QUINTA COLONNA
di Marcello Veneziani
A Natale la politica italiana ha toccato il fondo, perdendosi in un barattolo di Nutella.
Un leader, anzi il leader più popolare d’Italia, l’ultima speranza di tanti, il ministro degli interni, e insieme colui che dovrebbe cambiare l’Italia e salvarla dai malesseri, si mostra in pubblico mentre addenta una fetta di pane e nutella. Crede così di apparire rassicurante, uomo comune, italiano-tipo, un po’ ragazzo, buono come il cioccolato, eroico con sprezzo del pericolo di ingrassare. Banale, un po’ volgare.Ma riesce anche in quell’occasione a essere superato in banalità e demenza, con l’aggiunta del rancore, dai suoi nemici politici che associano quel morso alla Nutella all’assenza di rimorso per i terremotati (e per un ennesimo delitto di ‘ndrangheta). Ma come, tu ostenti di mangiare Nutella mentre si ha notizia di un terremoto? Mangi anziché accorrere e assistere alle popolazioni? A parte che non ci sono state vittime, per fortuna, a parte che sarebbe pura ipocrisia fingere apprensione e concentrazione sulle tragedie anche nei giorni di Natale, a parte che ogni giorno ci sarebbe un motivo per non addentare Nutella, a parte che si può spararsi una fetta di Nutella a prestare soccorso, a parte tutto… Ma come si fa ad attaccare Salvini non sulla pochezza della sua scelta d’immagine ma sul fatto che anche una scemenza del genere debba essere considerata politically uncorrect? Ricorda quelli che predicavano anoressia militante, e permanente, perché c’è la fame nel mondo…
Come si fa a ridurre la politica al conflitto sulla Nutella? Ma che miserabile, dolciastra e rancorosa robetta si è ridotta la politica se un messaggio politico è mostrarsi con la Nutella e il messaggio opposto è mostrarsi indignati? A Salvini chiedo solo: ma come si fa nei giorni di overdose di dolciumi a spararsi pure una fetta di pane e Nutella e a postarla pure con orgoglio? Che figura di cioccolata, si diceva ai tempi del linguaggio garbato, per non dire la parola escrementizia. Lui, figura di cioccolata, loro, i suoi nemici, direttamente cioccolata, perché cercano di sfruttare quell’immagine a scopi politico-umanitari.
MV, 27 dicembre 2018
Come si fa a ridurre la politica al conflitto sulla Nutella? Ma che miserabile, dolciastra e rancorosa robetta si è ridotta la politica se un messaggio politico è mostrarsi con la Nutella e il messaggio opposto è mostrarsi indignati? A Salvini chiedo solo: ma come si fa nei giorni di overdose di dolciumi a spararsi pure una fetta di pane e Nutella e a postarla pure con orgoglio? Che figura di cioccolata, si diceva ai tempi del linguaggio garbato, per non dire la parola escrementizia. Lui, figura di cioccolata, loro, i suoi nemici, direttamente cioccolata, perché cercano di sfruttare quell’immagine a scopi politico-umanitari.
MV, 27 dicembre 2018
fonte – http://www.marcelloveneziani.com/articoli/politica-di-cioccolata/
Ho letto di commento positivo su Salvini, perchè si offre ad un linguaggio comune, percepito dalla maggior parte del popolo. Mi starebbe bene, se non fosse che un ministro farebbe bene a postare poco e lavorare di più senza tanto mostrarsi…La storia con la Isoardi è pure storia penosa che sarebbe stato meglio mantenere nascosta.Non capisco perchè, ci penso da parecchio tempo,spesso i politici mediocri, o positivi, con la nazione sono mal sposati o conviventi, mentre i politici pessimi hanno matrimoni in apparente ottimo stato…Boh ! Se qualcuno mi fornisce elementi per capire, lo ringrazio. Eccezione per il ministro (Lega) della Famiglia.