L'euro spopola. Letteralmente (si chiama genocidio)

L'EURO SPOPOLA. LETTERALMENTE ( Si chiama genocidio)

L’EURO SPOPOLA. LETTERALMENTE ( Si chiama genocidio)

L’euro spopola. I paesi poveri. Una unione monetaria imperfetta che rende fissi i tassi di cambio, rende flessibile la demografia. Un rapporto della Commissione Europea riferisce che la Grecia perderà il 20% della propria popolazione,  per la doppia deriva del calo della natalità e della fortissima emigrazione – a sua volta dovuta alla crisi economica imposta  dalla “cura” punitiva tedesca …
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Euroitalia: il ricatto di Target2

di Roberto Pecchioli
Euroitalia: il ricatto di Target2
Fonte: Ereticamente
Ambrose Evans-Pritchard è probabilmente il migliore giornalista economico d’Europa. Dalle colonne del conservatore DailyTelegraph, il suo sguardo spazia sul business internazionale senza paraocchi e, soprattutto, senza farsi megafono degli interessi dei piani alti. Un suo recente intervento dovrebbe far drizzare le orecchie agli osservatori e ai decisori di casa nostra. Sostiene Evans che è in corso una strisciante fuga di capitali dall’Italia. La prova è il nostro passivo nel sistema Target2 della Banca Centrale Europea. In un mese, è aumentato di 39 miliardi sino a 465 miliardi di euro. Una delle cause sarebbe la possibilità che diventi operativa l’emissione (che Evans chiama con sarcasmo sovversiva) dei Minibot, la moneta parallela destinata ai pagamenti della Pubblica Amministrazione, ma utilizzabile in via generale, giacché ogni mezzo di pagamento funziona in via fiduciaria, ovvero se la gente è disponibile ad accettarlo.
La preoccupazione (o la segreta speranza) dei mercati è che i risparmiatori privati italiani, detentori di somme assai rilevanti,si uniscano all’esodo. La prima considerazione è che la fuga di capitali proviene dai grandi investitori, dai fondi e dalle banche d’affari, supportate dalla stessa BCE. Ha dunque un carattere eminentemente politico, esattamente come la manipolazione dello spread, in mano non ai metafisici mercati, ma arma di ricatto della Banca Centrale. Continua a leggere

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Alert “Swexit”, Svezia prova a uscire da UE

SwexitSegnalazione Wall Street Italia
di Alessandra Caparello

Dai comizi fasciati da drappi con la croce uncinata e tatuaggi con le svastiche al governo della Svezia: a questo aspirano i membri della SD che hanno così ripulito la loro immagine dicendosi non razzisti bensì conservatori sociali.
“Crediamo nei valori sociali e cerchiamo di proteggerli, per esempio dall’immigrazione (…) Se populismo significa stare vicino alle persone e capirne i bisogni, allora siamo populisti. Ma se vuol dire che non abbiamo un’ideologia si va fuori strada. Abbiamo una forte ideologia basata su due capisaldi: uno Stato sociale con una solida sicurezza nazionale”.

Ha le idee chiare Mattias Karlsson, capogruppo di Sd al Parlamento intervistato da La Stampa in cui indica le mosse del suo partito, ossia la Swexit. Continua a leggere

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Italia laboratorio politico che smuove l'Europa

Risultati immagini per la fine della MerkelEurointelligence – La CDU/CSU è in aperta rivolta contro la Merkel

“Pensiamo davvero che i greci e gli italiani continueranno nella tradizione consolidata  di negoziare dei pessimi  accordi a loro sfavorevoli?”
Di Saint Simon – Giugno 16, 2018
In Germania tira aria di crisi di governo, a causa della contrapposizione tra il ministro dell’Interno Horst Seehofer, presidente del partito democratico-cattolico bavarese CSU, e la cancelliera Angela Merkel. Oggetto dello scontro è la politica sugli immigrati: Seehofer, in vista delle elezioni di ottobre in Baviera – confine meridionale della Germania su cui convergono le rotte mediterranee e quelle balcaniche – vorrebbe il totale respingimento alle frontiere dei rifugiati già registrati in altri paesi UE; la Merkel cerca un approccio più morbido per non esacerbare gli animi nei paesi europei sul confine esterno, ed ora si trova nella difficile posizione di dipendere da accordi bilaterali con gli italiani e con i greci per la sua sopravvivenza politica. Probabilmente cercherà di offrire in cambio larghe concessioni, ma in ogni caso non farebbe che rimandare la resa dei conti: l’immigrazione continua ad essere il potenziale deflagratore dei traballanti equilibri europei. Da Eurointelligence.
della Redazione, giovedì 14 giugno 2018. Continua a leggere

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L'Euro che unisce i popoli europei

Scritto e segnalato da Maurizio Blondet

L’EURO CHE UNISCE I POPOLI EUROPEI

(copio e incollo:) Il primo ministro Conte annullerà la visita a Parigi.  Il ministro degli Esteri Moavero convoca l’ambasciatore francese  (Macron  ammassa truppe al confine?).    In  Germania, il ministro degli interni Seehofer si complimenta con Salvini, e spacca con la Merkel. AfD sta per raggiungere lo SPD, sul piano elettorale esarà il secondo partito. “La differenza fra un cambio …
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Nel vortice di autodistruzione dell’Occidente-Mondo

Incapaci di leadership, sempre in ritardo politico.

di Maurizio Blondet
“La Russia deve essere al G7, piaccia o no, dobbiamo avere la Russia al tavolo negoziale”, vibra Trump in una non certo improvvisata uscita, e i salotti tv  anti-governativi scoprono che il primo ministro Giuseppe Conte, quello da loro dipinto come uno sciocco re travicello di una alleanza populista velleitaria, impreparata e scema, può dire  al suo primo vertice in Canada, per nulla intimidito: “Sono d’accordo con il presidente Donald Trump, la Russia dovrebbe tornare al G8. Nell’interesse di tutti”.
Non è che ci sia  qui una qualche alleanza.  Quella cui assistiamo è la disintegrazione dell’ordine occidentale, che comporta inaspettate ricomposizioni, forse temporanee. Le centrali pensanti inglesi, nel travaglio di  un Brexit che Merkel-Juncker vogliono sempre più ostile e punitivo, ha  colto l’occasione per  appoggiare il ben fondato malcontento italiano, spiegando in diversi articoli come sia la Germania la sola che  ci ha guadagnato dall’euro, e quella che ha più da perdere facendo della UE “un nemico invece che un alleato” dell’Italia.  E in altri articoli,  hanno spiegato a fondo la crisi di Deutsche Bank. E un articolo del Financial Times ha non poco poter nel mondo  della finanza internazionale. Continua a leggere

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Fermate l’Italia, voglio scendere

di Roberto Pecchioli
Fermate l’Italia, voglio scendere
Fonte: Ereticamente
Fermate l’Italia, voglio scendere. Uno dei problemi, invecchiando, è non riuscire più a comprendere ciò che vediamo. Sfuggono dalle mani i codici per decifrare la realtà nuova, ci si sente estranei, inadeguati e si finisce per rinchiudersi in se stessi. Se la vedano “loro”, noi rimaniamo spettatori di fatti che accadono nostro malgrado e di cui non sappiamo individuare senso o direzione. Come assistere a un film bengalese in lingua originale. Per questo siamo in tanti a voler scendere.
L’Italietta è diventata Italiaccia. Per un paio di giorni abbiamo avuto tre governi. Quello in carica “per il disbrigo degli affari correnti”, come recita la formula ampollosa e sottilmente umoristica del protocollo ufficiale, quello “del presidente” di Carlo Cottarelli, funzionario del Fondo Monetario Internazionale, nonché quello sgradito a tutte le oligarchie, capitanato dal professor Conte con la partecipazione del bieco bolscevico, fascista e anti europeo Paolo Savona. La formazione gesuitica del capo dello Stato ha permesso di riesumare una categoria teologica caduta nell’oblio, quella dei peccati commessi con pensieri, parole, opere e omissioni. Il processo alle intenzioni del diabolico ottuagenario Savona, pronto ad uscire dall’euro in 48 ore nette (?!) ha tuttavia consentito agli italiani di vederci più chiaro.
Il buon Mattarella si è presentato al popolo per rivendicare lo stop a Savona nel nomedei Mercati, rivelando – santa ingenuità – di chi è garante e presidente. Il commissario europeo con passaporto tedesco, HerrOettinger, colto anch’egli da un attacco di sincerità, ha ringhiato che ci penseranno i Mercati (sempre con la maiuscola!) a insegnare agli italianuzzi, piccoli, neri, sporchi e fetenti a votare come si deve. Persino Juncker, forse tradito dalla birra belga, ha rivelato apertisverbis quanto gli stiano sulle scatole gli abitatori dello Stivale, fannulloni, mantenuti, corrotti (verissimo, ma in affollata compagnia) e tante altre cose. Continua a leggere

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La Via Yankee al Sovranismo

di Riccardo Paccosi
La Via Yankee al Sovranismo
Fonte: Bye Bye Uncle Sam
Le ambivalenze della emergente prospettiva sovranista analizzate relativamente al caso italiano.
Un contributo da leggere con attenzione.
Ho iniziato a parlare dell’esistenza di una Via Yankee al Sovranismo, più o meno da quando ho iniziato a identificarmi, da un punto di vista marxista, con tale categoria politica. Dunque, intorno al 2012.
Infatti, dall’avvento dell’austerity del Governo Monti nel 2011, si è immediatamente palesato che, a fronte della rigidità tedesca che indirizzava le posizioni dell’Unione Europea imponendo politiche di macelleria sociale a Grecia e Italia, da parte degli Stati Uniti vi era un atteggiamento decisamente più elastico nei confronti della spesa pubblica e del bilancio statale. La troika che impartiva ordine ai governi euro-mediterranei, in altre parole, risultava essere composta dal “poliziotto buono” FMI e dal “poliziotto cattivo” Commissione Europea.
Così, molte figure pubbliche che in quel periodo e a vario titolo si pronunciavano contro l’austerity – per esempio Paolo Barnard, ma anche Stefano Fassina – enunciavano altresì esplicitamente la necessità di cercare sponda politica negli Stati Uniti e nel Fondo Monetario per uscire dalla trappola mortale del fiscal compact e dal controllo tedesco sulla nostra economia.
Da allora, molta acqua è passata sotto i ponti.
Otto anni di austerity hanno quasi del tutto eroso, presso l’opinione pubblica italiana ed europea, il preesistente sostegno alla prospettiva eurofederalista e hanno portato, quindi, il sovranismo al centro del dibattito politico e reso maggioranza parlamentare quelle forze politiche che, con varia gradazione, alle tematiche sovraniste sostengono di rifarsi. Continua a leggere

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Il nobel economia Krugman contro la scelta di Mattarella. Ecco perché l'antipolitica vince sull'establishment

Scritto e segnalato da Antonio Amorosi
Nobel economia Krugman contro Mattarella. Preferisce l’euro alla democrazia
Nobel economia Krugman, dure critiche a Mattarella: preferisce l’Euro alla democrazia. Krugman non è un populista ma fa capire perché la scelta è sbagliata

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GLI EUROPEISTI INVOCANO IL GOLPE – per salvare la Democrazia, ovvio

di Maurizio Blondet
Da quel che ho capito io, Mattarella non vuole i ministri che gli propone l’alleanza di governo. Dicono che continua  telefonare a Draghi per avere, diciamo, istruzioni o pareri: “Conti ti va?”.  Draghi: Per carità, e chi lo conosce. E’  incompetente. E’ un tecnico (i media ripetono: incompetente, troppo tecnico, ha falsato il suo curriculum)

NON ABBASTANZA competente.

Mattarella:  “Mi propongono Paolo Savona lo accetti? Draghi: “Di male in peggio, quello è troppo competente. E’ anche uno del sistema, quindi non possiamo attaccarlo come un barbaro invasore.  Ex direttore generale di Confindustria e ministro dell’Industria del governo Ciampi, lunghi anni a fianco di Guido Carli, che da ministro del Tesoro firmò per l’Italia il trattato di Maastricht. Sperimentato. La sa troppo lunga. Riuscirebbe a pilotare l’uscita concordata dall’euro. Sa come fare. Nelle trattative metterebbe in difficoltà Merkel e  Macron. No no, proprio no”.

TROPPO competente.

I media strombazzano:  Paolo Savona è anti-euro, non va bene.  Ci vuole un ministro non critico dell’euro, altrimenti l’Europa si sente offesa. Altri spiegano: Paolo Savona è interno al Sistema, dunque in contraddizione col populismo. Bocciato.
Mattarella mette il veto.
Il presidente Mattarella si prende tempo. Continua a ricevere messaggi dalla cosiddetta Europa: “L’Italia  rispetti gli impegni”; “Presidente, non permetta che i  barbari distruggano lo splendido lavoro che abbiamo fatto a Bruxelles”.
Centocinquanta economisti tedeschi  firmano un documento  di fuoco in cui esigono che l’Italia esca dall’euro. Cosa che dimostra lo stato di confusione mentale in cui li abbiamo sprofondati: prima, quando l’opzione di uscita dall’euro era comparsa nella bozza Lega-M5S, tutti a strillare che è uno scandalo! E obbligano a cancellare quella opzione. Poi la stessa opzione compare con la firma di 150 economisti germanici, e va bene.
E Mattarella che fa? Aspetta. Aspetta che Salvini e Di Maio gli propongano i ministri giusti. Giusti  secondo gli europeisti e i media. Si capisce che sarebbe contento se Salvini e Di Maio gli proponessero: come presidente del  consiglio, vogliamo assolutamente Gentiloni. Come ministro dell’economia, scegliamo di nostra iniziativa, Padoan. Agli Esteri, Alfano. La Fedeli all’Istruzione… Continua a leggere

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