Il tabù dello zingaro

di Marcello Veneziani

Se volete capire che cos’è il politicamente corretto inalberato dalla sinistra e adottato da quasi tutti i media, e quali danni realmente produce nella vita quotidiana, i rom sono il campione perfetto. Un tempo dicevi zingari e mettevi subito mano al portafogli o alla borsetta, sapendo che correvi un rischio in loro presenza. Ciascuno di noi ha visto o subito non uno ma dieci episodi di furti e di tentati furti ad opera loro. In autobus, per strada, nei luoghi affollati. O anche in casa. Dicevi zingari e nella migliore delle ipotesi ti venivano fuori le immagini di donne che ti chiedono l’elemosina in modo insistente e minaccioso, ti infilano con forza dei fiori tra le mani per pretendere soldi, o ti lanciavano maledizioni. Dicevi zingari e ti venivano fuori immagini di uomini zazzeruti col coltello in mano e ti auguravi di non incontrarli mai in spazi solitari. Dicevi zingari e ti ricordavi dei loro centri degradati, peggio dei centri d’accoglienza per immigrati, luoghi sporchi e loschi da cui bisogna stare lontani. Appena si installava un insediamento di zingari i furti nelle case e nelle strade aumentavano paurosamente.

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Angela Merkel “inclusiva” premiata dai frati (conciliari) di Assisi

Segnalazione Corrispondenza Romana

In un’epoca, in cui nella Chiesa Cattolica (o meglio, nella “Contro-Chiesa” conciliare, n.d.r.) qualcuno vorrebbe già Lutero santo, non stupisce più che il premio annuale «Lampada della pace di San Francesco» possa essere assegnato alla figlia di un pastore protestante, protestante a sua volta, come la cancelliera tedesca Angela Merkel.
Lei in persona è attesa ad Assisi il prossimo 12 maggio, per ricevere dai frati (concliari, n.d.r.) in Basilica il riconoscimento, che già fu di Walesa, Giovanni Paolo II, Madre Teresa di Calcutta, Benedetto XVI, ma anche del Dalai Lama, di Yasser Arafat, di Mahmoud Abbas e di Juan Manuel Santos, il discusso presidente della Colombia, noto, tra l’altro, per le sue posizioni pro-gender.
Ad un contesto così «politicamente corretto» non poteva mancare l’icona di un’immigrazione senza regole come la leader tedesca, distintasi per aver portato centinaia di migliaia di stranieri entro i patrii confini, salvo poi esser costretta dai fatti ad un sia pur parziale e moderato dietrofront. Il premio le è stato assegnato dai frati proprio per «la sua opera di conciliazione in favore della pacifica convivenza dei popoli», sebbene parlare di «pacifica convivenza» sia forse quanto meno ottimistico, come le cronache purtroppo confermano. Del resto, è lo stesso Custode del Sacro Convento di Assisi (occupato dai conciliari, n.d.r.), padre Mauro Gambetti, ad aver auspicato un’Europa in grado di esprimere un’«unità plurale», al momento chimerica ed utopica (T. M.). Continua a leggere

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