di Sergey Lavrov
Fonte: Panorama
In un’intervista esclusiva a “Panorama” in edicola il 3 maggio, il ministro degli esteri russo Sergey Lavrov, da quasi 15 anni stretto collaboratore di Putin, accusa gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e un gruppo «piccolo ma molto aggressivo» di Paesi europei russofobi. Devono rassegnarsi, dice, il mondo non è più loro. E dà la sua versione sugli avvelenamenti di Salisbury e sull’uso di armi chimiche da parte del regime siriano. «Il G7 ormai è inadeguato, un modello per il futuro è l’intesa Mosca-Pechino».
Lavrov, nell’intervista parla di tutti i principali temi che hanno visto la Russia protagonista negli ultimi mesi, dagli avvelenamenti delle spie in Inghilterra alla Siria, dagli Stati Uniti ai rapporti con l’Europa.
Ecco alcuni passaggi della lunga intervista che si può leggere in versione integrale sul settimanale:
Azioni unilaterali degli Stati Uniti
«La situazione nel mondo si fa sempre più tesa e meno prevedibile… questa situazione è in gran parte frutto delle continue azioni unilaterali degli Stati Uniti e di alcuni Stati occidentali che gli Usa hanno schiacciato sulle proprie posizioni.
Stiamo parlando di un piccolo gruppo di Paesi che non rappresenta una parte significativa dell’umanità ma che, nel tentativo di mantenere un medievale predominio nelle questioni mondiali, ostacola un oggettivo processo di formazione di un sistema internazionale policentrico … crea un’atmosfera di sfiducia e incertezza strategica e congela i canali di dialogo. Origina situazioni in cui un bluff o un errore può costare caro a tutti».
La Russia vorrebbe fare affidamento sul trionfo del buon senso…» dice ancora Lavrov, «ma questo buon senso implica la capacità dei leader dell’Occidente tutto di agire in modo responsabile e prefigurabile, di rispettare rigorosamente il diritto internazionale, facendo perno sulla Carta delle Nazioni Unite. Negli ultimi tempi siamo costretti a dubitare sempre di più di questa capacità».
Attacco chimico in Siria
«Per quanto riguarda Duma, il 7 aprile non vi è stato alcun attacco chimico», dice Lavrov. «Invece c’è stata l’ennesima spudorata provocazione, imbastita da coloro che non hanno interesse a che la Siria torni alla pace». «Non chiediamo a nessuno di crederci sulla parola. Pertanto, fin dall’inizio ci siamo apertamente espressi a favore di un’indagine sull’accaduto svolta dall’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opac). Un’indagine che avrebbe potuto coinvolgere anche esperti nazionali di Stati Uniti e Francia. Invece, nel momento in cui la squadra dell’Opac era già a Beirut ed era pronta a recarsi a Damasco, e quindi a Duma, la Siria – Stato sovrano, membro delle Nazioni Unite – ha subìto un’aggressione».
L’avvelenamento di Salisbury
«Il 4 marzo nel Regno Unito si è verificato il tragico incidente che ha riguardato Serghei e Julia Skripal. Londra sostiene che sia stato usato un agente nervino. Dal momento dell’incidente, la parte britannica – sottolineo, in violazione dei suoi obblighi internazionali – si rifiuta di fornirci informazioni sull’assistenza prestata alle vittime, sull’andamento dell’indagine, non ci consente l’accesso consolare, obbligatorio quando si tratti di cittadini russi» dichiara Lavrov.
«Londra inoltre, ha agito nel disprezzo non solo delle norme del diritto internazionale, ma anche dell’etica elementare e semplicemente del buon senso. Senza mostrare prove e prima che venisse completata l’indagine britannica svolta da Scotland Yard e prima di avere un quadro chiaro, il governo britannico ha accusato la Russia e ha lanciato una campagna politica e mediatica antirussa su larga scala. Sono state ignorate le nostre proposte di svolgere un’indagine congiunta, le nostre legittime richieste che venissero presentati i fatti, inclusi i campioni della sostanza utilizzata».
L’Europa
«Noi non interferiamo nelle discussioni politiche interne in corso, non esprimiamo preferenze relativamente ai risultati delle elezioni nei diversi Stati dell’Unione europea. Auguriamo sinceramente ai Paesi europei di superare con successo i problemi esistenti. Siamo pronti a interagire con tutti i politici che mostrino lo stesso nostro interesse e puntino a sviluppare un dialogo pragmatico con il nostro Paese» dichiara Lavrov a proposito delle relazioni tra la Russia e i Paesi europei. «Purtroppo, dobbiamo constatare che all’interno dell’Unione europea è attivo un gruppo, piccolo ma molto aggressivo, di Paesi russofobi che ostacola con tutte le sue forze il ritorno delle relazioni Russia-Ue sulla strada di un progressivo sviluppo e gioca la carta antirussa per scopi strettamente egoistici. Tale linea non contribuisce al miglioramento della situazione nel nostro continente, ostacola la convergenza degli sforzi per affrontare efficacemente problemi comuni alla Russia e alla Ue» aggiunge.
Il nuovo ordine internazionale
«Siamo garanti della stabilità globale, impediamo l’adozione da parte del Consiglio di sicurezza di risoluzioni inventate per giustificare piani di impiego unilaterale della forza contro regimi non graditi, in violazione dello Statuto delle Nazioni Unite» dichiara Lavrov. riguardo agli equilibri internazionali. «Noto con soddisfazione che non siamo soli nei nostri sforzi. In particolare, vorrei sottolineare l’importante ruolo dell’interazione a 360 gradi tra Russia e Cina come modello per le relazioni tra potenze nel XXI secolo».
I rapporti con gli Usa
Per quanto riguarda invece i rapporti bilaterali tra Mosca e Washington, il ministro degli esteri russo sostiene che «la situazione delle relazioni continua a deteriorarsi. Anche quando dal presidente degli Stati Uniti vengono alcuni impulsi positivi, questi vengono completamente annullati da una eccezionale russofobia dell’establishment americano che presenta il nostro Paese come una minaccia e si dichiara a favore di un sistematico contenimento della Russia che prevede l’applicazione delle sanzioni e di altri strumenti di pressione. Tutto questo, naturalmente, nasce da disaccordi politici interni a Washington e non ha nulla a che fare con la realtà».