12 Dic 2018
«Non dimenticate la vostra stirpe, il vostro passato, studiate quanto riguarda i vostri nonni e antenati, adoperatevi a rafforzarne la memoria»: così ebbe a scrivere sull’importanza della memoria e del passato Pavel Florenskij pochi anni prima di morire fucilato dal regime sovietico per presunte “attività controrivoluzionarie”. Dalle riflessioni di Florenskij emerge tutta l’importanza di ricordare ciò che è stato, come nel caso del centenario della nascita, avvenuta l’11 dicembre 1918, della vita e del pensiero di Aleksandr Solženicyn che, in ragione della sua esperienza e delle sue opere, può essere considerato a tutti gli effetti uno degli ultimi autori occidentali, oggi quasi del tutto estinti, non soltanto genuinamente liberi, ma difensori della autentica libertà. Preliminarmente occorre notare l’indifferenza con cui il mondo occidentale in genere ed europeo in particolare si è approcciato ad un tale anniversario, dimostrandosi così almeno due caratteristiche dell’attuale scenario culturale alquanto preoccupanti: in primo luogo una generica noncuranza per la storia, trascuratezza che comporta la possibilità di ripetere gli errori e perfino gli orrori del passato; in secondo luogo, a fronte di una continua esaltazione della libertà viene dimostrata una carente conoscenza della reale natura della stessa e dei suoi più grandi maestri tra cui si può e si deve annoverare Solženicyn. Continua a leggere