E' reato definire Maometto un pedofilo

Una sentenza vergognosa! (N.d.R.)
Corte UE: bisogna distinguere tra matrimonio con una bambina e pedofilia
di Magdi Allam
Cari amici, per la “Corte Europea dei Diritti dell’Uomo”, di fatto la suprema istanza della magistratura in Europa, è reato definire Maometto un pedofilo. Non perché si contesta il fatto incontrovertibile che nel 620, all’età di 50 anni, sposò una bambina di sei anni, Aisha, anche se il matrimonio fu consumato tre anni, nel 623, quando la bambina aveva nove anni. Ma perché, spiega la sentenza, Maometto e Aisha rimasero sposati fino alla sua morte nel 632, cioè per nove anni, quando Aisha aveva 18 anni. Quindi, secondo la Corte Europea, si può dire che Maometto sposò una bambina ma non che sia stato un pedofilo perché “pedofilo è chi è attratto solo o principalmente da minorenni”. Insomma essendo stata Aisha l’unica moglie-bambina di Maometto, mentre le altre sue 14 mogli erano maggiorenni, ed essendo stato Maometto suo marito fino alla sua morte, non si può attribuire a Maometto l’orientamento sessuale del pedofilo. In conclusione per la Corte Europea se un uomo adulto sposa una sola volta una bambina e lei resta sua moglie fino alla sua morte, non è qualificabile come pedofilo.
Sulla base di questa argomentazione la Corte Europea ha dato torto a un’esperta di questioni islamiche, l’austriaca Elisabeth Sabaditsch-Wolff, che aveva presentato un ricorso dopo essere stata condannata in Austria nel 2011 per “incitazione all’odio” e “oltraggio ai simboli religiosi di una comunità religiosa riconosciuta”. La Corte Europea ha condiviso la sentenza della magistratura austriaca, secondo cui bisogna distinguere tra il matrimonio con una bambina e la pedofilia. La Corte Europea ha fatto propria anche la motivazione della magistratura austriaca sulla necessità di prevenire la reazione violenta degli islamici, sostenedo il “legittimo scopo di prevenire disordini salvaguardando la pace religiosa e rispettando il sentimento religioso”. Continua a leggere

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Caffè economico (Parte I )

di Andrea Cavalleri
Col termine “caffè” si intende talvolta un luogo di conversazione ove si lasciano fluire le idee in libertà, uno spazio di incontro piacevole in cui la creatività intellettuale può esprimersi senza i freni tipici del mondo professionale e accademico. E’ noto per antonomasia il caffè letterario, in cui proposta del nuovo, rievocazione di ciò che è …
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"Sono stati i russofili". Per Macron come per Mattarella

"SONO STATI I RUSSOFILI". PER MACRON COME PER MATTARELLA...

“SONO STATI I RUSSOFILI”. PER MACRON COME PER MATTARELLA…

Anche in Francia  – in relazione all’affare Benalla che ha travolto Macron –  sono partite le accuse che,  in Italia, sono state vibrate dal Colle su “russofili” e “ultrasovranisti”  che  hanno minacciato la “libertà”  di Mattarella.   Con gli stessi metodi, le stesse insinuazioni e le medesime goffaggini e pressapochismi, conditi però  di minacce (tipo “il dossier gonfio da pagine” che …
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Nigeriano decapita bimba, Merkel reprime i blogger che danno la notizia

Germania: Migrante nigeriano decapita bimba di un anno. Merkel reprime i blogger che danno la notizia.

Germania: Migrante nigeriano decapita bimba di un anno. Merkel reprime i blogger che danno la notizia.

(Le Oligarchie, per salvare il multiculturalismo impongono la censura, la repressione della  libertà, e la persecuzione di chi informa) Germania: Migrante nigeriano decapita bimba di 1 anno e poi ammazza la madre della bimba . La Merkel imbavaglia media Il governo pro-migrante di Angela Merkel ha vietato ai media tedeschi di denunciare un crimine barbarico che coinvolge un migrante musulmano …
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Processo alla De Mari: a rischio le tre libertà fondamentali

Risultati immagini per Silvana De Mari e Matteo CastagnaCi siamo attivati anche noi, come “Circolo Christus Rex”. Ci siamo attivati per un’amica. Ci siamo attivati attraverso tutti i nostri principali canali di sensibilizzazione, in nome di tre libertà fondamentali. A difesa di esse, si difende Silvana. In attesa del processo che la vede imputata il 18 Luglio (n.d.r.). Sopra, Silvana De Mari e Matteo Castagna a Verona il 19/03/2017
di Andrea Zambrano
Comparirà il 18 luglio davanti al giudice di Torino. Silvana De Mari, scrittrice fantasy e medico, dovrà rispondere di diffamazione per le sue affermazioni sul “sesso” omoerotico, trascinata in tribunale dal Torino Pride e dal sindaco Appendino. Lei si affida a una memoria difensiva interamente medica e riceve l’appoggio di migliaia di persone. Il suo legale, il penalista Mauro Ronco spiega alla Nuova BQ perché questo processo segna un punto di svolta in Italia: “Per la prima volta nel nostro Paese sono a rischio tutte insieme tre libertà fondamentali per l’uomo: di opinione, di divulgazione scientifica e di religione”.  Continua a leggere

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L'aborto ai tempi dell'autodeterminazione…

Segnalazione di Redazione ProVita
Di questi tempi non sentiamo altro che parlare di “autodeterminazione” e di “libertà di scelta”come si trattasse di totem intangibili. Chiacchiere. Propaganda. Fumo negli occhi. L’aborto non è mai una scelta: è una “necessità”, indotta dalle circostanze, oppure dalle persone e dalle istituzioni che ruotano intorno alla donna incinta…

… e al diritto alla vita del bambino chi ci pensa?
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«La maternità è il più grande privilegio della vita»
(Mary R. Cocker)

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Lettera aperta di L. Gallina: "Chi sono io per giudicare?"

di Luciano Gallina
Lettera aperta a:
Il Gazzettino di Padova
Dr.ssa Elisabetta Frezza Padova
Segretario PD di Padova Davide Tramarin
Consigliere del Comune di Padova Eleonora Mosco
Jorge Mario Bergoglio Domus Sanctae Marthae
Treviso 05-06-2018
CHI SONO IO PER GIUDICARE
Scrivo in riferimento alle due lettere pubblicate dal Gazzettino nella pagina riservata “la posta dei lettori”. Le due lettere trattano lo stesso argomento ma da due punti di vista diversi, gli autori sono: Dr.ssa Elisabetta Frezza Padova e il Segretario PD di Padova Davide Tramarin.
Da quando Bergoglio ha pronunciato la frase: CHI SONO IO PER GIUDICARE, la stessa è stata brandita come vessillo di libertà.
Cosa vuol dire libertà?
Cosa vuol dire giudicare?
Se libertà, vuol dire fare quello che si vuole e/o quello che si ritiene giusto, da questo momento chiudiamo tutti i tribunali e NESSUNO si permetta di giudicare chiunque per qualsiasi motivo. Continua a leggere

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Comincia la lotta per la liberazione dalla prigione dei Popoli

di Maurizio Blondet
Comincia la lotta per la liberazione dalla prigione dei Popoli
Fonte: Maurizio Blondet
Ormai è chiaro a tutti. Non si tratta del debito pubblico, del rating, o dell’euro. Si tratta della lotta di liberazione di un popolo dalle oligarchie plutocratiche, costituitesi in dittatura. Sarà una lotta dura, perché i  nemici della libertà hanno tutti i poteri in mano e li abbiamo già visti, fin dalla Grecia, capaci di ogni disumanità. E’ la Resistenza  che attende la vostra generazione, giovani. Continua a leggere

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"Christus Rex": libertà di espressione o dittatura gender?


IL PUNTO
di Giacomo Bergamaschi, del Circolo “Christus Rex – Traditio” (foto in alto dei relatori al convegno LGBT di ieri  a Villa Buri, VR. Tutti i diritti riservati.)
Una esigua minoranza della popolazione (LGBTTI), le cui tendenze sessuali sono devianti rispetto a quelle della stragrande maggioranza, è riuscita a far sì che i propri interessi si trasformassero nel tema dominante di una rivoluzione culturale globale. Tutto ciò è sorprendente, perché la realizzazione di questi interessi non contribuisce alla soluzione dei problemi esistenziali della società nel suo insieme ma anzi li amplifica, portando alla disintegrazione delle famiglie e alla crisi demografica. La nuova etica sessuale, che pone l’omosessualità, la bisessualità, la transessualità e il trasngenderismo sullo stesso piano dell’eterosessualità, è divenuta ormai parte integrante della pedagogia nelle scuole di ogni ordine e grado. La Sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti del 26 giugno 2015 sul matrimonio tra persone dello stesso sesso ha creato scandalo ovunque e molti analisti hanno visto nell’ascesa del trumpismo anche una conseguenza della reazione del popolo Pro-Life rispetto a decisioni giuridiche che calpestano, nel nome dei diritti, il primo diritto: quello alla procreazione e alla Vita. Il Giudice costituzionale Samuel Alito così interpretò quella sentenza del ’15:
“La decisione di oggi usurpa il diritto costituzionale del popolo di decidere se mantenere o modificare la nozione tradizionale di matrimonio…Quando una esigua maggioranza di giudici può inventare un nuovo diritto e imporre quel diritto a tutta la nazione, l’unico vero limite dato alle future maggioranze sarà la loro stessa opinione riguardo a ciò che i detentori del potere politico e culturale saranno disposti a tollerare”. Continua a leggere

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