Usa, altro che gay e femministe. Con Trump vince il partito della vita

Nei giorni scorsi i grandi media hanno cercato, evidentemente imbarazzati, di non dare troppo peso alla cosa, ma la verità è che le elezioni statunitensi di midterm sono state un successo per Donald Trump. Infatti, mentre di solito i presidenti in carica escono da questo appuntamento elettorale con le ossa rotte, politicamente parlando, si capisce, il tycoon è riuscito in un’impresa che solo cinque volte si era ripetuta nel corso degli ultimi 105 anni di storia americana: quella di aumentare i seggi del proprio partito nell’ala più importante del Congresso, quella del Senato, rafforzandone il controllo.
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L'agenda economica di Bolsonaro

L'agenda economica di Bolsonaro
di Simone Torresani
Fonte: Il Giornale del Ribelle
Ormai totalmente fallito il sistema “socialista bolivariano” di cui il Venezuela è l’esempio più tragico (il Paese è letteralmente alla fame, in preda a gruppi criminali organizzati, microcriminalità violenta, mercato nero, disoccupazione e penuria di merci nei mercati, con oltre 3 milioni di emigrati negli ultimi anni) sembra che anche il Sudamerica stia virando verso una destra preoccupante. E tutto questo lo dico senza preconcetti di base: io non mi sento né di destra e né di sinistra, queste sono ormai etichette logore che vengono appiccicate a questo o quell’ altro personaggio, partito e movimento. Parlerei di populismo ma nel caso di Bolosonaro non so se il termine “populista ” sia adatto. Credo di no, in effetti. Sinceramente non sono preoccupato né dalle frasi politicamente scorrette di quest’ uomo e nemmeno dai suoi attacchi alle donne e dalla sua misoginia. Di questo proprio non me ne preoccupo e anzi se qualcuno riuscisse a far calare le arie alle femministe, ormai insopportabili e deleterie, avrebbe le mie simpatie. Non mi preoccupa nemmeno l’ammirazione verso Trump, il presidente filippino Duterte e il nostro Salvini. Quel che mi preoccupa di Bolsonaro è la sua agenda economica, che è letteralmente devastante per l’ambiente e la biodiversità così tanto ricca del Brasile. Questo parla di costruire una autostrada per tagliare in due l’Amazzonia, un progetto folle e già accantonato in passato. Inoltre ha promesso mano libera ai “fazendeiros”, ai minatori e ha annunciato un programma di costruzioni di mega centrali elettriche. Ovviamente tradizionali, non di energie alternative. Dice che7.000 kmq disboscati in un anno sono troppo pochi ed entro il 2021 bisognerebbe arrivare ad almeno 25-30.000 kmq l’anno, inoltre parla di enormi coltivazioni condotte con metodi OGM della Monsanto laddove tutto verrà disboscato. Mi pare una agenda letteralmente folle e suicida. Continua a leggere

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Steve Bannon, offerta-bomba alla Lega: "I dati segreti con cui vi faccio trionfare alle Europee"

"Italia attenta, l'Europa vi vuole in crisi a vita"Bannon, orgoglio sovranista: è l'ora della rivoltadi Redazione
Da oltre un anno pubblichiamo articoli interessanti di “Breitbart”, abbiamo contatti con il mondo sovranista USA rappresentato dall’ex portavoce di Trump, Mr. Steve Bannon, che abbiamo conosciuto di persona a Roma. Uomo dalle indiscutibili doti carismatiche, gran oratore che sa colpire nel segno, capire cosa la gente voglia. Un esperto di comunicazione, certamente più “libero” nell’azione da quando non è più alla Casa Bianca, ove ha contribuito in maniera determinante a far eleggere Trump. Inflessibile sui temi etici, si dichiara cattolico e con un particolare amore per l’Italia, la sovranità, il patriottismo, l’identità. Ne abbiamo riportato interviste ed il progetto. Ora chiarisce meglio alcuni aspetti:
LO STRATEGA SOVRANISTA
“L’Italia è il centro dell’universo perché sta ridefinendo la sua politica”. Parola di Steve Bannon, fondatore di The Movement (movimento internazionale lanciato per diffondere il populismo di destra), si dichiara pronto a offrire tutto il necessario ai sovranisti europei: “Il mio sostegno prevede la creazione di sondaggi mai fatti prima d’ora sulle elezioni europee – prosegue sulle pagine del Corriere della Sera – Posso fornire una “war room” a risposta rapida, composta da agende di cose da dire, gente da mandare in tivù, risposte quando attaccano il candidato e tanto altro“.

La differenza, per l’ex stratega di Donald Trump, la fa sempre il denaro: Luigi Di Maio e Matteo Salvini “avranno speso neanche 10 milioni di euro per la loro campagna elettorale”, una cifra irrisoria per Bannon che punta a produrre analisi dei dati in grado di individuare dove si trovano gli elettori e condurli poi al voto. Ma chi finanzierà queste belle idee? “Ho moltissimi donatori europei facoltosi, che hanno venduto le proprie imprese o sono in là con gli anni, persone che vedono nei populisti una voce per la gente umile”, chiarisce il giornalista.  Continua a leggere

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L'Italia bastonata dall'Europa incassa il sostegno di Trump

L’Ue attacca il governo gialloverde. Salvini: “Abbiamo il consenso del 60% degli italiani”. E Conte incassa il sostegno dell’ambasciatore Usa: “Le elezioni in Italia hanno dimostrato che il popolo ha parlato”
di Andrea Indini
L’Unione europea bastona duro, gli Stati Uniti replicano facendo scudo. Mentre il governo Conte è alle prese con una difficile manovra economica, che alzando l’asticella del rapporto deficit/Pil al 2,4% destabilizza i rapporti con Bruxelles, arriva un inaspettato sostegno da oltreoceano.
Partecipando a un forum organizzato dall’Ansa, l’ambasciatore americano a Roma Lewis Eisenberg ha fatto una dichiarazione tanto banale quanto invisa ai giorni nostri. “Al di là di come ognuno di noi la pensi – ha scandito – le ultime elezioni in Italia hanno dimostrato che il popolo ha parlato. Questa è la democrazia”. Una ovvietà che, però, certi commissari europei non tengono sempre a mente. Continua a leggere

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Populismo: tra ribellione e costruzione

“Noi tradizionalisti cattolici diamo la ragione metafisica dell’esistenza del populismo. Piaccia o no. Nel lungo termine la retta via sovranista e identitaria convergeranno, anche inconsapevolmente, nella restaurazione del Papato, come condizione trascendente per il riordino della società” (Matteo Castagna, Christus Rex-Traditio)
di Roberto Siconolfi
Populismo: tra ribellione e costruzione
Fonte: oltre la linea
Oggi tutto l’establishment si muove a gonfie vele in opposizione al nascente movimento populista. Populismo, questo termine dispregiativo invocato per ogni manovra, politica o teorica, che esula dalle direttive UE e dal pensiero unico. Un varco che si apre all’interno di un sistema sempre più compiuto e totalitario e che afferma con veemenza le rinnovate esigenze dei popoli europei.
Nella prefazione al saggio “Populismo – la fine della destra e della sinistra” di Alain de Benoist, il prof Zarelli afferma che esso è anche una mentalità e uno stato d’animo. E come non potrebbe, da un punto di vista cosciente e razionale possiamo affermare che esso è “la voce dell’anima dei popoli europei”. Un processo che ricalca il risveglio del femminino sacro delle concezioni metafisiche originarie. Un’anima che si rivolta contro i soprusi di una società di ottusi burocrati, di un sistema di debitori e creditori (vedi Eurozona), di tecnocrati che hanno svilito con la forza della psicologia di massa le migliori qualità identitarie e culturali dei popoli d’Europa.
Ma chi è che ha paura dei populisti e perché? Analizzando le categorie possiamo definire un gruppo di oligarchie ristrette formate da: economia finanziaria; mainstream (una categoria vasta che include sia il mondo dei media che della cultura di massa); centri eteronomi di potere (Bilderberg, Trilateral, Aspen Institute, NATO ecc.). E’ da qui che si tessono le fila oltre che del dominio politico, anche dell’attacco a tutto il movimento populista complessivo. Continua a leggere

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L'internazionale populista di Bannon

di Antonio Terrenzio
L'internazionale populista di Bannon
Fonte: Conflitti e strategie
In questi giorni Steve Bannon e’ sicuramente il personaggio che sta facendo parlare piu’ di se’ negli ambienti sovranisti
L’ex chief strategist di Trump e’ salito agli onori delle cronache per aver inaugurato the Mouvement”, il movimento appunto, che dovrebbe essere collettore di tutti i partiti sovranisti d’Europa, da Marine Le Pen a all’FPO austriaco, da Victor Orban a Matteo Salvini.
L’idea del consigliere di Trump e’ quella di creare una sorta di fondazione in grado di sostenere finaziariamente tutti i partiti populisti d’Europa. L’obiettivo dichiarato dallo stesso fondatore e’ quello di creare una organizzazione in grado di far fronte all’Open Society di George Soros che ha nel tempo finanziato con 32 miliardi di dollari, Ong, associazioni che promuovono l’immigrazione, la liberta’ in temi bio/etici come aborto e eutanasia, lega LGBT ecc. La creazione di un movimento Anti-Davos, in grado di organizzare le forze identitarie di tutta l’Europa le elite’ cosmopolite e suoi valori progressisti.
Alle soglie delle elezioni europee del prossimo maggio, una “coalizione delle destre” concorrera’ per prendersi un terzo del parlamento europeo.
In campo quindi sembrano esserci due fazioni, una di stampo globalista, legata ai partiti di sinistra e alla finanza sorosiana; l’altra, un raggruppamento di tutti partiti nazionalisti d’Europa. Continua a leggere

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"L'Europa vuole l'Italia in crisi a vita"

"L'Europa vuole l'Italia in crisi a vita"L’INTERVISTA A STEVE BANNON DE “IL TEMPO”

Parla Bannon, il guru di Trump: “La gente comune deve ribellarsi alle elite. Lega e 5 Stelle hanno idee molto innovative”

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Gli Stati Uniti sono un morto che cammina

di Paul Craig Roberts
Gli Stati Uniti sono un morto che cammina
Fonte: Comedonchisciotte
C’è un feroce attacco alla verità. Se non usiamo bene il nostro sito web, ci troveremo nel buio più totale.
Ieri mentre guidavo, ho acceso la radio in macchina per sentire se  i russo/siriani avessero cominciato la liberazione di Idlib, in Siria dai terroristi appoggiati da Washington. Tutto quello che ho sentito invece, su radio NPR, erano  due donne bianche che deploravano il razzismo bianco. Si sentivano tanto colpevoli per aver indirettamente beneficiato del razzismo bianco che, anche a me, è sembrato di affogare  nel senso di colpa di una di quelle femmine,  prima ancora che avesse finito di parlare.
Non riuscirete a credere quale sia stato il “beneficio indiretto” che aveva prodotto una forma tento grave di senso di colpa nella femmina bianca, ma forse è bene provarci. Lei aveva comprato un bungalow di mattoni identico a quello accanto, dove viveva un americano nero, con la differenza che l’attico di casa sua era stato completamente ristrutturato, mentre l’attico del suo vicino nero non era stato ristrutturato. Il suo senso di colpa razziale derivava dal fatto che la persona bianca da cui aveva acquistato la casa aveva potuto rendere più bello il suo attico, mentre il suo vicino di colore non aveva potuto farlo, sembra per via del razzismo. Continua a leggere

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Gli effetti della "cura Trump" sul sistema mondiale

Gli effetti della "cura Trump" sul sistema mondiale. Altra deflazione.

Gli effetti della “cura Trump” sul sistema mondiale. Altra deflazione.

Impressionante la quantità e  qualità tecnologica  dei prodotti che l’America importa dalla Cina (per 507 miliardi di dollari l’anno) e  che ora colpisce con dazi.   Mica riso e soya. Ai primi posti ci sono smartphone,  computer, schermi,  lettori ottici e magnetici, memorie elettroniche, circuiti integrati, microscopi e telescopi.  Seguono stampanti,  elettrodomestici di ogni tipo e complessità,  dall’aspirapolvere al ventilatore.  E …
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No, Steve Bannon non è l’uomo nero. Ma vincerà facile, contro l’Europa degli happy hour

Segnalazione Linkiesta

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No, Steve Bannon non è l’uomo nero. Ma vincerà facile, contro l’Europa degli happy hour

È vero, l’ex stratega della campagna elettorale di Trump vuole condizionare la politica mondiale (e perfino quella della Chiesa ufficiale). Ma il suo movimento è molto meno ricco e potente di altri movimenti pro-establishment. E se l’Occidente vira a destra è inutile gridare “al lupo al lupo”. (di Fulvio ScaglioneLEGGI)

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