Prosegue la Rubrica quindicinale in ESCLUSIVA per Agerecontra.it da parte di un famoso scrittore, che ama firmarsi “Longino” e che sa bene di cosa parla, in ogni suo pungente articolo d’attualità…
QUINTA COLONNA
di Longino
Gongola Emma Bonino in vista delle elezioni del 4 marzo. Nonostante le scomuniche che riceve quotidianamente dal Partito Radicale Transnazionale. Gli eredi di Pannella, infatti – titolari di quella Radio che riceve ogni anno dallo Stato 10 milioni di euro per la sua attività – non ci stanno al suo monopolio della storia radicale, affermano per ogni dove, sfrattandola anche dalla sede e protestando per essere stati cancellati dall’informazione radiotelevisiva, mentre lei impazza per le televisioni e sulla carta stampata. Dopo l’ottuagenaria Ornella Vanoni al Festival di Sanremo, persino il New York Times, con una corrispondenza da Roma, si è occupato di lei, sottolineando “la fede europeista e l’impegno per i diritti civili che ha caratterizzato l’intero percorso politico della ex commissaria europea ed ex ministro degli Esteri”. Il titolo dell’articolo pubblicato dal giornale americano – “Ha conquistato i cuori degli italiani. Ma può conquistare i loro voti?” – assomiglia molto all’abitudinaria dichiarazione della Bonino ogni volta che si avvicinano le elezioni: “Amatemi di meno. Votatemi di più”. Questa volta, ha rincarato la dose e si è rivolta a quei ragazzi italiani che per tutta la sua vita politica, propagandando l’aborto, ha cercato di non far nascere, dicendo loro: “Voi non siete stati bravi a nascere in Italia. Non siete talentuosi a vivere in una famiglia che vi compra i vestiti e vi manda a scuola. Avete avuto solo fortuna. Il minimo che possiate fare è assumervi qualche responsabilità, compresa quella di votare”.
Questo tipo di persuasioni funzionano. Di voti, la Bonino ne prenderà molti. Tutti i sondaggi indicano la sua lista +Europa vicinissima alla soglia del 3% e ce ne sono alcuni che dicono lo sbarramento sia già abbondantemente superato. In questo caso, sarebbero almeno 10 i parlamentari, oltre a quelli blindati nei collegi, messi a disposizione dal PD e che riguardano la stessa Bonino, Riccardo Magi, segretario di “Radicali Italiani”, Benedetto Della Vedova, promotore della Lista e recordman del trasformismo e Bruno Tabacci, il sedicente cattolico che ha consegnato alla Lista il simbolo di “Centro Democratico” per evitare la raccolta delle firme per la presentazione. Se questo risultato si realizzasse, sarebbe un bel guaio per Matteo Renzi, perché per i meccanismi della legge elettorale – che è stata costruita su misura per questo obiettivo – la conquista del 3% per una delle formazioni alleate al PD, sottrarrebbe a questo partito la possibilità di avere alla Camera dei Deputati il maggior numero di parlamentari rispetto a tutte le altre formazioni politiche.
Il retroscena da considerare, quindi, è il seguente: la fronda anti-Renzi, presente nel PD, potrebbe usare la Bonino per far confluire un consistente numero di voti sulla sua lista, al fine di regolare conti interni. Una soluzione” che potrebbe stare bene anche a Massimo D’Alema – legatissimo da sempre a Emma Bonino – assai preoccupato dalla piega che ha preso l’avventura politica di “Liberi e Uguali”, che cala paurosamente nei sondaggi, a causa dell’inefficacia della leadership offerta a Pietro Grasso. Un’affermazione consistente della Bonino non starebbe bene solo al leader maximo, ma anche ad altri ambienti. Come quello di Giuliano Ferrara, ad esempio, che anni fa tentò di tornare in Parlamento fondando un partito contro l’aborto, ma l’8 febbraio ha affermato sul “Foglio”: “”Non avrei mai pensato che, ormai in ritiro virtuale dalla vita pubblica, avrei dovuto votare nel mio collegio romano, in quanto sostenitore dell’unico partito costituzionale residuo, per un PD che mi porterà la mano a mettere la croce su Paolo Gentiloni alla Camera, e vabbè, e Emma Bonino al Senato”. Per non parlare de La Stampa – che tra i giornali rappresenta da sempre gli ambienti economici più influenti del Paese – e del Partito Repubblica, che un giorno sì e l’altro pure mettono le dichiarazioni di Emma Bonino in prima pagina, come quella relativa alla manifestazione che si è svolta a Macerata: “Avremmo dovuto essere tutti lì”, ha detto la Bonino. Non per ricordare la diciannovenne fatta a pezzi viva – con cuore e fegato che non si sono trovati più – ma per testimoniare contro il razzismo. Tanto, si sa, per l’antifascismo italiano – che ha fatto più danni del fascismo – la follia di un italiano è sempre razzismo di destra, invece l’attacco di un terrorista non cela mai un musulmano, ma sempre un folle, magari da assistere con i soldi e le case degli italiani, che possono essere anche sottratte alle pensionate anziane delle grandi metropoli, che preferiscono barricarsi in casa piuttosto che vederle occupate dagli immigrati che ospitiamo, senza che nessuno muova un dito.
Insomma, all’intero establishment – non solo italiano, perché George Soros scalpita dietro le quinte per il membro così autorevole e così amato del board della sua Open Society – e al sistema mass-mediatico, l’affermazione elettorale della lista di Emma Bonino può far comodo. E tanto. La riserva della Repubblica, come la chiama Alessandro Sallusti, potrebbe in questo caso aspirare legittimamente alla seconda carica dello Stato, la presidenza del Senato, trampolino di lancio per l’elezione a Presidente della Repubblica oppure ad un posto di prestigio nel Governo di larghe intese che si prospetta. Fantapolitica? Mica tanto, considerato l’impegno che Paolo Gentiloni sta mettendo nell’appoggiare la sua lista, insieme a Carlo Calenda, che si è costruito un profilo di outsider per i nuovi assetti che si prospettano.
Si è sottovalutata per decenni la forza dell’ideologia radicale, che è divenuta pensiero unico tradotto in leggi anti-umane. La rivoluzione sessuale, il divorzio, la contraccezione, l’aborto, la fecondazione assistita, l’ideologia omosessualista, l’eutanasia, l’antiproibizionismo in materia di droga – e domani, a queste leggi, si potrebbero aggiungere la legalizzazione della pedofilia e dell’incesto – hanno costituito solo il primo attacco di quest’ideologia laico-relativista, condotta da un’avanguardia illuminata, minoritaria, ma organizzatissima e super-lobbystica. E’ stata condotta una vera e propria guerra di sterminio, nella cultura e nella legislazione italiana, passo dopo passo, contro tutti i fondamenti ed i capisaldi della legge divina ed in specie contro la famiglia e la società.
Quest’ideologia è divenuta – di fatto – un partito di massa, con una rappresentanza parlamentare sapientemente diffusa e ad essa si è contrapposto il nulla. Mentre c’è chi si diverte – beato lui – a dare le pagelle ai cosiddetti candidati cattolici presenti in questo o quel partito e indica in special modo in “Noi con l’Italia” – la formazione di Cesa e di Fitto – la soluzione per la difesa dei principi cattolici, in un’intervista a Massimo Franco del “Corriere della Sera”, dell’8 febbraio, il “cardinale” Camillo Ruini, che è stato lo stratega, negli ultimi vent’anni, delle presenze cattoliche disseminate nei vari gruppi parlamentari, ha affermato: “I cattolici rischiano di diventare irrilevanti”. Non sono convinti del fallimento, che si è già consumato, guarda caso proprio quei candidati ex radicali di “Noi con l’Italia”, come Eugenia Roccella e Gaetano Quagliariello, che promettono di voler fare fuoco e fiamme rispetto a quelle leggi già approvate che si richiamano all’ideologia radicale e che loro assai blandamente hanno combattuto. Specchietti per le allodole – a danno del partito che risulterà primo dell’alleanza – come la Bonino, che dopo aver concluso il primo attacco, ha gettato le basi – con il concorso di Bergoglio e di una larga parte del mondo cattolico – per il secondo attacco: la sua campagna “Ero straniero – l’umanità che fa bene”, che mira alla sostituzione della popolazione italiana ed europea, com’era nel disegno della Paneuropa di Kalergi. Di questo secondo attacco, che vuole imporre la dittatura della Felicità Universale promessa dal principe di questo mondo e dalle consorterie massoniche e para-massoniche, si accorgono in pochi e i cosiddetti cattolici uscenti o entranti nelle Istituzioni se ne disinteressano del tutto. E’ la stessa Bonino a rassicurare, del resto. Ospite di Lilli Gruber, a “Otto e mezzo” dell’8 febbraio, dice, nei due minuti finali, con la conduttrice che la guarda attonita: “Se abbiamo finito, vorrei dire una cosa a lei. La prossima volta che viene Travaglio, gli può spiegare che il Gruppo Bildeberg non è il Ku Klux Kan. No, perché io vengo accusata di aver partecipato una volta durante la crisi della mucca pazza. Magari se glielo dice e gli dice anche che lei ci va qualche volta, come Bernabè, come Gozi, come Fabiola Giannotti, come Maurizio Molinari. Il Ku Klux Kan è un’altra cosa! Glielo vuole dire, per favore?”.
Come si dice: excusatio non petita, accusatio manifesta.
Ma del Popolo della Famiglia di Adinolfi non parla mai nessuno?
Emma Bonino vai a quel paese.
Come può guardare attonita la gruber se lei al bildeberg è di casa?