Populismo, sovranismo e miliardi alla povertà… il coraggio uno se lo può dare

di Rosanna Spadini
Populismo, sovranismo e miliardi alla povertà… il coraggio uno se lo può dare
Fonte: Comedonchisciotte
All’inizio dell’ottavo capitolo dei “Promessi Sposi”, il nostro Don Abbondio, quello che il “coraggio uno non se lo può dare”, mentre stava leggendo un libro per caso, gli capita di leggere il nome di un filosofo per caso “Carneade chi era costui?”, di cui lui non conosceva nulla, se non che forse l’aveva sentito nominare almeno una volta lungo il pavido, inutile corso della sua vita.
Ora noi potremmo dire la stessa cosa… la “politica” che razza di animale è? Un sarchiapone che inquieta solo a nominarlo, o un unicorno uscito da una sorta di bestiario contemporaneo. Se la politica il coraggio non se lo può dare, a cosa serve? Ora sembra che il governo giallo/verde di coraggio ne abbia da vendere, determinato a liberarsi dalle sacche finanziarie in cui è stato cacciato.
Manovra demagogica ha detto qualche barbagianni in tour mediatico, dimenticando che invece il DEF ha rappresentato finalmente l’affermazione della politica sulla finanza, sfidando la maglia di veti e vincoli europei, che hanno contribuito ad aumentare il livello di povertà in Italia, ridotta a fanalino di coda dell’UE.
Continua a leggere

Condividi

Gli Stati Uniti sono un morto che cammina

di Paul Craig Roberts
Gli Stati Uniti sono un morto che cammina
Fonte: Comedonchisciotte
C’è un feroce attacco alla verità. Se non usiamo bene il nostro sito web, ci troveremo nel buio più totale.
Ieri mentre guidavo, ho acceso la radio in macchina per sentire se  i russo/siriani avessero cominciato la liberazione di Idlib, in Siria dai terroristi appoggiati da Washington. Tutto quello che ho sentito invece, su radio NPR, erano  due donne bianche che deploravano il razzismo bianco. Si sentivano tanto colpevoli per aver indirettamente beneficiato del razzismo bianco che, anche a me, è sembrato di affogare  nel senso di colpa di una di quelle femmine,  prima ancora che avesse finito di parlare.
Non riuscirete a credere quale sia stato il “beneficio indiretto” che aveva prodotto una forma tento grave di senso di colpa nella femmina bianca, ma forse è bene provarci. Lei aveva comprato un bungalow di mattoni identico a quello accanto, dove viveva un americano nero, con la differenza che l’attico di casa sua era stato completamente ristrutturato, mentre l’attico del suo vicino nero non era stato ristrutturato. Il suo senso di colpa razziale derivava dal fatto che la persona bianca da cui aveva acquistato la casa aveva potuto rendere più bello il suo attico, mentre il suo vicino di colore non aveva potuto farlo, sembra per via del razzismo. Continua a leggere

Condividi

Scuole e università sono i cavalli di Troia liberali per l’indottrinamento del Nuovo Ordine Mondiale

di Robert Bridge
Scuole e università sono i cavalli di Troia liberali per l’indottrinamento del Nuovo Ordine Mondiale
Fonte: Comedonchisciotte
Dai giocatori della NFL che si “mettono in ginocchio” [1] durante l’inno nazionale, fino ai bambini in età prescolare a cui viene fatto il lavaggio del cervello con l’ideologia del transgenderismo, tutti questi movimenti di sinistra hanno in mente un unico scopo: sovvertire e distruggere le radici stesse dello stato-nazione occidentale.
Questo mese, la macchina della propaganda liberale ha dato una accelerata, pubblicizzando un’altra, controversa, storia indecente, tutto per portare avanti il programma del Nuovo Ordine Mondiale.
Lara Zelski , la preside di una scuola di Atlanta, non pensava chiaramente agli interessi della sua comunità locale quando ha informato i genitori e il corpo insegnante che il giuramento alla bandiera del mattino sarebbe stato eliminato e sostituito con un impegno per “la scuola, la famiglia, la comunità, la nazione e la nostra società globale”.
“Negli ultimi due anni era diventato evidente che un numero sempre crescente di membri della nostra comunità avevano scelto di non alzarsi in piedi e/o di non recitare il giuramento”, ha detto la Zelski. “Questo è un argomento molto sentito e noi vogliamo che tutti, nella nostra comunità scolastica, possano iniziare la loro giornata in modo positivo”.
La Zelski non fornisce nessuna cifra che faccia capire che cosa intenda per “un numero sempre crescente di membri della nostra comunità” che, presumibilmente, disprezzerebbero la bandiera. Questo è il modo con cui i fautori della “società globale” portano avanti il loro distruttivo programma. Usando la dialettica hegeliana, stimolano il confronto su qualche argomento “caldo” (matrimoni omosessuali, latrine unisex, diritti dei transessuali, statue dei protagonisti della Guerra Civile nei giardini pubblici, uso della marijuana e così via), che possa sicuramente far scontrare in modo feroce le due principali ideologie politiche americane. Fanno poi un passo indietro e ammirano il pandemonio che hanno creato. Continua a leggere

Condividi

Ehi, la sapete una cosa? Vi hanno mentito a proposito dell’Iran!

di André Vltchek
Ehi, la sapete una cosa? Vi hanno mentito a proposito dell’Iran!
Fonte: Comedonchisciotte
Avete già preso in considerazione la possibilità che tutto quello che i media occidentali vi hanno detto su come va il mondo, non sia che menzogna e pura invenzione?
Io sono sicuro che voi l’abbiate fatto, perlomeno in questi ultimi tempi, nei quali la follia della propaganda occidentale diventa talmente chiara ed evidente.  Ma quanto è vasto l’indottrinamento al quale siete stati sottoposti?
Se voi vivete in Europa o in America del Nord, fino a che punto siete stati avvelenati dalle menzogne in merito a Cuba ed al Venezuela, in merito a Russia e China, Corea del Nord e – senza dubbio – in merito all’Iran?
Ritenete di essere ancora recuperabili?
Se voi poteste vedere la verità, e confrontarvi con la realtà, sareste ancora capaci di riconoscerla, o la percepireste come propaganda e menzogna?
Io ho appena lasciato Teheran, città con una storia e una cultura formidabili, debordante di musei, di teatri, di parchi meravigliosamente mantenuti e cosparsi di sculture di arte moderna. E’ una città con trasporti pubblici moderni ed interamente sovvenzionati, composti di una metropolitana altamente tecnologica, autobus ecologici e treni che collegano le periferie. Una città con grandi alberi, angoli tranquilli, caffè eleganti e persone estremamente educate e amabili. Continua a leggere

Condividi

E' moro Uri Avnery, l'israelita ottimista che aveva giocato a scacchi con Arafat

di ROBERT FISK
www.independent.co.uk 
Mi è sembrato in qualche modo giusto che la prima notizia della dipartita di Uri Avnery mi sia arrivata da uno dei più convinti nemici di Israele, il leader dei Drusi libanesi Walid Jumblatt. Una leggenda che reca tristi nuove di un’altra leggenda, un socialista che si prepara a portare il lutto per un compagno socialista, che esprime le proprie condoglianze per il novantaquattrenne filosofo politico israeliano. Lo stesso filosofo che, un tempo, era stato uno scolaro ebreo tedesco, Helmut Ostermann, che si era rifiutato di fare a scuola il saluto nazista ad Hitler, ma che era diventato, secondo il messaggio che avevo ricevuto da Jumblatt, “una mente assolutamente indispensabile per la comprensione del fascismo, il più grande fattore di distruzione del 20° secolo.” Parole di Jumblatt. “Avnery,” aveva poi aggiunto [Jumblatt], “aveva anche capito il significato del Sionismo, un’altra ignobile teoria basata sull’apartheid, nient’altro che una derivazione del fascismo.”
Uri Avnery ha avuto un gravissimo infarto durante il fine settimana ed è morto lunedi mattina. Si considerava un Sionista, o almeno un credente in un’Israele di sinistra, coraggiosa ma umile “faro di luce fra le nazioni,” un tipo di nazione a cui, nei nostri cuori, piacerebbe credere. Era fra quegli Israeliani che noi, liberali dal cuore tenero, ci affrettavamo ad andare a trovare appena arrivavamo in Israele, perché dicevano quello che noi volevamo sentire. Continua a leggere

Condividi

I segreti di Helsinki

di Israel Shamir
I segreti di Helsinki
Fonte: Comedonchisciotte
Come un uragano arancione, il presidente Trump ha travolto il Vecchio Mondo. Le visite dei presidenti americani in Europa sono solitamente un’operazione cosmetica. Non stavolta. Dai tempi dell’invasione mongola, non molti visitatori provenienti dall’esterno hanno scosso l’Europa come ha fatto lui. Il presidente degli Stati Uniti si è finalmente liberato della gabbia costruita dai suoi avversari politici ed ha cominciato a dire cose che i suoi elettori volevano sentire.
Le sue audaci dichiarazioni sono state tuttavia rapidamente minate e rinnegate dai suoi ministri consiglieri, creando la sensazione che Trump parli solo per sé stesso. Anche lui, alla fine, ha ripudiato le sue stesse affermazioni, dicendo di esser stato frainteso.
Trump sembra sempre più il protagonista de “Il Principe e il Povero”, il povero ragazzo che per caso diventa re – e comincia a comportarsi in modo non regale, mostrando misericordia e prendendosi cura della gente. La sua stessa corte ignora i suoi comandi. Trump dice quel che la gente vuole sentire, ma la sua amministrazione si attiene alla propria linea.
Durante la prima parte del suo viaggio ha recitato la parte del ribelle, in un mondo di uomini deboli e donne formidabili. L’Occidente è infatti governato da potenti zie e sorelle maggiori. Zia Angela in Germania, Zia Teresa in Inghilterra, Zia Brigitte in Francia. Mancava solo Zia Hillary per completare il puzzle e stabilire il dominio completo sui nipoti soggiogati. Continua a leggere

Condividi

Ultim’ora! La Terza Guerra Mondiale è finalmente terminata!

di DMITRY ORLOV
cluborlov.blogspot.com
Sconosciuta ai più, la Terza Guerra Mondiale ha imperversato, fino ad ora, per quasi trent’anni dal crollo del Muro di Berlino. Era stata preceduta dalla Guerra Fredda, che era terminata quando Mikhail Gorbachev si era arreso all’Occidente, con la conseguente, confusa, dissoluzione del Patto di Varsavia. Nonostante questa capitolazione, l’Occidente non aveva mai abbandonato il suo progetto di distruggere il Patto di Varsavia, insieme a quel che rimaneva dell’ex Unione Sovietica, per poi conquistare e smembrare la Russia stessa. In mancanza di minacce militari da oriente, la NATO, insieme alla sua gemella parassita, l’Unione Europea, si era incessantemente espansa ad est, ingoiando una nazione dopo l’altra. Fino ad ora ha conquistato l’intero Patto di Varsavia, più la Moldova e i tre Stati Baltici ed è alla caccia delle ultime briciole dell’ex Unione Sovietica: Ucraina, Georgia ed Armenia. La ragione per cui nessuno in Occidente si è reso conto che, per tutto questo tempo, c’è stata la Terza Guerra Mondiale è che l’Occidente ha sofferto di un profondo collasso mentale, grave tanto quanto il collasso fisico dell’URRS. La Russia si è ripresa dal suo collasso, l’Occidente, probabilmente, non lo farà mai.
Anche se l’Occidente finge di combattere la Russia, questa è pura fantasia. Le capacità difensive della Russia sono tali che una strategia militare contro di essa non è neanche pianificabile. La dottrina militare russa afferma che nessuna guerra verrà mai più combattuta sul suolo russo: se dovesse essere invasa, trasferirebbe immediatamente gli scontri in territorio nemico utilizzando le sue armi a lunga gittata, dotate di un raggio d’azione che comprende il mondo intero. Precisa anche che risponderà ad ogni minaccia esistenziale usando le armi atomiche, se necessario. E così il Pentagono, con la NATO a rimorchio, non sogna neanche più di attaccare la Russia. Questa speranza, ad un certo punto, era tornata vitale quando gli USA avevano creduto che fosse possibile eliminare la capacità di deterrenza atomica russa utilizzando un “primo colpo” nucleare, ma, da allora la Russia si è riarmata con armi più avanzate di quelle in possesso, attuale o futuro, degli Stati Uniti e così quel sogno è ormai defunto. Continua a leggere

Condividi

Queste sono le domande che qualunque giornalista dovrebbe porgere all’esercito israeliano

di Tossi Gurvitz
Queste sono le domande che qualunque giornalista dovrebbe porgere all’esercito israeliano
Fonte: Comedonchisciotte
Mentre queste righe vengono scritte i cecchini dell’IDF hanno ucciso più di 40 palestinesi vicino alla barriera di Gaza e ferito altri 2,200, una dozzina è considerata essere stata ferita mortalmente. Nello stesso momento in cui leggete queste parole, i numeri sono probabilmente già saliti. Il portavoce dell’IDF ha l’abitudine di sostenere che i suoi cecchini fossero “in pericolo”. Quando sentite queste parole, pensate all’operazione Speedy Express.
Speedy Express venne effettuata dalla nona divisione di fanteria dell’esercito statunitense nel delta del Mekong nel 1969. L’esercito statunitense sosteneva di avere ucciso 10,899 combattenti avversari. Soffrì soltanto 244 perdite. Stando a Saigon, un giovane genio chiamato Alexander Demitri Shimkin, un veterano delle marce per i diritti civili, lasciava perplessi i suoi colleghi giornalisti con uno strano passatempo: si scomodava a leggere davvero i comunicati ufficiali e tabulava quel che c’era scritto.
Dopo alcuni mesi, Shimkin mise insieme una strana statistica: la nona divisione sosteneva di avere ucciso 10,899 combattenti ma aveva catturato soltanto 748 armi. La conclusione di Shimkin era semplice: la disparità tra i morti e le armi catturate significa che la maggioranza delle persone uccise in Speedy Express non erano combattenti ma civili. Fu problematico per Shimkin trovare un editore disposto a pubblicare questo primo esempio di data journalism e il Newsweek lo pubblicó solo nel 1972. Ció nonostante la pubblicazione causò una tempesta di fuoco politica, con l’esercito statunitense forzato a prendere rifugio nella disperata affermazione che “molte unità della guerriglia non erano armate di armi”. Continua a leggere

Condividi

Quando il Sionismo si scontra con la realtà

di Stanley L. Cohen*
Quando il Sionismo si scontra con la realtà
Fonte: Comedonchisciotte
“I torti che ci sforziamo di condannare e di punire sono stati così premeditati, così malvagi e così devastanti, che una civiltà non può tollerare che essi vengano ignorati, perché non potrebbe sopravvivere alla loro reiterazione”
Con queste autorevoli parole, Robert H. Jackson, Procuratore Capo per gli Stati Uniti, aveva aperto i lavori del Tribunale per i Crimini di Guerra a Norimberga, Germania, subito dopo la conclusione della Seconda Guerra Mondiale.
Incaricato di accertare la colpevolezza di esponenti di spicco dell’esercito, della politica e dell’apparato giudiziario per le violazioni alle leggi internazionali...  comprendenti crimini di guerracrimini contro l’umanitàe contro le leggi di guerra…il tribunale aveva validato il principio della responsabilità personale per il genocidio nei confronti degli Ebrei e di altre etnie, che erano state considerate, dallo stato tedesco, una minaccia alla propria, dichiarata, supremazia razziale, religiosa e politica.
Sebbene questi reati si fossero manifestati in forme diverse, la loro efferatezza derivava, in realtà, da un pensiero collettivo condiviso, che considerava tutti quelli destinati ad essere soppressi dallo stato non solo (esseri) inferiori, ma indegni della vita stessa… uomini, donne e bambini, giovani e vecchi, ridotti a poco più di oggetti di grottesca derisione, la cui sola esistenza contaminava il concetto nazionale di supremazia della razza.
Non ci sono più segreti sulla campagna di terrore scatenata dal Terzo Reich, mentre invadeva nazioni e scatenava una violenza internazionale mai vista prima di allora. Neppure sono mai stati soggette ad un serio dibattito le sue modalità di guerra totale, sia verso i militari, che contro i civili. Anche se qualcuno ha scelto di contestare il numero delle vittime o di rielaborare gli esatti strumenti della persecuzione, nessuno storico serio dubita del ruolo avuto dai carri bestiame, dai ghetti e dai forni crematori nello sforzo cosciente di zittire le diversità della vita, mentre la maggior parte del mondo guardava altrove. Continua a leggere

Condividi

L’Iran sostituirà il dollaro USA con l’euro nelle relazioni finanziarie

di Saeed Jalili
L’Iran sostituirà il dollaro USA con l’euro nelle relazioni finanziarie.
Fonte: Comedonchisciotte

L’Iran sostituirà il dollaro USA con l’euro nelle relazioni finanziarie.

Nel mezzo della crisi valutaria, con questo cambiamento si tenta di eludere le restrizioni sull’accessibilità al dollaro USA e di prevenire instabilità di mercato.

Il Rial Iraniano ha perso quasi due terzi del suo valore in dollari USA negli ultimi tre anni [Thaier al-Sudani/Reuters]

La mossa di venerdì (ndt 13 apr.) viene considerata parte degli sforzi per eludere le restrizioni sull’accessibilità alla valuta dollaro, per effetto delle tensioni con Washington, oltre che  a prevenire instabilità generale sui mercati generate dalle  fluttuazioni  del Rial iraniano nei confronti del dollaro.

In una riunione dì gabinetto, il governo ha deciso che tutti i ministeri, le organizzazioni statali e le società dovrebbero far riferimento al tasso di cambio con l’euro, che la Banca centrale dell’Iran avrà il compito di comunicare frequentemente, ha riferito l’agenzia di stampa IRNA.
Non è chiaro quando questa decisione entrerà in vigore, ma gli imprenditori hanno detto che attenderanno di conoscere le modalità attuative prima che queste nuove condizioni possano avere effetto.
“Suppongo che se useranno l’euro come valuta ufficiale, questo ridurrà l’impatto psicologico delle fluttuazioni del rial sul dollaro”, ha detto, ad Al Jazeera, Newsha Sheikh Soleimani, che importa materie prime per la lavorazione di  laterizi e ceramica di Teheran.
“La nostra azienda opera principalmente in euro, ma alcune fatture vengono emesse in base al tasso di cambio rial-dollaro” ma la sua azienda recentemente ha dovuto sospendere tutte le transazioni per l’incertezza sul valore della valuta estera.
“Accolgo con favore qualsiasi mossa che possa riportare  stabilità nel mercato dei cambi”.
La perdita di valore
Valiollah Seif, capo della Banca Centrale, aveva già detto che non è “logico” l’uso del dollaro nelle transazioni finanziarie.
Le entrate commerciali dell’Iran avvengono principalmente in euro a causa delle sanzioni sul dollaro USA, ha affermato. Pertanto, ha aggiunto Seif, le relazioni finanziarie del paese dovrebbero utilizzare una valuta di riferimento più stabile e ampiamente utilizzata nel commercio.
Come parte dell’accordo nucleare iraniano  del 2015 con le potenze mondiali, tutte le sanzioni relative al controverso programma nucleare iraniano sono state revocate.
Malgrado ciò, a causa soprattutto delle persistenti tensioni con gli Stati Uniti, permangono ancora limitazioni all’accessibilità  per l’Iran alla valuta statunitense.
Queste restrizioni hanno contribuito alla caduta del valore del rial nei confronti del dollaro negli ultimi mesi.
Il dollaro è stato scambiato al massimo storico di 60.000 Rial la settimana scorsa, provocando, tra gli iraniani, serie preoccupazioni sulla stabilità che il Presidente Hassan Rouhani  aveva portato all’economia controllando i tassi di cambio.
Dall’anno scorso, il rial ha perso circa il 50% del suo valore rispetto alla valuta USA, che alcuni iraniani comprano in gran quantità come investimento in tempo di forte incertezza economica.
Ci si aspetta che un improvviso calo di valore del Rial provochi un aumento del prezzo delle merci importate e aumenti il tasso di inflazione.
Per controllare la crisi valutaria, il governo la scorsa settimana ha congelato il libero scambio commerciale della valuta USA introducendo un tasso ufficiale di 42.000 rial per ogni dollaro.
La Banca centrale ha detto che fornirà dollari solo a chi è registrato per usarli per scopi specifici, mentre il libero scambio della valuta straniera sarà ritenuto illegale.

Seif, Capo della Banca Centrale, la scorsa settimana ha dovuto affrontare  la furia dei legislatori, quando ha preso il podio parlamentare per spiegare le nuove politiche forex. Ha suggerito al leader supremo Ayatollah Ali Khamenei  l’uso dell’euro nel commercio estero in sostituzione del dollaro USA.
Un rimedio a breve termine?

Nel frattempo, un commerciante di valute ha dichiarato ad Al Jazeera che queste nuove politiche sono “buone notizie per importatori ed esportatori”, ma che hanno generato confusione per il suo business.
“Anche se il governo sostituisce il dollaro con l’euro, il dollaro è ancora scambiato e usato come investimento da molti nel libero mercato”, ha detto, preferendo restare anonimo.
“Spero che queste decisioni non siano solo misure  temporanee – come una pillola che fa abbassare la febbre – perché le restrizioni internazionali sul dollaro influenzano la nostra stabilità economica”.
Ci sono state crescenti preoccupazioni tra le imprese iraniane su un possibile ritiro degli Stati Uniti dall’accordo nucleare iraniano.
Il Presidente USA Donald Trump  dovrebbe decidere il 12 maggio se la sua amministrazione confermerà le  sanzioni che erano state revocate come parte dell’accordo nucleare.
Crede che l’accordo non funzioni perché non affronta il programma missilistico iraniano, così come la sua presenza militare nella regione.
L’Iran dice che i suoi missili sono a scopo difensivo.
*****

Fonte: https://www.aljazeera.com
Link:  https://www.aljazeera.com/news/middleeast/2018/04/iran-replace-dollar-euro-financial-reports-180418183855096.html
18.04.2018

Continua a leggere

Condividi
1 2