NOI BIGOTTI INTEGRALISTI CON I NOSTRI ROSARI E I NOSTRI SANTINI

di Silvana De Mari
Il cristianesimo è diventata una religione molto carina, malleabile, duttile, opinabile, porzionabile, flessibile, compatibile con tutto e con tutti, vegetariana, gay- friendly, sostenibile e di basso impatto, low cost, à la carte, prêt-à-porter, self service, prendi solo quello che vuoi e paghi solo quello. Il cristianesimo è diventato un religione di fiocchetti di neve (in inglese Snowflake, termine che indica qualcuno che si scioglie e si spampana se solo lo guardi male) e soprattutto di pretini molto graziosi, qualcuno più patinato e qualcuno più casual, che ci presentano i loro fidanzatini ancora più carini di loro. Possiamo dire che il cristianesimo è stato portato ai saldi di fine stagione. Un cristianesimo a tinte pastello, delicate e soffici come le casule usate a Dublino, accuratamente prive di qualsiasi simbolo cristiano ( è divisorio) e chiuse da una specie di cerchio un po’ celtico e un po’ esoterico.
Da Dublino ci fanno sapere che “non commettere atti impuri” vuol dire non ti mettere le dita nel naso. Mentre sprofondiamo in un Cristianesimo a tinte pastello tutto carino, tondo e paffuto come lo zucchero filato con la panna montata sopra, ci sembrava di ricordare che dovevamo essere il sale della terra, qualcosa che sulle ferite brucia, ma sterilizza e pulisce: perché solo attraverso il dolore e la vergogna passa la via per la vera gloria, la redenzione, la purezza, per questo ci vuole il sale, non lo zucchero filato. Ci sembrava che Gesù Cristo a un certo punto abbia anche rovesciato tavoli e preso la gente a scudisciate e, soprattutto, si dichiarasse Figlio del Padre essendo il Padre il Dio degli Eserciti e Colui che ha distrutto Sodoma col fuoco. Continua a leggere

Condividi

Noi razzisti, voi con "Innocent". Che aprirà un ristorante

NOI RAZZISTI, VOI CON "INNOCENT". CHE APRIRà UN RISTORANTE.

NOI RAZZISTI, VOI CON “INNOCENT”. CHE APRIRà UN RISTORANTE.

Poiché un altro articolo sulla doppia morale e il doppio standard usato dagli oligarchi risulterebbe ripetitivo, mi limito a postare qualche immagine. trovata qua e là sui social, di cui i telegiornali non hanno dato notizia.  Né i presidenti, vescovi, giornalisti e politici pieni di “umanità”  hanno versato lacrime.   https://twitter.com/RogerHalsted/status/1024598110956339201     Ah, ed ovviamente l’egiziano che l’ha rovinata …
Leggi tutto.

Continua a leggere

Condividi

L'Africa siamo noi

di Paolo Becchi
L’Africa siamo noi
Fonte: Paolo Becchi
Per capire qualcosa di quello che sta succedendo in Africa e dell’emigrazione di massa da quel Continente bisogna anzitutto disintossicarsi da quello che scrivono quotidianamente i giornaloni o che pubblicano le case editrici del mainstream, e magari iniziare con la lettura di libro pubblicato di recente da Amazon e Youcanprint (sia come ebook che in cartaceo).
L’autrice, Ilaria Bifarini, è una giovane studiosa, che si presenta come una «bocconiana redenta», già nota per un volume, Neoliberismo e manipolazione di massa (2017), che ha venduto on line migliaia di copie. Il suo nuovo libro, intitolato I coloni dell’austerity. Africa, neoliberismo emigrazioni di massa (2018) prosegue lo stesso percorso teorico critico nei confronti della dottrina neoliberista, affrontando in una ottica controcorrente il tema, oggi di grande attualità, delle migrazioni di massa. La tesi fondamentale è presto detta: togliamoci dalla testa la narrazione di comodo che fa risalire l’attuale sottosviluppo africano al passato coloniale. Questa tesi viene spesso oggi sostenuta per giustificare l’accoglienza incontrollata. Ma è falsa.
La disgregazione degli imperi coloniali a partire dagli anni ’50 ha prodotto la formazione di Stati nazionali indipendenti, i quali però non hanno avuto la possibilità di sviluppare le loro economie autonomamente perché sono stati impediti dal farlo: il colonialismo è stato così sostituito da qualcosa di ancora peggiore, una forma di postcolonialismo, incentrato sul controllo economico, che ha impedito alle economie locali di crescere e di svilupparsi. Continua a leggere

Condividi