Segnalazione Linkiesta
Il leader di via Bellerio lavora a un centrodestra a sua immagine e somiglianza. Vuole essere il successore di Berlusconi. E ha bisogno di non rompere la coalizione. Il patto con Di Maio serve a consolidare un nuovo bipolarismo: il loro
di Alessandro Franzi
Chi e come andrà a Palazzo Chigi, però, lo si vedrà solo nelle prossime settimane. Certo è che Salvini ha in mente da parecchio tempo un centrodestra che qualcuno ribattezzerebbe “Lega Italia”. Non è importante il nome, quanto la strategia. Dalla fine del 2013, il segretario del Carroccio ha lavorato alla costruzione di una sua proposta nazionale, non più circoscritta al Nord Italia. Ha adottato parole d’ordine unificanti: contro la sovranità ceduta all’Unione Europea, contro le nuove migrazioni, contro l’Islam. Ha dato scandalo con i suoi discorsi improntati alla dissacrazione del politically correct. E ha inaugurato quello che gli riesce sempre bene: una campagna elettorale permanente, che è scesa al Sud, passando per le regioni del Centro Italia che lo hanno premiato con risultati elettorali spesso a due cifre. Salvini rappresenta la nuova destra. Non solo quella radicale che si è raccontata in questi mesi. Il suo messaggio estremo ha raggiunto un elettorato moderato rimasto senza riferimenti, e dunque pronto ad affidarsi senza remore intellettuali. Salvini rappresenta dunque anche un nuovo centrodestra, che non ha più in Berlusconi il suo totem.
Dalla fine del 2013, il segretario del Carroccio ha lavorato alla costruzione di una sua proposta nazionale, non più circoscritta al Nord Italia. Ha adottato parole d’ordine unificanti: contro la sovranità ceduta all’Unione Europea, contro le nuove migrazioni, contro l’Islam. Ha dato scandalo con i suoi discorsi improntati alla dissacrazione del politically correct
Il passo di questo centrodestra sempre più vicino nelle gerarchie e nelle ambizioni lo si è visto realizzarsi in Liguria, dove con la presidenza di Giovanni Toti, un berlusconiano, e il sostegno determinante della Lega salviniana, incarnata dal luogotenente Edoardo Rixi, lo schema di governo è tornato a funzionare ben prima delle elezioni Politiche di quest’anno. A parti inverse è quello che accade anche nella Lombardia guidata ora dal leghista Attilio Fontana. Ed è quello che avviene nelle varie amministrazioni comunali conquistate dal centrodestra nell’ultimo biennio – da Genova a Sesto San Giovanni – che sono la vera ossatura di questa coalizione che aspira a diventare la Lega Italia: se dovesse buttarsi nelle braccia del Movimento 5 Stelle, che elettoralmente vale il doppio, Salvini perderebbe l’ancoraggio territoriale che fino a questo momento gli ha garantito una solidità politica anche maggiore di quella dei grillini (e di cui è stato attento custode Giancarlo Giorgetti, l’uomo forte di via Bellerio, a cui si deve la rinnovata alleanza con Berlusconi). Non è un caso che Toti sia il sostenitore più esplicito, dalle parti di Arcore, del partito unico o della federazione di un centrodestra diverso dal passato.
Il passo di questo centrodestra sempre più vicino nelle gerarchie e nelle ambizioni lo si è visto realizzarsi in Liguria, dove con la presidenza di Giovanni Toti, un berlusconiano, e il sostegno determinante della Lega salviniana, incarnata dal luogotenente Edoardo Rixi, lo schema di governo è tornato a funzionare ben prima delle elezioni Politiche di quest’anno
Twitter: @ilbrontolo
Fonte: http://linkiestait.musvc1.net/e/t?q=6%3dLZQZN%26J%3dI%26G%3dHdK%26H%3dFeKYI%26S%3dzM9N_0thx_K4_7yks_GD_0thx_J9BUE.ExL3BtQB4.xR_0thx_J9xR_0thx_J9pPBBrJw_Kf1h_UuZRTM_Pive_ZxcH_Pive_ZxUL_Pive_ZxB1-TwK4-MtBtRBBAM-vB-894OxL1-8-5PwGsC0Lx-D7KE9-1MpJ14-t-B1-FpG7-01G-AM_7yks_GDKZJe4p9sO_Kf1h_Uu%26B%3d5N8TuT.3CB%26B8%3dYPaIh