Ci sarà pure un motivo, uno solo, capace di spiegare perché più ci allontaniamo temporalmente dal fascismo e più cresce la curiosità intorno al suo fondatore, Benito Mussolini. Eppure i sette decenni e passa trascorsi dalla fine del regime e dalla guerra perduta sono stati tutti scanditi nel segno della demonizzazione del Duce e alla sua damnatio memoriae. Evidentemente, qualcosa dev’essersi inceppato se a dispetto del tempo persino all’estero oggi c’è chi – è il caso del britannico Guardian -, in un articolo («Regali per gli amici fascisti») ispirato dal boom di vendite dei calendari di Mussolini, si interroga sul crescente interesse degli italiani nei confronti del Duce.
«Fazioni nostalgiche hanno a lungo contribuito a tenere vivo lo spirito di Mussolini – scrive non senza acredine il giornale britannico – ma il fiorente populismo di destra sta ulteriormente demolendo i tabù». The Guardian, manco a dirlo, la butta in politica e passa in rassegna l’attualità italiana partendo (ovviamente) da Matteo Salvini. «Qualche volta cita Mussolini – vi si legge -, mentre i sostenitori della Lega hanno partecipato a manifestazioni con le immagini del dittatore a fianco al nome di Salvini. Le marce organizzate da gruppi neofascisti come Forza Nuova e Casapound sono diventate un evento normale».
Il giornale: «Il Duce evoca ordine e realizzazioni»
A giudizio del quotidiano, una delle ragioni per cui lo spirito del Duce continua ad «aleggiare» è perché «alcuni italiani lo considerano come l’ultimo “uomo forte“», che non solo ha ripristinato «legge e ordine», ma che «ha costruito case migliori, strade, sistemi di trasporto e scuole, investendo anche nell’industria». Che è come dire che gli italiani non credono più alle bugie raccontate in questi anni. Il punto è proprio questo: in molti è in atto una crisi di rigetto verso le vulgate ufficiali ancora oggi un uso ad un establishment istituzionale, politico e culturale che con il fascismo e Mussolini non ha mai voluto né saputo seriamente regolare i conti sotto il profilo della verità storica. Quando è così, è fatale che alla fine il morto si vendichi afferrando il vivo. E non si capisce più chi è il morto e chi è il vivo.
fonte – http://www.secoloditalia.it/2018/12/linglese-guardian-boom-di-calendari-del-duce-litalia-vuole-luomo-forte/amp/