Il governo Gentiloni taglia 10 milioni per i disabili, ma Martina attacca Fontana

Disabili, “fondo decurtato di 10 milioni”. Martina: “Vergogna”. Ma è boomerang per il Pd: il taglio è del governo Gentiloni

Un comunicato della Lega per i diritti delle persone con disabilità ha denunciato la sforbiciata degli stanziamenti. E Martina ha subito attaccato l’esecutivo Lega-M5s su Facebook: “L’ennesima follia che fa solo danni a chi è più fragile”. A smentirlo è intervenuto il ministro della Famiglia Fontana: “È sconcertante che un ex ministro non sappia ciò che faceva il suo governo”. E il segretario dem cancella il post
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Dieci milioni in meno per le persone con gravi disabilità e prive di sostegno familiare. La notizia, che riguarda un taglio di risorse importante previsto per il 2018 e il 2019, è finita al centro di una vicenda a tratti paradossale. Perché dopo la pubblicazione di un comunicato della Ledha, la Lega per i diritti delle persone con disabilità, nel quale il presidente Alessandro Manfredi faceva riferimento alla “sforbiciata complessiva in due anni che il governo ha applicato al fondo per il ‘Dopo di noi’ nell’ambito della Legge di Bilancio”, il segretario del Pd Maurizio Martina, insieme ad altri esponenti del Pd, ha attaccato l’attuale esecutivo in un post pubblicato su Facebook. “L’ennesima follia di un governo che fa solo danni a chi è più fragile” ha scritto ieri pomeriggio Martina. Evidentemente dimenticando che, in realtà, “a tagliare quei fondi è stato il governo Gentiloni, di cui Martina era ministro”. Lo ha spiegato ieri sera, in un altro post, il ministro per la Famiglia e le Disabilità Lorenzo Fontana. E, contattati dal ilfattoquotidiano.it, dal Ministero fanno sapere “che si sono già attivati per prevedere il ripristino del fondo e valutarne anche il potenziamento”. Insomma un boomerang per Martina che, infatti, si è affrettato a cancellare il post su Facebook. Ma il taglio resta. “In Regione Lombardia – fa sapere a ilfattoquotidiano.it il Pirellone – il taglio di 5 milioni dei fondi per la misura ‘Dopo Di Noi’ disposto dal governo Gentiloni costerà più di 850.800 euro, cioè il 10% della somma destinata dal riparto”. Continua a leggere

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STOP all’omogenitorialità: intervento del ministro Salvini

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DUE MAMME O DUE PAPA’ NON ESISTONO: LA LEGGE VIGENTE VA RISPETTATA
ProVita e Generazione Famiglia esprimono soddisfazione per la risposta data dal ministro Salvini all’interrogazione del sen. Pillon circa l’iscrizione allo stato civile di “due mamme” o di “due papà”
Jacopo Coghe (Generazione Famiglia) e Toni Brandi (ProVita Onlus) apprendono con favore del provvedimento annunciato dal ministro Salvini che servirà a porre fine agli abusi dei funzionari preposti ai registri dello stato civile: perché «l’atto di nascita deve corrispondere alla verità biologica», come ha detto il senatore Pillon e ha ribadito Salvini al question time svoltosi oggi a Palazzo Madama. Anche il ministro Fontana ha stigmatizzato le pratiche della vendita dei gameti e dell’affitto dell’utero, nell’odierna audizione alla Commissione Affari sociali.
«Due mamme devono aver comprato il seme per farsi fecondare, due papà devono aver comprato ovuli e affittato l’utero di una donna per poter avere un bambino: si tratta di fattispecie di reato previste dall’art. 12 della legge 40 del 2004», spiega Coghe. «Si tratta di pratiche commerciali che sviliscono come oggetti le donne e i bambini», sottolinea Brandi.
Generazione Famiglia e ProVita plaudono al ministro anche per aver chiarito ancora una volta la posizione del Governo a difesa della famiglia naturale e dei valori che essa esprime, dagli attacchi che le sono rivolti da potenti lobby: queste usano sindaci e giudici per realizzare gli interessi economici che muovono le “fabbriche di bambini” e per favorire la propaganda ideologica e nichilista che vorrebbe cancellare la realtà della natura umana: i bambini nascono da una mamma e un papà e hanno diritto di crescere con la mamma e il papà che li hanno generati.

Lo rendono noto gli uffici stampa di Generazione Famiglia e ProVita Onlus cui si aggiunge anche l’ufficio stampa del Circolo Christus Rex-Traditio

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Lombardia: Fontana sceglie "No al Gay pride, sì al Family day"

Niente patrocinio al Gay Pride, è una manifestazione divisiva e pertanto non va sostenuta».
Il governatore Attilio Fontana non intende concedere il logo regionale alla sfilata arcobaleno in programma il 30 giugno a Milano, lo ha confermato in un’intervista pubblicata ieri dal sito Lettera43.
É la linea che ha seguito peraltro anche a Varese, dove è stato sindaco per due mandati. «Io sono eterosessuale, ma non è che faccio una manifestazione per accreditare la mia eterosessualità. Le scelte in questo campo devono rimanere personali, sbandierarle è sbagliato. Il Gay Pride è divisiva e quando le manifestazioni sono divisive non sono mai da sostenere». Intende invece confermare la scelta dell’ex presidente Roberto Maroni che alla vigilia del corteo contro la legge sulle unioni civili (il ddl Cirinnà) nel 2016 illuminò il Pirellone con la scritta «Family Day». Continua a leggere

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