Il fisico contro le patrie

QUINTA COLONNA
di Marcello Veneziani
Anche il fisico Carlo Rovelli ha voluto allinearsi al Tema Permanente: attaccare il patriottismo perché si tramuta in veleno nazionalista, nazista e razzista, e cantare le lodi all’umanità senza frontiere. Ha scritto ieri un lungo articolo sul Corriere della sera intitolato “L’unica nazione è l’umanità”.
Ma perché dobbiamo tradurre l’amor patrio con la sua degenerazione violenta e razzista, non è possibile amare e tutelare la propria nazione, la propria civiltà senza degradare in xenofobia e razzismo? Quando parliamo di religione, la riduciamo forse al fanatismo e alla persecuzione religiosa? Quando parliamo di famiglia, di amore paterno, filiale o materno, dobbiamo necessariamente ridurla agli abusi e ai soprusi compiuti talvolta in suo nome? E cambiando versante, perché quando parliamo di uguaglianza non l’associamo subito al ricordo del Terrore giacobino o agli orrori del comunismo in tutti i suoi regimi? O quando parliamo di libertà la riduciamo forse agli abusi di libertà che conducono alla violenza, alla droga, alla sopraffazione e all’arbitrio?
L’amor patrio, il legame naturale e culturale con la propria nazione e le sue tradizioni, è un bisogno fondamentale dell’animo umano e appartiene ad ogni epoca e a ogni civiltà. Ci sono vari modi di intendere quel legame. Oggi, il modo più coerente non è chiudersi nelle tribù l’un contro l’altra armate, ma integrare le nazioni in contesti più ampi, come l’Europa, e riconoscere reciproca legittimità e valore alle nazioni, la tua come la mia. Ma si può amare l’umanità a partire dalla propria città, dalla propria terra, dalla propria nazione. Sentire la solidarietà a partire da chi è più vicino verso chi è più lontano. Continua a leggere

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E nun ce vonno sta’

di Raffaele Pengue
E nun ce vonno sta’
Fonte: byebyeunclesam
Succedono tante cose in questo strano Paese. Forse sarà il caldo che rende tutti un po’ nervosi, ma siamo tutti concentrati, con rabbia, angoscia, curiosità e tifo. E il punto non è la paura del ritorno al fascismo (una colossale sciocchezza) e al razzismo e altri concetti propri del caldo e dell’assenza di un pensiero. Non sono neanche le magliette rosse (oramai i colori iniziano a scarseggiare…), hanno già annoiato. Non sono i digiunatori. Il borghese da centro storico, il “radical chic con il Rolex e l’attico a New York”. La duecentesima “reunion” del PD all’Ergife. L’ennesimo scoop sulla Raggi: “Chi di buca ferisce di buca perisce: Virginia Raggi inciampa e rischia di cadere”. La fine dell’era degli Emilio Fede e delle meteorine, perché comincia finalmente la stagione della tivù di qualità e perciò, colpo di scena: in tivù Matteo Renzi. No. Il problema dei problemi d’Italia, è ‘sto fatto che un mondo sia ormai fuori dai giochi. Un mondo che per non dissolversi del tutto confida nella zizzania e così separare i gialli dai verdi. Diventati, negli ultimi mesi, il parafulmine e i responsabili principali di ogni disumanità internazionale. Continua a leggere

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La fine della nostra civiltà

della dott.ssa Silvana De Mari
Abbiamo buttato via il posto di figlio di Dio per diventare un bambino all’orfanotrofio… ripartiamo dal rosario

Ha spiegato Konrad Lorenz, in Gli otto peccati capitali della nostra civiltà, che una civiltà è come un ecosistema. Quando si sopprime qualcosa in un ecosistema, qualcosa che sembrava inutile o irrazionale o dannoso, si possono ottenere catastrofi assolutamente inaspettate, completamente involontarie e deliziosamente irreversibili. Una civiltà è come un arazzo: si taglia in un punto un filo e mezzo arazzo si disfa.
Come diceva la buonanima di Chesterton, prima di tirare giù una palizzata, poniti il problema del perché è stata costruita. Forse è vero che ormai è inutile, ma potrebbe anche non esserlo, quindi questa domanda fattela, e comincia a dirti subito che se l’unica risposta che ti viene in mente è che tu sei sicuramente molto più intelligente dei tuoi antenati che erano cretini, quella risposta è sbagliata.
Una civiltà si è formata nell’arco di secoli e tutti i tasselli hanno un senso.
Con questo non voglio dire che le società devono restare immobili e sempre identiche a se stesse, altrimenti abbiamo le terrificanti civiltà circolare dove tutti fanno sempre le stesse cose. L’operazione, però, fatta con l’Illuminismo prima e con il ’68 poi – ovvero di denigrare e rinnegare la religiosità, il mito, il rito, senza nemmeno chiedersi per quale necessità siano nati, quali erano tutti i loro significati e vantaggi, senza nemmeno avere un dubbio che un significato e un vantaggio da qualche parte ci fossero – è stata un suicidio. Faccio u discorso assolutamente laico, che ha valore anche per i non credenti. Continua a leggere

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Zio Sam, l’Ipocrita dei Diritti Umani

di Paul Street
Zio Sam, l’Ipocrita dei Diritti Umani
Fonte: SakerItalia
Quest’anno ricorre il 70-esimo anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani [in inglese]. Firmato dagli Stati Uniti e adottato dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948, il documento fu un grande e luminoso passo avanti nell’articolazione del modo in cui gli esseri umani potrebbero organizzare i loro sistemi sociali e politici in accordo agli ideali di democrazia e di civiltà.
Gli Stati Uniti hanno per lungo tempo maneggiato la Dichiarazione Universale (DU) come un’arma da brandire selettivamente contro i nemici ufficialmente designati. Ma sette decenni dopo aver firmato il documento (e averlo strombazzato), la società americana si trova in situazioni, raramente notate, di palese violazione dei principi chiave della dichiarazione. Continua a leggere

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Sui nemici della civiltà

di Maurizio Blondet
Sui nemici della civiltà
Fonte: Maurizio Blondet
Una coppia   americana ha deciso di allevare  l’essere che hanno generato  (che hanno chiamato Zoomer)  “senza genere”:   «Sarà lei/lui a scegliere in quale sesso riconoscersi, una volta che sarà in grado di esprimersi».  Ne ha parlato elogiativamente  Il Sussidiario il 16 aprile, come i due si rivolgano a Zoomer con un pronome neutro.   “I  genitori di Zoomer non vogliono che cresca limitata/o da una cultura fatta di stereotipi di genere.  Il “gender creative” è un metodo educativo per far sviluppare la creatività di Zoomer….”.
Ovviamente, non è che la creaturina sia di sesso incerto. E’ che sono i genitori, ferrei aderenti all’ultima ideologia di moda,  a non aver “voluto rivelare se sono genitori di un maschio o di una femmina, preferendo «liberarsi dagli stereotipi».  La giornalista nemmeno coglie il carattere ideologico, fanatico, del linguaggio dei genitori: «Ho deciso di non assegnare un sesso a Zoomer. Aspetterò che scelga da sola/o in quale dei due identificarsi”.   Dunque “io ho deciso” per Zoomer, al suo posto. Non è assurdo? No, e nemmeno è più una notizia da rilevare con sorpresa, come fa  Il Sussidiario. Ormai alla Università Statale di Milano si tengono “seminari a cadenza mensile sulla medicina e farmacologia di genere”, ossia sull’uso dei farmaci ormonali  che sospendono la pubertà dell’adolescente, in modo che sia lui/lei a scegliere “libero da stereotipi”, più tardi. Continua a leggere

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Fantoccio del Duce a Macerata, solita tragicommedia degli infami

La vigliaccheria dei nonni, padri, figli, figliastri di traditori, imboscati e compagni è sempre la stessa. Ma la Mussolini non va lasciata sola, perché la sua è una battaglia di civiltà, che finalmente va portata a compimento: “in gabbia i cani da Piazzale Loreto!” (Matteo Castagna, “Christus Rex”)

Scritto e segnalato da Antonio Amorosi
Macerata, scontro tra Alessandra Mussolini e il sindaco sul fantoccio del duce
Dopo il fantoccio del duce in piazza a Macerata, scontro al limite dell’impatto fisico tra Alessandra Mussolini e il sindaco Pd Romano Carancini

 Macerata, scontro tra Alessandra Mussolini e il sindaco sul fantoccio del duce

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Il Corriere della Sera si schiera: "L'islamismo uccide la nostra civiltà"

http://www.secoloditalia.it/files/2018/02/gori-vuole-il-patto-con-lislam.png

l’analisi del rapporto con i cittadini islamici che vivono in Italia, dalle colonne del Corriere del professor Angelo Panebianco, centra la questione Islam

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