I primi nuclei di quello che poi diventò l’Esercito Repubblicano, non si costituirono dopo la proclamazione della Repubblica Sociale tanto meno per imposizione dei tedeschi, ma sorsero spontaneamente nelle ore immediatamente successive alla diffusione della notizia che l’armistizio era stato firmato.
Quanti furono i soldati che in quei momenti di assurda cecità dei comandanti, decisero liberamente, in completa autonomia di rifiutare la capitolazione senza combattere e di assumere la coraggiosa e tragica decisione di non accettare il cambiamento di fronte?
Si ribellarono di certo tutti i battaglioni della Milizia, tranne uno. Rifiutarono il disonore i marinai della Decima Flottiglia Mas, i paracadutisti della Nembo di stanza in Sardegna e nell’Italia Meridionale, i sommergibilisti di base a Bordeaux, di cui parleremo in seguito e numerosi altri reparti, anche dell’esercito dislocati dentro e fuori dai confini italiani. Non furono però soltanto interi reparti guidati da ufficiali a fare questa difficile scelta, ma spesso singoli giovani che, in completa autonomia, a migliaia, si presentarono alla spicciolata ai comandi germanici chiedendo di essere accolti come volontari per non passare armi e bagagli con il nemico.
Quando Mussolini proclamò la Repubblica Sociale Italiana, trovò già pronti alla più totale obbedienza almeno 180.000 uomini (186.000 secondo Battistelli e Molinari nel saggio “le Forze armate della RSI) che furono la base per il nuovo esercito prima ancora che il Maresciallo Graziani, nominato Ministro della Difesa, desse vita alla riorganizzazione delle Forze Armate con i soldati addestrati in Germania (12000 fra ufficiali, sottufficiali e soldati scelti fra le decine di migliaia che avevano chiesto di aderire alla RSI)e con la chiamata alle armi delle classi 1924 e 1925.
Una piccola parentesi, contrariamente a quanto si ripete per sottolineare l’imposizione che venne fatta ai giovani di presentarsi alle armi, va detto che la risposta fu invece entusiasmante contro ogni aspettativa. I dati ufficiali non sono mai stati resi noti nel dopoguerra, per ovvi motivi, Pisanò racconta da ricerche approfondite fatte che la renitenza non superò il 5 per cento.
Ecco la testimonianza tratta dal libro del generale, noto studioso di questioni militari, Emilio Canevari “Graziani mi ha detto”: L’affluenza delle reclute era enorme, senza precedenti non vi erano quasi renitenti di leva, mentre non esistendo quasi più i carabinieri, non si poteva di certo dire che l’affluenza ai distretti fosse stata determinata dalla paura di sanzioni.(…)al primo posto fu l’Emilia col 98 (dico novantotto) per cento dei presentati. Non è forse questo l’indice migliore del favore col quale era stata accolta dal popolo la costituzione del nuovo governo?”
Entro la fine del 1944 se ne erano presentati per l’arruolamento altri 350.000.
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fonte – https://www.ereticamente.net/2015/03/gli-uomini-che-scelsero-lonore.html