L'Italia è l'avanguardia populista in Europa

L’Italia è l’avanguardia populista in Europa
di Aleksandr Gel’evič Dugin
Aleksandr Gel’evič Dugin (nato a Mosca il 7 gennaio 1962), filosofo e geopolitico russo con una lunga attività ideologica e politica alle spalle. Dissidente nell’era sovietica, quindi duro oppositore di Eltsin, oggi sostiene Putin, al quale tuttavia non risparmia critiche. Con le sue idee politiche è diventato un punto di riferimento per i populisti e gli antiglobalisti di ogni latitudine. Le sue opere sono state tradotte in diverse lingue.
Recentemente è stato in Italia per presentare il suo libro “Putin contro Putin” pubblicato da AGA Editrice, in cui traccia un ritratto inedito del presidente russo. Sempre per AGA Editrice è uscito da poco “L’ultima guerra dell’Isola-Mondo”, in cui il filosofo russo analizza l’evoluzione geopolitica della Russia come potenza “tellurocratica” globale, dalle origini fino all’attuale presidenza di Vladimir Putin.
La seguente intervista è stata realizzata da Paolo Becchi e Donato Mancuso.
Professor Dugin, nel suo ultimo libro lei identifica la civiltà russa con la “civiltà della Terra”. Ci vuole spiegare brevemente il significato di questa definizione?
Come ho cercato di spiegare nel mio libro, la geopolitica ammette due posizioni globali. Mackinder le chiama “il punto di vista dell’uomo del Mare” e “il punto di vista dell’uomo di Terra”. Si tratta di due tipi di civiltà: la civiltà dinamica del Mare (progressista, mercantile) e la civiltà statica della Terra (conservatrice, eroica).
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"Cattolici tra europeismo e populismo. La sfida al nichilismo", il libro di Matteo Castagna | lafedequotidiana.it

LA RECENSIONE
di Michele M. Ippolito, direttore de “La Fede quotidiana”
“Cattolici tra europeismo e populismo. La sfida al nichilismo” è il nuovo libro di Matteo Castagna (Edizioni Solfanelli, pagine 248, € 17).
Sebbene l’autore non sia uno storico di professione, Castagna avvalendosi del confronto con la migliore produzione teorica contemporanea, cerca di comprendere la storia italiana, occidentale e cattolica ridimensionando le interpretazioni unilaterali e fuorvianti di quanti tendono a smussare il grande conflitto tra cattolicesimo integrale e modernismo, divampato a fine Ottocento, “che è proseguito poi nella contrapposizione finale tra il fronte pacelliano e quello democristiano di Montini, grande politico ma debole teologo, discepolo dell’ecumenismo laicista e mondialista di Maritain”.
Veronese, sposato, classe 1976, collaboratore di Veronanews, Vvox e La Verità, Matteo Castagna, si definisce uno dei cattolici fedele alla Tradizione che ha iniziato ad interessarsi di politica a 14 anni (fino ad essere eletto, nel 1998, a consigliere della III circoscrizione di Verona risultando il più giovane della città).
In questo suo primo libro come singolo autore, che contiene una postazione di Giacomo Bergamaschi e un apparato di citazioni notevoli, la proposta finale la ricorda lo stesso Castagna: “i modelli del Fascismo italiano e di quello portoghese intesero contrapporsi ad un modello di civilizzazione modernista e rivoluzionaria attraverso una chiara controrivoluzione, con l’affermazione di una cultura politica e sociale controriformista moderna, non teocratica o meramente neo medievale, volta alla moderna instaurazione di uno Stato corporativista cattolico”.
Castagna definisce questi due fascismi come non reazionari né conservatori ma regimi tradizionalisti e controrivoluzionari “vale a dire ortodossamente controriformistici poiché pur riconoscendosi nei valori della tradizione non ritenevano però adeguato al contesto restaurare sic et simpliciter l’antico regime”. Continua a leggere

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Putin e la svolta per Verona

Risultati immagini per forum eurasiatico a Veronadi Redazione
Si è concluso lo scorso fine settimana il Forum Eurasiatico a Verona, in uno straripante Palazzo della Gran Guardia, che ha visto un grande interesse da parte del mondo economico, politico e del tessuto sociale, oltre al mondo delle associazioni veronesi. Oltre al Sindaco Federico Sboarina, presenti Matteo Salvini con Andrea Bacciga (assieme anche a alla Fiera cavalli) e il Ministro per la Famiglia e la disabilità Lorenzo Fontana. Ovviamente, anche quest’anno ha partecipato una delegazione del nostro Circolo Christus Rex, ad uno degli appuntamenti annuali, divenuti tra i più importanti.
di Francesco Barana 

Poche righe, ma significative. Con un passaggio chiave: “Il Forum euroasiatico di Verona si è guadagnato credibilità e prestigio” per quanto concerne “l’economia della fiducia e la diplomazia del business dall’Atlantico al Pacifico, da liberare da barriere e sanzioni”.

A scriverlo in una lettera letta ieri all’apertura del Forum in Gran Guardia, Vladimir Putin, che così battezza la nostra città come centrale per contribuire a risolvere, o comunque a superare, il conflitto diplomatico-commerciale tra Usa-Ue da una parte e Russia dall’altra.

Il Forum Eurosiatico, ideato dieci anni fa dall’associazione Conoscere Eurasia di Antonio Fallico, vanta da sempre grandi ospiti della politica e dell’economia nazionale e internazionale. Tuttavia la legittimazione di Putin rappresenta un salto di qualità e assume un significato politico-diplomatico decisivo per la rassegna, e di conseguenza anche per la nostra città che ha la fortuna di ospitarla. Continua a leggere

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Conte invita Putin in Italia: «Manca da troppo tempo»

Risultati immagini per Conte e Putindi Nicola Barone
L’augurio è che «possa venire in Italia al più presto, manca da troppo tempo. Non vorrei che il popolo italiano pensasse che lei non gli presta attenzione». Così il presidente del Consiglio Giuseppe Conte nel corso dei saluti di rito prima dell’inizio dei negoziati con il presidente russo Vladimir Putin«Malgrado il contesto internazionale delicato siamo riusciti a confermare l’alta qualità dei nostri rapporti. È stata confermata l’amicizia solida malgrado la difficoltà del momento», aggiunge il premier convinto di voler esplorare «tutte le potenzialità della nostra cooperazione bilaterale».
Il gruppo dei presenti al tavolo comprende anche il ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov, il ministro dell’Industria e del commercio russo Denis Manturov, il consigliere del Cremlino per la politica estera Iuri Ushakov, l’ambasciatore italiano Pasquale Terracciano e il consigliere diplomatico della presidenza del Consiglio Pietro Benassi. Secondo il Cremlino le discussioni riguardano anche le prospettive di partecipazione del nostro Paese nei progetti delle forniture del gas russo in Europa attraverso la rotta Sud. «Noi contiamo che l’Italia anche in futuro sfrutti le opportunità che la Russia può offrire: noi contiamo sul vostro lavoro attivo per sviluppare gli investimenti», sottolinea dal canto suo il presidente russo Vladimir Putin sedendo accanto al presidente Conte nel corso dell’incontro con gli imprenditori italiani delle più grandi aziende attive in Russia come Pirelli, Enel, Tecnimont, Codest e altre. Continua a leggere

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Conte vola da Putin: sul tavolo 15 accordi economici

Conte vola da Putin: sul tavolo 15 accordi economici (alla faccia delle sanzioni)Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, è arrivato a Mosca. Lo riferisce l’agenzia Tass. Il premier è atterrato all’aeroporto Vnukovo-2. Domani Conte incontrerà il presidente russo Vladimir Putin. Rapporti economici in primo piano, con la firma di una quindicina di accordi (a dispetto delle sanzioni) , e poi le questioni internazionali, Libia in testa, e Siria, Iran, Ucraina.
Ieri, alla Stampa estera, Conte ha spiegato che l’incontro con Putin “sarà un’occasione di rilancio dei rapporti economico-commerciali” e ha anticipato la firma di una serie di intese.
Il presidente del Consiglio ha ribadito l’auspicio, espresso già al G7 in Canada lo scorso giugno, al suo esordio sulla scena internazionale, che si torni presto a un G8 con la Russia, in modo da “poter affrontare e risolvere i problemi che attualmente stentiamo arisolvere perché non siamo tutti attorno al tavolo”. “Sulle sanzioni – ha insistito Conte – la nostra posizione è chiara, non sono un fine ma un mezzo, sono collegate agli accordi di Minsk ma non è con le sanzioni che si risolvono i problemi”. Continua a leggere

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Putin dice qualcosa di estremo

Putin dice qualcosa di estremo.

Putin dice qualcosa di estremo.

Dopo l’olocausto nucleare, andremo in paradiso come martiri; gli attaccanti moriranno come peccatori – Putin Putin: in caso di olocausto nucleare, noi moriremo da e andremo in cielo; i nostri nemici sprofonderano all’inferno. Frase piuttosto estrema per un capo di  stato… “Se una nazione decide di attaccare la Russia con armi nucleari, può porre fine alla vita sulla Terra; ma a differenza …
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Un altro successo in politica estera. Ma la RAI non lo dice

UN ALTRO SUCCESSO DI POLITICA ESTERA. MA LA RAI NON LO DICE.

UN ALTRO SUCCESSO DI POLITICA ESTERA. MA LA RAI NON LO DICE.

Italia-Russia: il premier Conte con Putin parlerà di stabilizzazione del Mediterraneo Lo ha detto l’ambasciatore italiano negli Usa, Armando Varricchio: “La Russia ha un ruolo fondamentale per la pace nella regione”. Il primo ministro italiano Giuseppe Conte, che si recherà a Mosca in visita ufficiale alla fine del mese, durante il colloquio previsto con il presidente russo Vladimir Putin potrebbe …
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Rottura del fronte anti-Donald?

NIKKI HALEY fuori, KAVANAUGH dentro - rottura del fronte anti-Donald?

NIKKI HALEY fuori, KAVANAUGH dentro – rottura del fronte anti-Donald?

Dunque Nikki Haley ha dato le dimissioni da ambasciatrice USA all’Onu. La stupida, poco istruita,  anti-putiniana fanatica,  super-israeliana e neocon Nikki Haley, creatura del Deep  State che cercava di fare le scarpe al presidente Trump già da  aprile, quando annunciò  nuove sanzioni alla Russia  con la scusa che sue aziende avevano   collaborato con  Damasco  a fabbricare le armi chimiche – …
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Perché Israele ha colpito la Siria subito dopo l’accordo di Idlib

di Fulvio Scaglione
Perché Israele ha colpito la Siria  subito dopo l’accordo di Idlib
Fonte: Gli occhi della guerra
La cronaca degli ultimi eventi in Siria, dai primi bombardamenti russi sulla provincia di Idlib alle minacce americane, dal ricognitore russo abbattuto dalla contraerea siriana per colpa delle manovre dei caccia di Israele ai missili su Latakia alle bombe al fosforo sganciate dagli americani su Deir Ezzor, è ovviamente drammatica.
Ma il sottofondo politico è più complesso di quel che sembra e, in un certo senso, anche meno preoccupante. La partita è la solita: il controllo della Siria. O meglio: il controllo della sua frammentazione. Da sette anni una coalizione potentissima, che va dall’Arabia Saudita agli Usa, dalla Francia al Regno Unito, dalla Turchia al Qatar, passando per una lunga serie di Paesi che sono stati o sono complici “di fatto”, lavora per disgregare l’unità politica e territoriale della Siria.
Non sempre questi Paesi hanno mostrato una perfetta unità d’azione o di visione politica. La Turchia, per esempio, dopo il fallito golpe del 2016, che Recep Tayyip Erdogan considera ispirato dagli Usa, ha preso una strada autonoma e ha costruito una sorta di intesa con Russia e Iran. Nondimeno l’obiettivo è sempre stato quello, all’insegna dello slogan “Assad must go”. Un obiettivo così importante che, per raggiungerlo, la strana coalizione ha puntato via via su diversi cavalli. Continua a leggere

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