Il candidato della destra che il 28 ottobre ha conseguito un’ampia vittoria alle presidenziali brasiliane può contare ora sul giovane magistrato cui demanda il rinnovamento completo dell’impianto giudiziario e legislativo del Paese. E il superministro dichiara: “mi ispiro a Falcone”
Sergio Moro, il magistrato anticorruzione brasiliano designato dal neo-Presidente della Repubblica Jair Messias Bolsonaro “super-ministro” della giustizia, ha formalmente lasciato ieri la magistratura. Da oggi assume quindi pieno incarico come responsabile governativo nella squadra di transizione (Equipe de Transição) creata da Bolsonaro subito dopo la sua vittoria al ballottaggio del 28 ottobre per preparare il rinnovamento completo dell’impianto politico-istituzionale del Paese. Il leader della destra brasiliana ed ex capitano dell’esercito, si sta sbarazzando infatti alla svelta di tutti coloro che hanno rischiato di precipitare lo Stato nel caos e nell’illegalità.
Anche se entrerà in carica a partire dal 1° gennaio 2019, Bolsonaro ha così già predisposto l’avvicendamento delle figure-chiave al vertice dell’Amministrazione federale che, negli ultimi 14 anni di governo del Partito dei Lavoratori (PT), hanno destabilizzato e provocato immensi danni al Paese. Per questo motivo il giudice Moro, artefice della condanna a 12 anni di carcere per corruzione dell’ex Presidente del PT Lula da Silva, è stato immediatamente assunto come ministro della giustizia e potrà avvalersi di poteri speciali inglobando anche l’attuale ministero “della Pubblica sicurezza”.
Moro è stato il titolare dell’inchiesta “Lava Jato”, incentrata sui fondi neri della Petrobras, scandalo considerato il più grande episodio di corruzione della storia contemporanea del Brasile, che ha portato in carcere numerosi imprenditori, politici e uomini di governo, tra i quali appunto l’ex capo di Stato, considerato per decenni un “paladino dei poveri” dalle sinistre europee.
In una recente intervista al quotidiano brasiliano “Folha de Sao Paulo”, Moro ha dichiarato di aver preso la decisione di mettere la sua esperienza di giudice al servizio della politica ispirandosi alla figura di Giovanni Falcone. “Ricordo come Falcone, un giudice molto migliore di me, dopo essere riuscito ad eliminare l’impunità di Cosa Nostra, ha deciso di lasciare Palermo per andare a Roma, lasciando la toga per diventare direttore degli Affari Penali al ministero di Giustizia“, ha detto. “Se ho fortuna, potrò anch’io fare qualcosa di importante” ad imitazione del magistrato siciliano, ha aggiunto Moro. Al suo ingresso nella squadra di Bolsonaro, il giovane magistrato (46 anni) ha dovuto subire accuse e critiche da parte di notevoli settori che lo hanno sempre accusato di “parzialità” contro la sinistra. Ma il nuovo presidente brasiliano non sembra proprio avere complessi d’inferiorità e, nelle stesse ore in cui Moro formalizzava le sue dimissioni, ha reso nota una sua lunga conversazione telefonica con il primo ministro ungherese Viktor Orbán, dichiarando di voler essere un “grande partner” del leader della destra sovranista euro-orientale.
Anche se entrerà in carica a partire dal 1° gennaio 2019, Bolsonaro ha così già predisposto l’avvicendamento delle figure-chiave al vertice dell’Amministrazione federale che, negli ultimi 14 anni di governo del Partito dei Lavoratori (PT), hanno destabilizzato e provocato immensi danni al Paese. Per questo motivo il giudice Moro, artefice della condanna a 12 anni di carcere per corruzione dell’ex Presidente del PT Lula da Silva, è stato immediatamente assunto come ministro della giustizia e potrà avvalersi di poteri speciali inglobando anche l’attuale ministero “della Pubblica sicurezza”.
Moro è stato il titolare dell’inchiesta “Lava Jato”, incentrata sui fondi neri della Petrobras, scandalo considerato il più grande episodio di corruzione della storia contemporanea del Brasile, che ha portato in carcere numerosi imprenditori, politici e uomini di governo, tra i quali appunto l’ex capo di Stato, considerato per decenni un “paladino dei poveri” dalle sinistre europee.
In una recente intervista al quotidiano brasiliano “Folha de Sao Paulo”, Moro ha dichiarato di aver preso la decisione di mettere la sua esperienza di giudice al servizio della politica ispirandosi alla figura di Giovanni Falcone. “Ricordo come Falcone, un giudice molto migliore di me, dopo essere riuscito ad eliminare l’impunità di Cosa Nostra, ha deciso di lasciare Palermo per andare a Roma, lasciando la toga per diventare direttore degli Affari Penali al ministero di Giustizia“, ha detto. “Se ho fortuna, potrò anch’io fare qualcosa di importante” ad imitazione del magistrato siciliano, ha aggiunto Moro. Al suo ingresso nella squadra di Bolsonaro, il giovane magistrato (46 anni) ha dovuto subire accuse e critiche da parte di notevoli settori che lo hanno sempre accusato di “parzialità” contro la sinistra. Ma il nuovo presidente brasiliano non sembra proprio avere complessi d’inferiorità e, nelle stesse ore in cui Moro formalizzava le sue dimissioni, ha reso nota una sua lunga conversazione telefonica con il primo ministro ungherese Viktor Orbán, dichiarando di voler essere un “grande partner” del leader della destra sovranista euro-orientale.
FONTE: http://www.ilpopulista.it/news/21-Novembre-2018/30484/pronto-il-super-ministro-della-giustizia-del-nuovo-brasile.html