
Quale visione politica dominerà il vecchio continente: sovranisti vs europeisti? Come sarà formato il prossimo Parlamento UE? Chi comanderà in Europa? Per parlarne Sputnik Italia ha raggiunto Raffaele Marchetti, Professore di Relazioni Internazionali della LUISS Giudo Carli.
— Professore, Lei è soddisfatto con quello come sta andando la campagna elettorale per le europee 2019? A Suo avviso, come questo appuntamento elettorale potrebbe essere diverso dai precedenti?
— Per adesso non c’è ancora quasi nessun tipo di discussione sul merito specifico delle elezioni europee. Siamo in campagna elettorale ma di politica europea stiamo discutendo molto poco. Per essere soddisfatto io vorrei vedere un dibattito molto più approfondito e accurato sulle tematiche europee e questo non è ancora presente.
Queste europee potrebbero essere un momento importante nella storia della politica dell’integrazione europea. L’inizio della rottura c’è stato nel 2014. Le scorse europee sono state le elezioni in cui per la prima volta, pur mantenendo la maggioranza il blocco socialista-popolare, si è visto rivaleggiare da un blocco populista, anti-establishment o con venature antieuropei. Nel 2014 queste erano piccole avvisaglie, dopo quattro anni questi segnali sono diventati sempre più rumorosi. E l’ho abbiamo visto in tutte le elezioni nazionali. In tanti paesi europei ci sono fortissime minoranze antieuropeiste e qualche volta queste minoranze sono addirittura al governo. E quindi, mi aspetto che il parlamento europeo avrà una fisionomia molto diversa da quella a cui noi siamo abituati. Tradizionalmente per tutti i decenni dell’integrazione europea c’è sempre stato un grande blocco di euroentusiasti composto da socialisti e conservatori, quando guidava uno o altro oppure qualche volta insieme, facendo un grande coalizione.— Però secondo gli ultimi sondaggi per la prima volta nella storia dell’Unione, Partito popolare e Partito socialista europeo insieme non avranno la maggioranza a Strasburgo? Questo significa che sta per cambiare il vento anche in Europa?

— E’ chiaro che la tendenza sta aumentando ma il vento non cambierà ancora. Perché questi partiti potrebbero avere la maggioranza da soli, cosi come l’hanno avuta in questa ultima legislatura o potrebbero non essere autosufficienti, creando una grande coalizione e quindi dovranno richiedere l’appoggio di un terzo alleato. I sondaggi dicono che i socialisti e popolari non avranno la maggioranza, ma è anche vero che nessun altro potrà avere la maggioranza, perché le opposizioni sono comunque divise tra destra e sinistra, per cui è difficilmente ipotizzabile che si mettono insieme.— Il Movimento 5 stelle si presenterà alle elezioni europee di maggio in un’alleanza formale con il partito croato anti-sfratti Zivi Zid, coi polacchi di Kukiz 15, i finlandesi di Liike Nyt e i greci di Akkel. Restano fuori dal gruppo, almeno per ora, i gilet gialli. Come valuta questa scelta di Di Maio?

— Il posizionamento europeo del 5 Stelle è molto fluido, per cui non prenderei questo come un posizionamento definitivo. Sono oramai tanti anni che cambiano alleati, che cercano sponde e poi si ritirano indietro. Direi che non essendo un partito con una forte connotazione politica, fatica molto ad entrare in un gruppo politico del parlamento europeo. Questi sono alleati che hanno trovato, alleati minori, però la loro scelta strategica è quella di non posizionarsi né a destra, né a sinistra. E questo crea un problema al livello di parlamento europeo perché li sono obbligati a prendere una decisione, cosa che per esempio non devono fare al livello nazionale. La loro alleanza con il partito di destra come la Lega è solo un’alleanza tattica basata sul contratto di governo, invece per le elezioni europee si parla di un’alleanza politica, e quindi ha un valore molto diverso.— Marine Le Pen, leader storica della destra francese, ha ribadito la sua alleanza politica con questo partito e lo definisce come un’alleanza “durevole basata su una forte amicizia e una grande coerenza politica”. Nello tempo stesso il vice-premier, leader della Lega Matteo Salvini sta puntando sulla creazione del nuovo asse italo-polacca che, come sostiene lui, potrebbe portare all’Unione “un nuovo equilibrio, una nuova energia”. Pensa che Italia e Polonia davvero saranno gli eroi di questa nuova primavera europea e riusciranno a sostituire l’asse franco-tedesco?
— No, una cosa del genere non è ipotizzabile. È chiaro che qualsiasi asse in Europa deve passare necessariamente per la Germania e eventualmente per la Francia. Non c’è nessun tipo di alleanza che sia alternativa alla centralità della Germania e quindi, se l’Italia vuole avere un tipo di influenza in Europa, deve necessariamente trovare un raccordo in primis con la Germania. Non ci sono in questo momento alleanze maggioritari o strategiche alternative.
— A proposito della Germania, Claudio Borghi della Lega torna a parlare di uscita dell’Italia dall’Unione europea. “Penso che questa opportunità sia l’ultima. Se a seguito di queste elezioni ci saranno i soliti ‘mandarini’ guidati dalla Germania a guidare le politiche economiche, sociali e migratorie, a uso e consumo della Germania e a nostro danno, io dirò di uscirne”. Come commenterebbe queste parole del deputato leghista?
— Io sinceramente non credo che loro faranno una campagna elettorale per uscire dall’Unione europea perché questo non pagherebbe in termine elettorale, perderebbero molti voti.
— Lega e Movimento 5 stelle si stanno giocando tutte le carte politiche sperando di vincere le elezioni per cambiare la Commissione. Chi comanderà l’Europa? Gli attuali Junker e Tusk faranno davvero le valigie, come annunciano i leader del governo gialloverde?
— E’ molto difficile fare previsioni ma io mi aspetto che ci sia una coalizione ancora più larga che includa certamente popolari e conservatori e magari qualche altro gruppo — liberali, verdi, altri gruppi minori, che siano sufficienti per creare una maggioranza che rimane comunque “euroentusiasta”. Penso che questa volta gli euroscettici rimarranno in minoranza. Cioè prima del 2014 non contavano nulla e dalle ultime elezioni hanno cominciato ad avere un peso, nel 2018 questo peso sicuramente aumenterà ma non tanto da diventare maggioranza.
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fonte – https://it.sputniknews.com/opinioni/201902227317336-Europee-2019-chi-comandera-in-Europa/