Rav Scarpe Rosse

Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenzaPAPA: GENNAIO 2010, BENEDETTO XVI IN SINAGOGA A ROMA
Comunicato n. 90/18 del 29 novembre 2018, San Saturnino
Rav Scarpe Rosse
Benedetto XVI: non ho scritto di “missione” agli ebrei
Il Papa emerito interviene pubblicamente su Herder Korrespondenz per contestare un articolo del teologo tedesco Michael Böhnke che criticava un suo precedente contributo su Communio
CITTÀ DEL VATICANO – Non «missione» agli ebrei ma «dialogo» con gli ebrei: Benedetto XVI torna ad affacciarsi in pubblico con una lettera – «correzione» – inviata alla rivista cattolica tedesca Herder Korrespondenz tesa a confutare un articolo di settembre con il quale il teologo di Wuppertal Michael Böhnke criticava uno scritto del Papa emerito riguardo il rapporto tra ebrei e cristiani comparso questa estate sulla rivista Communio .
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Viva San Pio X!

Risultati immagini per San Pio X
Pur non aderendo alla Tesi di Cassiciacum, come ampiamente risaputo, il Circolo Christus Rex condivide e si riconosce nelle osservazioni di questo articolo in ogni affermazione anti-modernista
Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 63/18 del 3 settembre 2018, San Pio X
Celebriamo la festa di san Pio X pubblicando l’editoriale dell’ultimo numero della rivista Sodalitium (n. 69, luglio 2018), che indica la linea dottrinale antimodernista da seguire per rimane fedeli all’insegnamento del santo pontefice.
Editoriale della rivista Sodalitium, n. 69 luglio 2018
“Lo iato tra le affermazioni dei Papi del XIX secolo e la nuova visione che inizia con la Pacem in terris è evidente e su di esso si è molto dibattuto. Esso sta anche al cuore dell’opposizione di Lefebvre e dei suoi seguaci contro il Concilio”. Non è la prima volta che Joseph Ratzinger esprime la sua opinione sull’inconciliabilità tra l’insegnamento della Chiesa (“le affermazioni dei Papi del XIX secolo”) e quello moderno (Dignitatis humanæ o – come qui – Pacem in terris): ne abbiamo già parlato a proposito del suo discorso augurale alla Curia Romana del 22 dicembre 2005, su Sodalitium n. 59, pp. 41-43. Lo iato (nel senso figurato di “interruzione”, “soluzione di continuità”) è quindi “evidente”, cioè immediatamente e totalmente comprensibile.

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La Chiesa Cattolica condanna il Concilio, ovvero l'ecumenismo e le amenità dei suoi falsi Pastori

          Benedetto XVI- Assisi 27-10-2011
 – (Copyright L’OSSERVATORE ROMANO –        Servizio Fotografico – photo@ossrom.va)
Segnalazione del Centro Studi Federici

Condanne della Chiesa all’eresia chiamata ecumenismo

Segnaliamo un ottimo lavoro di Sursum Corda, a cura di Carlo Di Piero, sul magistero della Chiesa contro l’ecumenismo.
 
 
Una, Santa, Cattolica ed Apostolica
Papa Leone XIII nella Satis Cognitum afferma: Gesù Cristo istituì nella Chiesa un “vivo, autentico e perenne magistero”, che egli stesso rafforzò col suo potere, informò dello spirito di verità e autenticò coi miracoli; e volle e comandò che i precetti della sua dottrina fossero ricevuti come suoi. Dunque ogni volta in cui questo magistero dichiara che questo o quel dogma è contenuto nel corpo della dottrina divinamente rivelata, ciascuno lo deve tenere per vero, poiché, se potesse essere falso, ne seguirebbe che Dio stesso sarebbe autore dell’errore dell’uomo, il che ripugna: “O Signore, se vi è errore, siamo stati ingannati da te” [Richardus de S. Victore, De Trin., lib. I, cap. 2]. Quindi, rimossa ogni ragione di dubitare, a chi mai sarà lecito ripudiare una sola di queste verità, senza che egli venga per questo stesso a cadere in eresia e senza che, essendo separato dalla Chiesa, rigetti in complesso tutta la dottrina cristiana? Tale è infatti la natura della fede che nulla tanto le ripugna come ammetterne un dogma e ripudiarne un altro. Infatti la Chiesa dichiara apertamente che la fede è una “virtù soprannaturale, con la quale, ispirati ed aiutati dalla grazia di Dio, crediamo che sono vere le cose da lui rivelate, non già per l’intrinseca verità delle medesime conosciuta con il lume naturale della ragione, ma per l’autorità dello stesso Dio rivelante, che non può ingannare né essere ingannato” [Conc. Vat., sess. III, cap. 3]. Se dunque si conosce che una verità è stata rivelata da Dio, e tuttavia non si crede, ne consegue che nulla affatto si crede per fede divina. Infatti quanto Giacomo Apostolo sentenzia a proposito del delitto in materia di costumi, deve affermarsi circa un’opinione erronea in materia di fede: “Chiunque avrà mancato in un punto solo, si è reso colpevole di tutti”. Anzi, a più forte ragione deve dirsi di questa che di quello. Infatti, meno propriamente si dice violata tutta la legge da colui che la trasgredì in una cosa sola, non potendosi vedere in lui, se non interpretandone la volontà, un disprezzo della maestà di Dio legislatore. Invece colui che, anche in un punto solo, dissente dalle verità rivelate, ha perduto del tutto la fede, in quanto ricusa di venerare Dio come somma verità e proprio motivo di fede; perciò Agostino dice: “In molte cose concordano con me, in alcune poche no; ma per quelle poche cose in cui non convengono con me, a nulla giovano loro le molte in cui convengono con me”[S. Augustinus, In Psal. LIV, n. 19]. E con ragione; perché coloro che prendono della dottrina cristiana quello che a loro piace, si basano non sulla fede, ma sul proprio giudizio: e non “riconducendo tutto il proprio intelletto all’obbedienza a Cristo”(1Cor 10,5), obbediscono più propriamente a loro stessi che a Dio. “Voi, diceva Agostino, che nel Vangelo credete quello che volete, e non credete quello che non volete, credete a voi stessi piuttosto che al Vangelo” [S. Augustinus, lib. XVII, Contra Faustum Manichaeum, cap. 3]. Fine della citazione.

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Ratzinger difende Bergoglio: "Basta stolti pregiudizi contro di lui" e noi non ci stupiamo affatto!

La lettera inviata dal papa emerito Benedetto XVI a mons. Dario Edoardo Viganò
DEDICATO ALLE “VEDOVE RATZINGERIANE”:
Ecco l’ennesima prova del disastro conciliare ratzingeriano, che ammette la continuità con Bergoglio e la differenza di stili, come noi abbiamo sempre sostenuto, anche in riferimento agli altri “occupanti” fino a Roncalli (N.d.r.)
Lettera di papa Benedetto XVI alla vigilia del quinto anniversario di Bergoglio: “Tra i due pontificati c’è continuità interiore”
di Sergio Rame
“Tra i due pontificati c’è una continuità interiore”. Il papa emerito Benedetto XVI difende il magistero di papa Francesco di cui, domani, ricorrerà il quinto anno dall’elezione.
Dopo mesi segnati profondamente dalle polemiche intestine e dai dubia sollevati da diversi cardinali, a fare da schermo a Bergoglio è proprio Ratzinger che oggi ha scritto una lettera al prefetto della Segreteria per la comunicazione, monsignor Dario Viganò. “Papa Francesco – si legge nella missiva – è un uomo di profonda formazione filosofica e teologica e aiutano perciò a vedere la continuità interiore tra i due pontificati, pur con tutte le differenze di stile e di temperamento”.
Non è la prima volta che Benedetto XVI manifestando sintonia con Papa Francesco. Oggi l’occasione gli viene dalla presentazione della collana La teologia di Papa Francesco (edita dalla Lev), ma arriva alla vigilia del quinto anniversario dalla nomina di papa Francesco. Nella lettera Ratzinger plaude apertamente all’iniziativa editoriale che, a suo dire, “vuole opporsi e reagire allo stolto pregiudizio per cui papa Francesco sarebbe solo un uomo pratico privo di particolare formazione teologica o filosofica, mentre io sarei stato unicamente un teorico della teologia che poco avrebbe capito della vita concreta di un cristiano oggi”. Nella lettera personale inviata al prefetto della Segreteria per la comunicazione, il papa emerito ringrazia di aver ricevuto in dono gli undici libri scritti da altrettanti teologi di fama internazionale che compongono la collana curata da don Roberto Repole, presidente dell’Associazione Teologica Italiana. “I piccoli volumi – aggiunge Benedetto XVI – mostrano a ragione che papa Francesco è un uomo di profonda formazione filosofica e teologica e aiutano perciò a vedere la continuità interiore tra i due pontificati, pur con tutte le differenze di stile e di temperamento”. Continua a leggere

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