di Matteo Castagna
Anche se pochi, a volte divisi o disorganici per miserie umane, forse perché il Diavolo colpisce laddove vi è l’integrità della Fede e, quindi, mette la coda tra i difetti e le mancanze dei figli della Luce, la Tradizione Cattolica è più viva che mai, perché non può morire, perché è militante e presente nel mondo.
Gli attacchi anacronistici, un po’ grossolani, di certo ridicoli ma duri delle sinistre e degli storici nemici di Gesù e della Sua Chiesa, che si stanno concentrando contro di noi ed i nostri amici, proprio in questi giorni, dimostrano come la forza della Verità, testimoniata pubblicamente (e non relegata alla coscienza individuale o nascosta negli oratori) sia dirompente e stia facendo impazzire la bile di atei, liberali, anticlericali, genderisti, figliocci di Stalin.
Come scrivo nel mio libro, anche oggi si deve prendere posizione. Si deve sapere da che parte stare, senza rinchiudersi nell’inutile intellettualismo di chi teme l’azione, nella pavidità del quieto vivere, nell’alienazione dalla realtà, nel calduccio del proprio orticello ben recintato, nella confusione ecumenista, nell’illusione del primato dei numeri sull’unità nella Verità, nel personalismo, nell’egoismo, nella chiusura mentale, nel brandire spade spuntate dall’ambiguità dottrinale o, addirittura, morale. Teosofia ed esoterismo, di ogni ordine e grado sono corpi estranei alla Tradizione, un grave danno per le anime, che ogni integrista ha l’obbligo di non professare né divulgare.
Ieri, come oggi, siamo Cattolici Apostolici Romani Integrali, ovvero integralmente Cattolici. Siamo integristi, come lo voleva la “linea piana” del “Sodalitium Pianum” di Mons. Umberto Benigni, seppur attualizzato dalle mutate circostanze. (trovate il programma del “Sodalitium Pianum” al bottone del sito: “CHI SIAMO”)
Siamo eredi politici di chi, nel XX secolo, si pose a difesa della tradizione (con tutti i dovuti e doverosi distinguo) favorendo la Chiesa Cattolica, costruendo argini al comunismo materialista, all’ateismo, all’americanismo tecnicista, al liberalismo, alla massoneria, ai poteri occulti, all’ “internazionale bianca”, in tutte le sue sfaccettature, all’antifascismo preconcetto o radicale, che oggi si esprimono nel “globalismo europeista”.
Siamo, dunque, populisti perché tradizionalisti, quindi “veri amici del popolo” (San Pio X), sovranisti perché lavoriamo per uno Stato sovrano, corporativo, per l’amor di Patria e la Regalità Sociale di Cristo, identitari per natura, perché la “Civitas Christiana” fece l’Europa col sangue dei martiri, unita nella Religione Cattolica, con epicentro a Roma, ma diversa nelle peculiarità locali dei diversi popoli. A questa unità e alla libertà delle altre diversità noi aneliamo, alleandoci, in questo particolare momento storico, con chi ci appare non ostile. Guardiamo con particolare interesse all’Ungheria di Orban ed alla Russia di Putin, ma alcuni aspetti importanti, rappresentati da Steve Bannon, che ci stima molto come cattolici tradizionalisti, potrebbero configurare un futuro diverso da quello fin qui proposto nell’Alleanza Atlantica. Con prudenza, continuiamo un dialogo politico aperto.
La questione ecclesiale, nel contesto erede del XX secolo, ove lo spartiacque è costituito dal Concilio Vaticano II (1962-1965) è di fondamentale importanza perché il sacerdote è l’ “Alter Christus” tridentino cui baciare la mano consacrata, non l’assistente sociale conciliare con cui giocare o da aiutare per una mancia proveniente dall’accoglienza business di un’immigrazionismo che è mondialismo spacciato per carità cristiana.
Nel 2018 le categorie sono cambiate con gran velocità. I tradizionalisti sono coloro che constatano la Sede Vacante per eresia manifesta del sedente e religiosi, a tutti i livelli, in comunione con lui. Sono coloro che rigettano il Conciliabolo Vaticano II, le riforme successive e, quindi, non sono in comunione con gli occupanti dei Sacri Palazzi. Noi riteniamo che un intervento divino rimetterà in ordine la Chiesa, che dal 1958 (morte dell’ultimo Papa, Pio XII) si trova in stato di necessità oggettivo e soggettivo, ma abbiamo la Grazia di avere comunque chierici canonicamente validi e legittimi, seppur privi di giurisdizione ordinaria, proprio a causa di questa vacanza di Autorità, esplicitata al Conciliabolo Vaticano II della “Contro-Chiesa” umanamente vincitrice sul drappello rimasto cattolico. A noi vanno il compito dello studio, della preghiera e della testimonianza di vita cristiana, incorrotta da stravaganze conciliari e carismatiche, pur coi nostri limiti, peccati e difetti. Noi siamo solo mezzi nelle mani di Dio, senza il quale nulla è possibile. Dobbiamo sforzarci, perciò di piacerGli, ovvero di “essere esempio”. E l’esempio non lo troviamo più nelle parrocchie occupate dai modernisti, lo dobbiamo costruire nelle nostre famiglie e, pian piano dobbiamo cercare di allargarlo. Quindi, noi integristi rigettiamo ogni compromesso in Religione, sia esso per prebende, status sociale, comodità, viltà, questioni di denaro, professione, altri interessi personali o comunitari, rispetto umano, questioni psicologiche, che consideriamo falsi ostacoli posti dal Maligno per impedirci di aderire completamente alla Verità evangelica, alla Tradizione, alla Santa Chiesa Cattolica.
Dopo questa doverosa premessa, che ribadisce la linea adottata dal Circolo “Chirstus Rex” (divenuto nel Gennaio del 2015 Circolo “Christus Rex-Traditio”) in parte dalla fondazione nel gennaio 2007 e completamente dal 2009, pubblichiamo il Video che ci ha inviato l’amico Avv. Pietro Ferrari per la pubblicazione in tre parti, il cui contenuto è fondamentale per i tempi che stiamo vivendo. Siamo giunti al piccolo gregge rimasto fedele, disperso nel mondo, con pochi sacerdoti e pochi vescovi. Fu profetizzato, già nell’Apocalisse di San Giovanni. Non dobbiamo disperare perché esiste il dogma del “non praevalebunt”, ovvero “le fiamme degli Inferi non prevarranno mai sulla Chiesa di Cristo”.
Gli ordini sacri riformati da Montini, come la “messa” novus ordo sono invalidi e dobbiamo, da Cattolici integristi, prenderne atto, con tutte le dolorose conseguenze del caso, sacrificarci per assistere attivamente solo alla Messa di sempre, celebrata da veri sacerdoti, senza compromessi:
Perfettamente d’accordo. Bellissima e completa analisi
chiara esposizione di posizione, in cui mi allineo,aspettando con trepidazione che il Signore ripristini la gerarchia vera nella Chiesa cattolica alterata (ovvero non più cattolica)
E’ un’attesa che noi consigliamo di trascorrere nella preghiera e nell’azione. Singolarmente o in gruppo. Mantenendo accesa la fiaccola della Tradizione.
Mala tempora currunt…sed non praevalebunt!