In America scatta un nuovo allarme sulla Russia e sulla sua minaccia nucleare. Questa volta si tratta della flotta di sottomarini di Mosca che, secondo i siti che hanno interpretato la bozza del Nuclear Post Review pubblicato dal Pentagono e ottenuto per primo dall’Huffington Post, avrebbe ottenuto un livello ancora maggiore di pericolo per la sicurezza degli altri Stati. “Oltre a modernizzare i sistemi nucleari sovietici “legacy”, la Russia sta sviluppando e dispiegando nuove testate nucleari e lanciatori. Questi sforzi comprendono numerosi aggiornamenti per ogni ramo della triade nucleare russa di bombardieri strategici, missili a terra e missili terrestri. La Russia sta inoltre sviluppando almeno due nuovi sistemi di trasmissione intercontinentale, un veicolo di planata ipersonica e un nuovo siluro autonomo intercontinentale con armi nucleari”. Si tratta di una bozza, come ricordato da Franco Iacch per Il Giornale. E dunque, come tutte le bozze, potrebbe tranquillamente essere modificata e potrebbe essere rimosso il contenuto riguardante la Russia. Ma se così non fosse, allora il Pentagono avrebbe certificato l’esistenza dell’Ocean Multipurpose System Status-6, che i militari Usa chiamano in codice “Kanyon”, e certificherebbe il raggiungimento, da parte di Mosca, di un ulteriore standard di espansione del proprio arsenale atomico e delle proprie capacità balistiche. Gli Stati Uniti sono preoccupati per il costante sviluppo da parte della Russia di “capacità nucleari sempre più diversificate ed in espansione”, e, come spiegato da Defense News, con “la percezione di Mosca secondo cui potrebbe condurre un attacco nucleare come un modo per ‘ridurre l’escalation’ di un conflitto a condizioni favorevoli alla Russia”.
L’importanza della bozza trapelata in questi giorni dal Pentagono è tanto nella nuova politica americana sulle armi nucleari quanto in questa rinnovata tensione latente che intercorre fra Stati Uniti e potenze eurasiatiche come Cina e Russia. Si è parlato di un’apertura di Trump verso un rinnovato arsenale atomico con una sorta di “liberalizzazione” delle testate. Ma in realtà, il vero interesse di questa bozza è duplice. Da un lato, nel fatto che, a distanza di quasi trent’anni, la Guerra Fredda non solo esiste ancora, ma si è anche estesa includendo anche il gigante cinese. Da un mondo bipolare a tripolare che, come già definito dalla National Security Strategy, vede gli Stati Uniti d’America rivolti espressamente a Cina e Russia in qualità di diretti avversari della geopolitica americana. L’annuncio della potenziale minaccia nucleare russa va letta nella difficile fase che stano vivendo gli Stati Uniti, in cui è evidente la loro necessaria accettazione della crescita della capacità militare e politica russa e cinese a discapito del ventennio americano in cui, per un breve ma importante lasso di tempo, si era quasi raggiunto un modello unipolare a livello internazionale. Con la National Security Strategy e con la Nuclear Post Review, gli Stati Uniti certificano la fine del loro predominio e rinnovano la necessità di un maggiore sviluppo delle proprie capacità nucleari e balistiche per contrastare l’elevato livello di rischio raggiunto grazie allo sviluppo dell’arsenale russo e di quello cinese.
Un secondo dato interessante è che il Pentagono, almeno stando alla bozza – che potrà essere modificata in alcune parti ma non rivoluzionata del tutto – conferma una tendenza della nuova amministrazione Usa diliberalizzazione del concetto di utilizzo dell’arma nucleare che, fino a pochi anni fa, era considerato quasi una sorta di tabù. Dall’escalation in Corea del Nord, gli Stati Uniti hanno sempre parlato, più o meno tacitamente, della possibilità di uso di armi nucleari tattiche. Il concetto ormai è da ritenere superato, dal momento che l’arma nucleare, come strumento, è a tutti gli effetti un fattore strategico più che tattico. Nessuno si sogna di utilizzare l’arma atomica, ma tutti ne minacciano il suo uso e il suo sviluppo. Tuttavia, utilizzare sempre più facilmente e in maniera più spudorata la minaccia nucleare, fa riflettere sul livello di rischio in aumento nel mondo. L’arma nucleare è una garanzia, ce lo insegna la Corea del Nord e ce lo insegnano i Paesi che non l’avevano e che hanno subito una guerra. Ma una nuova corsa all’arsenale atomico è in corso e questo, inevitabilmente, comporta a lungo andare uno stallo. O dei rischi, come nel caso di quei Paesi che un accordo sulla non proliferazione non l’hanno firmato.
Fonte: http://www.occhidellaguerra.it/usa-allarme-per-la-nuova-arma-russa-una-guerra-fredda-con-il-terzo-incomodo/