di Davide Bartoccini
A largo di Okinawa, gli F35 B dei marines inclinano i postbruciatori, fanno ruggire i motori e saltano dal piccolo ponte della nave d’assalto anfibia Uss Wasp. L’obiettivo è sempre lo stesso: mostrare ai potenziali antagonisti della regione del Pacifico la sconfinata potenza militare americana. E la Corea del Nord è sempre la prima della lista.
Nonostante la quiete apparente, una settimana prima dell’inizio delle consuete esercitazioni congiunte con l’alleato sudcoreano (Foal Eagle e Key Resolve), gli Stati Uniti hanno espresso la propria forza mettendo in mostra la loro arma più recente. Il cacciabombardiere di quinta generazione F35 Lightning II nella sua versione Stvol –Short Take-Off and Vertical Landing – si è esibito in un’esercitazione di decollo e atterraggio che ha certificato l’operatività e la capacità offensiva anche se lanciato da un vettore navale che potrebbe incrociare a largo delle coste della penisola coreana.
Nonostante la delicata fase diplomatica attraversata dai due paesi – che sono in attesa di uno storico incontro tra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il dittatore nordcoreano Kim Jong Un – i caccia stealth della Usmc hanno dimostrato per la prima volta di poter decollare e atterrare nel bel mezzo del Pacifico dal minuscolo ponte dell’Lhd Wasp senza alcun problema. Gli F35, che hanno già partecipato ad esercitazioni intimidatoria in risposta ai test balistici voluti dal dittatore Kim decollando delle basi di terra giapponesi, sono menzionati come il principale “vantaggio” strategico detenuto dagli Usa nel teorico conflitto che potrebbe scoppiare con la Corea del Nord. Le loro capacità stealth gli permetterebbero di non essere rilevati dai radar di Pyongyang, che non sarebbe capace di intercettarli con le proprie difese antiaeree, quindi di frenare o fermare in alcun modo gli “strike” lanciati sulle piattaforme di lancio dei missili balistici o su ogni altra installazione militare (anche se non sarebbero loro, gli F35, i primi a colpire secondo i piani strategici).
Nonostante i dubbi ripetutamente sollevati riguardo l’effettiva operatività del vettore F35 come piattaforma aerea – soprattutto come piattaforma aerea imbarcata – gli Usa hanno voluto dimostrare per la prima volta che i loro nuovi caccia sono perfettamente in grado decollare e atterrare dal ponte di ridotte dimensioni della Wasp, che prenderà parte alle esercitazioni congiunte in programma per il 1 aprile. “Si tratta di uno sviluppo storico, un raccordo essenziale tra le capacità degli F35 e della Uss Wasp, che aumenta significativamente la forza raggiungibile dalla nostra Marina e dai nostri Marines” ha dichiarato il contrammiraglio Brad Cooper, ora a bordo della Uss Wasp.
Gli F35 sono davvero pronti a colpire?
Il velivolo più costoso mai realizzato nella storia, con un programma che finirà per costare ai contribuenti oltre un trilione di dollari, è criticato dagli analisti militari di tutto il mondo per la valanga di criticità riscontrare durante il suo lungo sviluppo. Gli stessi report del Pentagono hanno riscontrato fino allo scorso ottobre 263 carenze prestazionali ad alta priorità- tra queste viene riscontrata proprio la difficoltà nella manutenzione dei velivoli imbarcati per mantenere le loro capacità ‘stealth’. Tra i problemi elencanti, i gravosi difetti legati ai sistemi di visione notturna, hai caschi dei piloti, ai seggiolini eiettabili e via dicendo. Secondo l’esperto Dan Grazier dell’organizzazione no-profit statunitense, Project on Government Oversight (Pogo), qualsiasi affermazione espressa dalla Difesa Usa riguardo la reale operatività degli F35 sarebbe “dimostrabilmente falsa”. Essi dovrebbero essere considerati soltanto come dei “Costosi prototipi”. Ma i vertici della Marina sono in disaccordo affermanti che tutte le criticità sono state risolte. “Questi F35 sono pronti per il combattimento: se dovessimo usarli in combattimento oggi, sono pronti al decollo”, ha affermato con chiarezza il contrammiraglio Cooper.
Un problema condiviso con gli alleati
I chiacchierati caccia multiruolo F35 non sono un problema esclusivamente americano; acquistati da Regno Unito, Giappone, Israele, Italia e presto forse da Germania e India, le loro carenze e problematiche continuano a riecheggiare in ogni analisi che compare sulla stampa. Recentemente anche la Corea del Sud ha ordinato 40 unità F35 nella versione A: decisione che ha irritato non poco la cugina Corea del Nord, definita su un articolo lanciato dall’agenzia stampa controllata dal governo Kcna: “Una pericolosa mossa contro l’eccezionale atmosfera di riconciliazione”.
Gli F35 nella versione B
I Joint Strike Figther – caccia multiruolo monoposto di 5ª generazione ad ala trapezoidale con capacità stealth – configurati nella variante ‘B’ sono stati sviluppati appositamente per il decollo Stovl – short takeoff/vertical landing – a differenza dei comuni caccia imbarcati progettati per essere lanciati dalla catapulte e recuperati dal sistema Catobar -Catapult Assisted Take Off But Arrested Recovery . Sulla carta l’F35B ha raggiunto la capacità operativa nel luglio del 2015, quando il Corpo dei Marines degli Stati Uniti ne ha immediatamente schierata una squadriglia presso la bare aerea di Iwakuni, in Giappone, impegnandoli in diverse esercitazioni dimostrative nello spazio aereo al confine con la Corea del Nord. La variante Stovl dispone di una capacità di carburante inferiore a quella dell’F35A; è armato con un Gau/22A da 25 mm con 220 colpi in un pod esterno, due missili air-to-air alloggiati internamente e 7.500 chilogrammi di capacità per munizionamento Gbu e Jdam da trasportare anche su 6 piloni subalari. Gli F35B sono la stessa versione destinata ad essere imbarcata sulla portaerei britannica Hms Queen Elizabeth.