‘Festa di rom e migranti’: sette stranieri sorpresi a rubare durante la parata

La notizia è stata diffusa da “Il Giornale”.

Per il presidente della Camera Fico, quella di ieri è stata un “festa della Repubblica dedicata a migranti e rom” e – in un certo senso – lo è stata. Secondo quanto riportato oggi pomeriggio dal quotidiano “Il Giornale”, sette stranieri sono stati fermati per furti e borseggi, sorpresi proprio durante la parata ai Fori Romani.
Nello specifico, si tratta di cinque donne rom, un uomo di origine peruviana e un tunisino. Gli aspiranti rapinatori, tutti di età compresa tra i 25 e i 46 anni, sono stati fermati tutti nella zona centrale della capitale: avrebbero cercato di approfittare del momento di caos per tentare una serie di colpi ai danni di turisti stranieri e persone anziane. Nel mirino portafogli, marsupi e borsette delle vittime.
Per fortuna, i furti sono stati sventati dai Carabinieri presenti sul luogo.

Fonte: https://vocecontrocorrente.it/festa-di-rom-e-migranti-sette-stranieri-sorpresi-a-rubare-durante-la-parata/

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GLI AMICI E I NEMICI DELLA REGALITA’ DI CRISTO

Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
 
Gli amici e i nemici della regalità di Cristo
 
Modena, 12 ottobre 2019,  XIV giornata per la regalità sociale di di Cristo  presso il M.B. Center in viale Virgilio 52/E a Modena (uscita casello autostradale di Modena Nord).
– ATTENZIONE ALL’INDIRIZZO DELLA NUOVA SEDE –
 
Seminario di studi: 
GLI AMICI E I NEMICI DELLA REGALITA’ DI CRISTO.
Nel centenario della fondazione della rivista antimodernista “Fede e Ragione”, dei Fasci di Combattimento e del Partito Popolare.

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La fedeltà alla Messa, il rifiuto del rito di Paolo VI

Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 3/19 del 9 gennaio 2019, San Giuliano
 La fedeltà alla Messa, il rifiuto del rito di Paolo VI
Pubblichiamo le schede del calendario Sodalitium, dedicato ai cinquant’anni di resistenza alla nuova messa (1969-2019), riguardanti i coraggiosi sacerdoti che rifiutarono il nuovo rito di Paolo VI e per questo motivo furono perseguitati dai modernisti. Una bella differenza con i ratzingeriani che considerano la “messa nuova” di Paolo VI il “rito ordinario” della Chiesa e declassano la Messa Romana detta di San Pio V a “rito straordinario”, passando con disinvoltura dal tavolo di Montini agli “altari maestosi”. 
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Effetto Salvini: chiusi 2mila centri profughi

Giornata di sciopero nazionale dei dipendenti delle coop sociali che gestiscono il business dei centri di accoglienza. Dagli effetti del Decreto Sicurezza 20 mila ‘lavoratori’ che sollazzavano i fancazzisti perderanno il lavoro. Si tratta in gran parte di immigrati. Di questi, 500 in Abruzzo.
Già chiuso il Cas di Lanciano a giorni prevista la chiusura anche di quello di Roccamontepiano. A ruota potrebbe accadere la stessa cosa per i tanti centri d’accoglienza in Abruzzo, dove decine di immigrati vengono coccolati a spese dei contribuenti.
Sono gli effetti del Decreto Sicurezza fortemente voluto dagli italiani che, di fatto, mette a rischio il business dell’accoglienza.
“Visto che il vice premier sottolinea spesso che vengono prima gli italiani – dice tal Urbano Abbonato della Cooperativa “Luna” – cosa intende fare di 20 mila giovani italiani, psicologi, assistenti, formatori, insegnanti che dall’oggi a domani si ritroveranno in mezzo alla strada?”.
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Un anno di governo del Ministro Fontana

Un bilancio di quanto fatto fino ad oggi
“In legge di Bilancio, a pochi mesi dall’insediamento, siamo riusciti a ottenere circa tre miliardi per famiglia e disabilità. Tra le tante cose, abbiamo portato il fondo famiglia da poco più di quattro milioni a 100milioni, abbiamo aumentato da mille a 1.500 euro gli incentivi per gli asili nido.
slide asili nidoAlle famiglie con più figli potranno essere erogati assegni anche superiori ai duemila euro. E ancora: abbiamo investito 80milioni di euro per il welfare aziendale. Nel campo della disabilità abbiamo aumentato tutti i fondi, a partire dal Fondo per la non autosufficienza, per i più gravi, potenziato di 100milioni di euro, strutturali. Nel Consiglio dei Ministri del 20 maggio, con il Ministro Bussetti, abbiamo introdotto importanti novità nel campo dell’inclusione scolastica degli alunni con disabilità. Dopo anni, inoltre, è stato ricaricato il fondo antidroga, per 7milioni di euro, altri 2 milioni  potranno essere destinati alle comunità terapeutiche e 3 alla prevenzione nelle scuole. Abbiamo inoltre potenziato la parte di controllo delle droghe sottoscrivendo accordi di collaborazione con le forze dell’ordine e siamo partner delle reti di cooperazione di area Mediterranea e Atlantica contro il narcotraffico”.
Qual è stata l’iniziativa più “sofferta” in termini di risultato e quella di cui va più fiero?
La trattativa in sede di Legge di Bilancio è stato senza dubbio uno dei momenti più difficili, ma anche una delle cose che mi rende più orgoglioso di questi dodici mesi alla guida del Ministero. L’aumento di tutti i fondi per la disabilità e la natalità è stato un primo traguardo, soprattutto considerando che ci eravamo appena insediati. L’aver portato, poi, al centro dell’agenda di governo e del dibattito politico i temi della famiglia e della disabilità è per me motivo di grande soddisfazione.
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Perché hanno creato Greta (e i gretini)

“Abbiamo bisogno di una nuova politica industriale in Europa. Abbiamo bisogno che l’industria automobilistica  muova più velocemente nella transizione  all’ auto elettrica. Abbiamo bisogno di campioni europei nelle industrie rinnovabili. Abbiamo bisogno di campioni europei nell’economia circolare”:  venendo da Frans Timmermans, Bilderberg da sempre, eminenza grigia della casa reale olandese (è stato ministro degli Esteri),  potente  primo vicepresidente della Kommissione Europea,  la frase suddetta va intesa come una direttiva. E spiega tante cose, dalla comparsa e promozione  di Greta e gli scioperi scolastici del venerdì per fare pressioni sui governi, fino  all’eccezionale risultato dei Grunen in Germania.

Leggi tutto.
fonte – https://www.maurizioblondet.it/?email_id=2891&user_id=13803&urlpassed=aHR0cHM6Ly93d3cubWF1cml6aW9ibG9uZGV0Lml0L3BlcmNoZS1oYW5uby1jcmVhdG8tZ3JldGEtZS1pLWdyZXRpbmkv&controller=stats&action=analyse&wysija-page=1&wysijap=subscriptions

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L'economo della FSSPX viene incardinato a Roma e vive con Bergoglio (col permesso del Superiore Generale)

L’ “Una cum” (la comunione con gli occupanti conciliari) alla fine incardina nelle diocesi moderniste…

Il sacerdote argentino don Pablo Enrique Suárez (di 52 anni) si è unito alla Chiesa di Francesco, come riferisce il vescovo Richard Williamson nella sua newsletter (1° giugno).
Suárez è stato Economo Generale della Fraternità Sacerdotale di San Pio X (FSSPX) dal 2014 al 2018. Ha lasciato la Fraternità col permesso del suo superiore, don Pagliarani.
Ora, Suárez risiede in Casa Santa Marta, dove vive lo stesso Francesco. Sarà incardinato nella diocesi romana.
L’Economo Generale supervisiona la gestione delle proprietà in tutto il mondo della Fraternità ed è parte del piccolo gruppo che vive nel quartier generale di Menzingen, Svizzera.

fonte – https://gloria.tv/article/nbpJKbGdPtXb4LyfDDveczpKQ

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Il Giuramento antimodernista prescritto da Papa San Pio X

Io N. fermamente accetto e credo in tutte e in ciascuna delle verità definite, affermate e dichiarate dal magistero infallibile della Chiesa, soprattutto quei principi dottrinali che contraddicono direttamente gli errori del tempo presente.
Primo: credo che Dio, principio e fine di tutte le cose, può essere conosciuto con certezza e può anche essere dimostrato con i lumi della ragione naturale nelle opere da lui compiute (cf Rm 1,20), cioè nelle creature visibili, come causa dai suoi effetti.
Secondo: ammetto e riconosco le prove esteriori della rivelazione, cioè gli interventi divini, e soprattutto i miracoli e le profezie, come segni certissimi dell’origine soprannaturale della religione cristiana, e li ritengo perfettamente adatti a tutti gli uomini di tutti i tempi, compreso quello in cui viviamo.
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Disponibile il numero 163 di Sursum Corda

Sul sito è disponibile il numero 163 (del giorno 2 giugno 2019) di Sursum Corda®. Il settimanale si può scaricare gratuitamente nella sezione download dedicata ai soli Associati e Sostenitori.

Clicca qui per gli ultimi articoli leggibili gratuitamente sul sito:
– Comunicato numero 163. I dieci lebbrosi;
– La parusia del Cristo glorioso;
– Preghiera a Sant’Erasmo, Martire (2.6);
– Racconta San Cipriano della punizione a una donna sacrilega;
– Preghiera ai Santi Marcellino e Pietro, Martiri (2.6);
– Un famoso ladro che muore abbracciato alla colonna di San Simeone;
– Mese di giugno. Litanie del Sacro Cuore di Gesù;
– Orazione all’Ascensione di Nostro Signore Gesù Cristo;
– Dizionario di teologia dommatica. La Soddisfazione sacramentale;
– Preghiera a Sant’Agostino di Canterbury, Vescovo (28.5);
– Preghiera a Santa Giovanna d’Arco, Vergine (30.5);
– Dizionario di teologia dommatica. La Soddisfazione (di Cristo);
– Preghiera a Santa Maria Maddalena de Pazzi (29.5);
– Video dell’Abate Ricciotti: L’eutanasia è un suicidio commissionato;
– Preghiera a Santa Petronilla, Vergine (31.5).
fonte – https://www.sursumcorda.cloud/tags/numero-163.html
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L’inganno della morte cerebrale e il business dei trapianti d’organi

Da dove nasce l’approccio medico svelato al mondo in maniera palese dal piccolo Alfie Evans? La risposta per il dottor Paul Byrne, neonatologo di fama internazionale, che nel dicembre del 2017 visitò il piccolo, è chiara: «Anche se Alfie non fu dichiarato cerebralmente morto, tutto nasce dalla definizione di “morte cerebrale”. Una visione per cui la vita è misurata sulla quantità di funzioni dell’encefalo».
di Benedetta Frigerio (03-06-2018)
Da dove nasce l’approccio medico svelato al mondo in maniera palese dal piccolo Alfie Evans? La risposta per il dottor Paul Byrne, neonatologo di fama internazionale, che nel dicembre del 2017 chiamato dalla famiglia del bambino volò a Liverpool per visitarlo, è chiara da anni: «Tutto nasce dalla definizione di morte, non più clinica ma cerebrale, sancita nel 1968 da una commissione medica di Harvard».
Dottor Byrne, ci spieghi perché lei differenzia la morte reale dalla morte cerebrale e quali implicazioni ha questa distinzione?
Ho avviato una terapia intensiva per bambini malati nel 1963 presso il Cardinal Glendon Hospital for Childrend di St. Louis, ero profondamente animato dall’intenzione di sostenere la vita in ogni modo possibile. Durante questo periodo, sono state scoperte nuove terapie. Ma pochi anni dopo cominciò a diffondersi una nuova definizione di morte: il paziente non era più considerato morto solo dopo la cessazione delle funzioni cardiache e circolatorie, quindi anche respiratorie e del sistema nervoso, ma bastava rilevare l’assenza di attività dell’encefalo per dichiararlo morto. Nel 1975 nel mio reparto fu ricoverato un bimbo nato prematuro, Joseph. Venne ventilato e poi dichiarato cerebralmente morto perché il suo elettroencefalogramma non dava segni di attività. Ma Joseph era vivo, quindi continuai a curarlo: oggi è padre di tre figli. Da quel momento ho cominciato a interrogarmi sulla definizione di morte cerebrale, scoprendo che era una bugia.
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Una considerazione ecologica

La bellezza dell’Italia, osannata com’è giusto che sia per la sua storia e la sua arte, è anche frutto di una fortunata e per certi versi voluta bellezza paesaggistica. Una penisola montuosa che si incunea nel Mediterraneo, finendo per essere un connubio perfetto fra mare e montagna. Lo dimostrano non solo le innumerevoli specie endemiche, ma anche le vette e gli abissi che gli atleti italiani hanno raggiunto, forti delle esperienze rese possibili dalla Penisola.

Tanto per fare due nomi contemporanei e due storici: Umberto Pelizzari (-131m in apnea in assetto variabile regolamentato, -150m in variabile no limits); Simone Moro (invernale sul Nanga Parbat a 8126m); Reinhold Messner (il primo a scalare l’Everest senza l’ausilio di bombole d’ossigeno) e infine Enzo Maiorca (nel ’61 supera i -50 metri in apnea in assetto costante, sfatando il mito secondo cui i polmoni di un uomo sarebbero collassati oltre quella profondità).
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Il fattore infedele. Il ricco epulone

Stimati Associati e gentili Sostenitori, Vi siamo davvero grati per la numerosa, devota e fervorosa partecipazione allo scorso «Pellegrinaggio della Tradizione», processione di 22 km da Osimo a Loreto in onore della Virgo Lauretana. Un appuntamento di vera amicizia, di amici della Chiesa, amici del Papato, amici del Clero, amici dei Santi e dei Martiri, amici di Nostro Signore Gesù Cristo e della Beata Vergine Maria. Cogliamo l’occasione per segnalare la relazione sulla vera amicizia, tratta soprattutto dagli studi di Cornelio ALapide, pubblicata sul nostro canale Youtube. Veniamo al consueto studio della Sacra Scrittura usando la preziosa «Vita di Gesù Cristo» dell’Abate Ricciotti, che oggi ci parla del fattore infedele e del ricco epulone.
• § 470. Oltre ad essere lo scriba della misericordia, San Luca è anche l’Evangelista della povertà (§145): ecco quindi che nella collana di parabole che stiamo esaminando, alle perle sulla misericordia divina seguono altre sulla povertà umana, anche queste conservate dal solo forziere di Luca. Che il rinunziare alla ricchezza fosse un atto di accortezza da parte del seguace di Gesù, fu da lui mostrato con la seguente parabola. Ci fu un uomo ricco che aveva un fattore, e costui fu accusato presso il padrone di dissiparne i beni; perciò fu chiamato dal padrone, che gli disse seccamente: «Mi sono giunte all’orecchio cattive voci sul conto tuo; presentami al più presto i conti della tua amministrazione!». – Uscito di là, il fattore pensò ai casi suoi, e si vide perduto se non avesse trovato qualche ripiego per campare la vita nella sua vecchiaia. Cominciò quindi a ragionare: «Adesso che mi sarà tolta l’amministrazione, come potrò mantenermi? A lavorare nei campi non sono più capace; a domandare l’elemosina mi vergogno». Dopo averci ripensato su lungamente, decise di far ricadere sul padrone il peso del suo sostentamento per mezzo di un’astuta truffa. Si trattava di diminuire falsamente il debito che ciascun colono aveva col padrone, affinché poi quei debitori fraudolentemente beneficiati si mostrassero grati col fattore ricompensandolo. Chiamato perciò un colono gli domandò: «Quanto devi al mio padrone?» – Quello rispose: «Cento barili d’olio». – Il fattore allora: «No, prendi qua la ricevuta e scrivi cinquanta!». – Cosicché a questo primo debitore era rimessa la metà del debito. Chiamato poi un altro, gli fece la stessa domanda; e quello rispose: «Devo cento misure di grano».
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Sovranità monetaria

“È un bene”, diceva l’imprenditore Henry Ford nel 1937 , “che la gente non abbia idea di come funzioni il nostro sistema bancario e monetario, altrimenti ci sarebbe la rivoluzione prima di domani mattina”. È indubbio, infatti, che la sovranità di un paese e, dunque, di un popolo, passi anche e soprattutto attraverso il possesso della moneta corrente all’interno di una nazione.

La lotta per la piena indipendenza e sovranità è attraversata da una lunga scia di sangue, sabotaggi e colpi di stato: dall’Operazione Persil, che destabilizzò l’economia della Guinea, agli assassinii del presidente togolese Sylvanus Olympio e del celebre presidente del Burkina Faso Thomas Sankara. Oggetto della disputa, una moneta che, nonostante la fine ufficiale del colonialismo, mantiene le ex colonie francesi nel continente nero in uno stato di servitù valutaria nei confronti dell’ex metropoli: il Franco CFA, recentemente entrato nel dibattito politico italiano ed europeo.

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Rifare il Risorgimento, non la Resistenza

QUINTA COLONNA

di Marcello Veneziani
Trent’anni fa moriva Augusto del Noce, filosofo gentile e cattolico in disparte. Aveva fatto appena in tempo a vedere la caduta del Muro di Berlino, ma non fece in tempo a vedere il passaggio dal mondo bipolare al mondo globale, dominato – come lui stesso aveva previsto – dalla tecnofinanza e dal permissivismo; e la trasformazione del comunismo in forza radicale di massa, come lui aveva prefigurato. Nell’89 c’era ancora l’Urss, non si era ancora unita l’Europa ed era in auge Papa Woytila. E da noi c’era ancora la prima repubblica coi suoi protagonisti.
In quel tempo il filosofo cattolico pensava che compito dei prossimi anni dovesse essere un nuovo Risorgimento nazionale ed europeo. La sua lettura del Risorgimento era metastorica, ideale, platonica; poco aveva a che vedere con l’effettivo processo unitario e le sue contraddizioni. Per lui il Risorgimento era una categoria religiosa, derivava da Risurrezione, evocava Gioberti. Mentre il Risorgimento storico, quello di Cavour, di Garibaldi e dei Savoia, era sì un afflato ideale ma concepito come un processo di modernizzazione rispetto alla tradizione, un movimento laico se non irreligioso che nasceva contro gli Imperi centrali del Trono e dell’Altare e rientrava nell’epoca “liberale” degli stati nazionali e delle sovranità costituzionali.
Per Del Noce il Risorgimento era una vera e propria categoria filosofica, oltre che politica; differente tanto da Rivoluzione che da Restaurazione. Il Risorgimento indica per lui che le nazioni possono risollevarsi solo nel segno della loro tradizione, “criticando l’ordine storico dal punto di vista di un ordine ideale”. Se la rivoluzione mira al futuro, diceva, il Risorgimento mira all’eterno. Peraltro, la formula adottata per la sovranità italiana sembrava corrispondere all’auspicio di Del Noce, “per grazia di Dio e volontà della nazione”.
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