REX
di Chiara Soldani
Il romanzo su Mussolini diventerà una serie tv: con buona pace di Fiano, Boldrini e Saviano (la lista continua, ovviamente). La casa di produzione Wildside ha infatti acquisito i diritti di “M. Il figlio del secolo” di Antonio Scurati (edito Bompiani). Così, il libro che tratta dell’ossessivamente citato “fascismo”, troverà trasposizione televisiva: ma senza intaccarne la bontà letteraria. Pagine che testimoniano, con dovizia di particolari, fatti storici senza il fantasioso intervento dell’autore.
Scurati ha ricostruito fedelmente la storia d’Italia dal 1919 al 1925: dalla fondazione dei Fasci italiani di combattimento al delitto Matteotti. Documenti storici che supportano la narrazione: l’autore pone al centro del libro, un Mussolini impegnato nel dar forma al suo progetto rivoluzionario. Ne traccia, inoltre, un ben delineato profilo psicologico. Un’idea chiarissima di Italia e d’italianità, quella del Duce: “Nell’ordine l’Italia deve prima conquistare se stessa. Ecco il compito del fascismo. È necessaria la vittoria dello spirito se vogliamo rinnovare la nazione per lanciarla sulla via del suo più grande imperiale destino”.
Opera intrisa di realismo, con inserti documentali: articoli, comunicati ufficiali, corrispondenze epistolari. Grande, il lavoro di Scurati: nessuna invenzione ma fatti ricostruiti e restaurati, con la cura propria artigianale. Ad oggi, ancora nessuna indiscrezione circa tempi di produzione, cast e data di uscita. In un periodo (che da troppo si protrae) di grandi censure e fantasiose ricostruzioni (riferimento a recenti fatti non puramente casuale), libro e serie tv su Mussolini sono una bella vittoria: nella partita contro il politicamente corretto. Avanti così.
Fonte: https://www.ilprimatonazionale.it/cultura/la-storia-di-mussolini-diventa-serie-tv-la-boldrini-abbattera-le-antenne-93755/
Importante che il regista non esprima minchiate , come spesso fanno i registi per aggiungere del “loro” ad un’opera scritta….
Vedremo…ma, intanto, non va ignorato il dato politico: si parla sempre e solo di lui ed in raffronto a lui, anche a distanza di un secolo. Su questo è doveroso interrogarsi. Lo dovrebbero fare anche i pochi che nel nostro ambiente sembrano attratti solo che dalle parrucche settecentesche o da carnevali fuori stagione per ricordare un passato già decadente, che non tornerà mai più, neppure attualizzato.