25 aprile, lo strappo di Salvini: "Non sfilo coi fazzoletti rossi"
Il ministro dell’Interno non andrà alle celebrazioni per la Liberazione: “Vado dai poliziotti a Corleone”. Ira dell’Anpi
Il 25 aprile Matteo Salvini non ci sarà. La sua assenza farà discutere, inutile illudersi.
Mancano più di 20 giorni alla Festa della Liberazione e già s’infiammano le polemiche politiche. Nessuno prima d’ora si era mai esposto così tanto: il giorno sacro per i partigiani il ministro dell’Interno non sarà a “sfilare qua o là” per celebrare la Resistenza. Andrà invece a Corleone, tra “le forze dell’ordine” che combattono ogni giorno la mafia.
Lo strappo è crudo. Forse inatteso. Salvini a quanto pare non andrà all’Altare della Patria, forse non accompagnerà il Capo dello Stato all’apertura delle celebrazioni e chissà se non parteciperà neppure ad una delle tante iniziative organizzate (dall’Anpi e non solo) in tutta la penisola. “La lotta a camorra, ‘ndrangheta e mafia è la nostra ragione di vita – ha detto il ministro leghista a margine della festa della polizia – Vado a Corleone a sostenere le forze dell’ordine nel cuore della Sicilia”. Alla faccia dei partigiani.
Non sarà solo la sua assenza a pesare. A colpire il segno sono anche e soprattutto le parole. Salvini non intende “sfilare qua e là” con “fazzoletti rossi, fazzoletti verdi, neri, gialli e bianchi”. Insomma: non vuole associare la sua immagine a quella di chi colora i cortei partigiani nelle cittadine italiane. Uno strappo col passato importante. Legittimo, per carità. Ma è pur sempre una rottura. Continua a leggere