degli omosessuali” subì uno stop dopo le accuse di eresia arrivate dagli ecclesiastici conservatori.
Anche se con un anno di ritardo, alla fine,nella diocesi di Torino si è tenuto il tanto contestato ritiro spirituale per gay.
L’iniziativa, partita da don Gianluca Carrega, delegato ufficiale dell’arcivescovo Cesare Nosiglia per la “pastorale degli omosessuali” subì uno stop dopo le accuse di eresia arrivate dagli ecclesiastici conservatori.
Quest’anno il ritiro sulla “fedeltà di Dio come fondamento della fedeltà nei rapporti umani”, aperto a una quarantina di single, gay e lesbiche, è stato organizzato in “segreto” ma seguendo lo stesso programma stabilito un anno fa.“Un ritiro quaresimale sull’amore, per convertirci all’amore, oggi quantomai necessario non solo per le persone omosessuali, ma anche per gli etero“, spiegava su Avvenire il gesuita Pino Piva che vi ha partecipato. Al ritiro era presente anche l’attivista gay Massimo Battaglia che al quotidiano La Stampa ha detto: “Nella Bibbia si racconta dell’amore omosessuale tra Davide e Gionata, siamo partiti anche da lì nelle nostre riflessioni” e ha aggiunto:“È stata una bella sorpresa: oltre ad ospitarci, le suore hanno partecipato agli incontri con noi”. Il ritiro non aveva intenti moralistici ma intendeva spiegare che“Dio è fedele, continua a fidarsi dell’uomo, dunque anche i rapporti umani, dall’amicizia all’amore, meritano fedeltà e rispetto”. “In tanti nella Chiesa sentono l’esigenza di aggiornare la dottrina, ma è un ambiente più aperto di altri”, ha sottolineato Battaglio che chiede “non solo apertura ma anche rispetto”. “Quando ci troviamo tra gay credenti diamo per scontato che l’amore gay è amore. E l’amore, nel cristianesimo, è l’essenza”, conclude l’attivista.
fonte – http://www.ilgiornale.it/news/cronache/torino-gay-ritiro-convento-corso-sulla-fedelt-1686139.html?mobile_detect=false

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Gesù ora diventa "partigiano". E per il "prete" canta "Bella Ciao"

Quando era “parroco” a Bussolengo (VR) lo contestammo con forza per le vignette blasfeme, sia di persona che sulla stampa, oltre che sul sagrato, con un volantinaggio che fece scalpore. Anche Zenti, su nostra sollecitazione, intervenne a censurare alcune sue uscite più che mai discutibili. Ora, finalmente, il colpo finale?

Una vignetta fa discutere i fedeli sul web. Gesù risorge e intona il canto “partigiano” di “Bella Ciao”. polemiche in rete.
Adesso sul 25 aprile arriva anche un vento di blasfemia. Don Giovanni Berti, sacerdote, ha deciso di disegnare Gesù come un partigiano che canta Bella Ciao in una delle sue vignette.

Il prete ha postato il suo disegno sui social accompagnandolo con una didascalia: “Quando il 25 aprile è nella Settimana di Pasqua…”. Di fatto nel disegno di don Giovanni Berti Gesù appare a Maria Maddalena e canta: “…questa mattina mi son svegliato, oh bella ciao, ciao, ciao…”.
Il sacerdote sul Gazzettino ha commentato così il suo disegno che ha fatto parecchio discutere soprattutto sui social: “Pasqua di resurrezione e di liberazione – commenta il sacerdote – dalla morte e da tutte le sue manifestazioni: guerra, odio, persecuzione, divisione, razzismo, distruzione…il 25 aprile celebra per la nostra nazione italiana la libertà ritrovata e l’inizio di un cammino mai terminato di liberazione… come mai concluso è il cammino di liberazione dell’umanità iniziato la mattina della resurrezione di Cristo…“.

E di fatto gli utenti della rete si dividono. Da un lato c’è chi approva questa scelta: “Grande Gioba – si legge in un commento che richiama il nome d’arte del sacerdote-disegnatore – di grande estro sempre“. E ancora: “Il cristianesimo che mi piace, grande!!“. Ma c’è anche chi punta il dito contro il sacerdote per aver accostato Gesù al 25 aprile: “Fare meno politica ironica ed essere più Cristiani sarebbe l’ideale. Il bella ciao lo dovresti cantare al demonio“. E Don Giovanni Berti dalle Sacre Scritture trova ispirazione per le sue “creazioni”: “Non per banalizzare il messaggio che contengono, ma al contrario per cogliere la potenza di gioia che è nascosta nella storia di Gesù“. Nonostante la sua spiegazione, i fedeli restano comunque divisi.

fonte – http://m.ilgiornale.it/news/2019/04/26/gesu-ora-diventa-partigiano-e-per-il-prete-canta-bella-ciao/1684900/

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Trieste, sfregio durante la messa: "Che parte di Cristo è?"



di Matteo Orlando
All’interno della chiesa dedicata a San Giovanni Decollato un uomo al momento della Comunione Eucaristica ha inscenato un surreale dialogo. A Trieste un’incredibile profanazione eucaristica è stata immortalata da un video e, adesso, è scattata la denuncia ai Carabinieri a carico dell’autore.
L’episodio è accaduto nel giorno di Pasqua ma ne è stata data notizia solo oggi sul quotidiano locale triestino Il Piccolo. All’interno della chiesa dedicata a San Giovanni Decollato di Trieste, sita in piazzale Gioberti, 5, che si trova nella zona suburbana di Guardiella, una chiesa che era stata consacrata, nel lontano 27 giugno 1858, dall’allora vescovo Bartolomeo Legat, durante la Santa Messa Pasquale delle ore 11 si è messo in fila un uomo che, arrivato davanti al sacerdote, ha inscenato un surreale dialogo. Come si sente dal video nei 35 secondi pubblicati, al sacerdote che ripete la tradizionale formula “Il corpo di Cristo” prima di distribuire sulla mano il Santissimo Corpo del Signore, l’uomo ha risposto: “Grazie a te“, aggiungendo provocatoriamente: “E che parte è questa del corpo?“. Alla risposta seccata e in dialetto del sacerdote: “Magna“, l’uomo ha replicato in dialetto: “Magno quando che voglio mi. Magno, magno, sta bono“. Poi l’uomo si è allontanato dal sacerdote e, invece di consumare le sacre specie immediatamente, come è previsto dalle norme della Chiesa, si è incamminato lungo la Chiesa tenendo in mano la particola consacrata e ripetendo due volte, inquadrando probabilmente con uno smartphone l’Ostia Consacrata, “questo è il corpo di Cristo?” e aggiungendo irrispettosamente “ma dai dai questo qua è […omissis] mamma mia, bon bon“. Quindi l’affermazione blasfema: “Ma come puoi fare di una patatina il Corpo di Cristo?. Ma andemo avanti…“. Poi nel video scatta il bip della censura. A quanto pare, il clero parrocchiale (formato dal Parroco, il canonico Fabio Ritossa, dai vicari parrocchiali, i sacerdoti Milan Nemac, Devid Giovannini, Tomaž Kunaver, e dal diacono permanente Paolo Longo), ha deciso di denunciare l’uomo ai Carabinieri di Trieste. Il quotidiano Il Piccolo non riferisce il nome dell’uomo che ha preso in mano l’ostia consacrata ed ha imprecato contro la stessa e la religione cattolica, sotto gli sguardi allibiti di decine di fedeli che hanno assistito alla scena. È stato evidenziato, invece, che l’uomo “è stato bloccato da un parrocchiano che gli ha intimato di consumare la particola prima di uscire dalla chiesa“. Incredibilmente sulla pagina Facebook del quotidiano triestino diversi commentatori hanno apprezzato il gesto blasfemo. Sono stati numerosi, invece, coloro (anche non cattolici) che hanno espresso disgusto per l’azione compiuta. Sentita da Il Giornale, la consacrata Agnieszka Rzemieniec, del Comitato internazionale “Uniti con Gesù Eucaristia per le mani Santissime di Maria“, ha commentato l’episodio spiegando che “la pratica della Comunione distribuita sulla mano favorisce questo tipo di abusi e di profanazioni“. Per tale motivo il comitato, anche attraverso una petizione on line, “ha chiesto e continuerà a chiedere a chi ne ha l’autorità, il Pontefice, di permettere la ricezione della Santa Comunione Eucaristica sulla lingua ed in ginocchio“, su degli appositi inginocchiatoi da installare nelle varie chiese. “Il popolo cattolico dovrebbe ricevere la Santissima Eucaristia in questo modo perché è il più consono ad esprimere la massima devozione nel ricevere il Corpo di Cristo. Il Cardinal Sarah, prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, ha già espresso il suo favore ad acconsentire a questa richiesta. Manca solo il via libera di Papa Francesco“, ha spiegato la donna a Il Giornale. La Rzemieniec ha ricordato che, “come insegnava san Tommaso d’Aquino, Gesù è realmente presente tanto nell’intero quanto nel minimo frammento del pane consacrato. Un esperimento condotto negli Stati Uniti, ha dimostrato che, ponendo la comunione in mano, diversi frammenti, difficilmente scorgibili ad occhio nudo, rimangono prima impressi nella palma della mano, quindi cascano a terra. Inoltre, accanto al rischio di profanazione continua, si presenta anche il problema delle messe nere e dei circoli satanisti che, quasi meravigliati di questa consuetudine, possono più facilmente prelevare l’ostia e condurla via“.
 
FONTE: http://m.ilgiornale.it/news/2019/04/24/trieste-sfregio-durante-la-messa-che-parte-di-cristo-e/1684344/

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Crocifissi coperti al cimitero per non urtare le altre religioni

Un sistema di teli motorizzati per nascondere i simboli cristiani e rendere ‘neutre’ le sepolture dei defunti.
Crocifissi coperti per non urtare la sensibilità delle altre religioni. Succede a Pieve di Cento, alle porte di Bologna. Questa volta però lo scenario della bizzarra iniziativa non è né una scuola, né in un ufficio pubblico, bensì un cimitero.
Nell’ambito della restaurazione di una cappella funebre, è stata disposta l’installazione di un meccanismo di teli motorizzati, per nascondere all’occorrenza ogni residuo di cristianitàe non urtare gli altri credo religiosi. Continua a leggere

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I cinquan’anni della «nuova Messa»: mezzo secolo catastrofico

Segnalazione di www.unavox.it
di Jérôme Bourbon
Editoriale del numero 3371 del settimanale francese Rivarol- 3 aprile 2019
Il 3 aprile 1969, esattamente mezzo secolo fa, con la “Costituzione Apostolica”MissaleRomanum, Paolo VI “promulgava” ufficialmente il «Messale romano rinnovato per ordine del Concilio Ecumenico Vaticano II»
In fatto di “rinnovamento”, si è trattato di un nuovo rito che rompeva in maniera radicale e impressionante con la Messa tridentina. Come sempre con i modernisti, fanno finta di difendere la Tradizione della Chiesa, la sua liturgia, la sua dottrina, per meglio sovvertirle e distruggerle.
E’ così che l’inizio di quella “Costituzione” afferma: «Il Messale Romano, promulgato nel 1570 dal Nostro Predecessore san Pio V per ordine del Concilio di Trento è per comune consenso uno dei numerosi e ammirevoli frutti che quel Santo Concilio diffuse in tutta la Chiesa. Per quattro secoli infatti, non solo ha fornito ai sacerdoti di rito Latino la norma per la celebrazione del Sacrificio Eucaristico, ma venne anche diffuso in quasi tutto il mondo dai predicatori del Vangelo. Inoltre, innumerevoli santi hanno abbondantemente nutrito la loro pietà verso Dio attingendo da quel messale le letture della Sacra Scrittura o le preghiere, la cui disposizione generale risaliva in gran parte a san Gregorio Magno.»
Un elogio del tutto ipocrita, poiché gli articoli seguenti affossano la Messa codificata da San Pio V e prescrivono un nuovo rito.
Paolo VI si dimostrò irremovibile: la «Messa di Lutero» doveva entrare in vigore, in maniera obbligatoria, il 30 novembre 1969, prima Domenica di Avvento; e questo in nome di una pseudo restaurazione, di un ingannevole rinnovamento e di speciose necessità pastorali volute dal Vaticano II. Continua a leggere

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