Svezia: vietato insegnare all'Università che uomini e donne sono biologicamente diversi

Segnalazione Redazione BastaBugie

Altre notizie dal mondo gay (sempre meno gaio): in India l’omosessualità non è più reato, bandiera arcobaleno all’ambasciata italiana in Spagna, la Massoneria apre ai trans
di Caterina Giojelli

(LETTURA AUTOMATICA)
Germund Hesslow è professore di neurofisiologia a Lund, in Svezia, ed è anche sotto inchiesta per avere affermato che esistono differenze biologiche tra maschi e femmine. Non solo: quando è stato invitato a ritirare subito queste affermazioni «transfobiche» e «antifemministe» si è rifiutato di fare marcia indietro. Il fattaccio si è consumato durante una lezione del suo corso “Heritage and Environment”, nel corso della quale Hesslow ha citato uno studio secondo il quale le differenze tra uomini e donne sono «biologicamente fondate», quindi entrambi i generi non possono essere considerati come «soli costrutti sociali».
L’IRA DEGLI STUDENTI
Accusato dagli studenti di aver pronunciato affermazioni incompatibili con la “value base” svedese (che richiede a tutte le scuole del paese di aderire a una politica etica comune, che include valori come egualitarismo, libertà individuale e uguaglianza dei sessi), al professore è stato chiesto dai vertici dell’Università di scusarsi pubblicamente. A quel punto Hesslow si è rivolto alla Academic Rights Watch (fondata per monitorare i tentativi di limitare i diritti fondamentali di insegnanti e ricercatori) col dubbio che qualcuno volesse rimuoverlo dal suo corso.
Secondo l’Arw i problemi del professore sono iniziati quando una studentessa ha inviato una mail a un altro docente dell’università lamentandosi: «Perché non possiamo avere un docente con le competenze giuste sull’argomento?». La ragazza ritiene che le differenze biologiche e la teoria genetica non rientrino nelle aree di insegnamento del professore e che sarebbe piuttosto opportuno per gli studenti assistere a lezioni su quanto hanno subito le donne per centinaia di anni in nome della scienza medica, dalle mutilazioni genitali alle lobotomie forzate. Ritiene inoltre che Hesslow si sia espresso in modo «transfobico» quando ha detto «cambiare sesso è una moda». Un’affermazione scandalosa, che oltre a offendere studenti magari già soggetti a transfobia potrebbe influenzare il comportamento nei confronti dei transgender che già rimpolpano le statistiche sui suicidi e via discorrendo.
LA MIA AGENDA? LA SCIENZA, NON LA MODA
Le lamentazioni giungono in breve a Christer Larsson, presidente del Lund Medical Education Program Board, che il 3 settembre convoca Hesslow chiedendogli di «prendere le distanze» per iscritto da due affermazioni in particolare: la prima, sulle donne gay, che il professore disse avere «un orientamento sessuale maschile», la seconda sul transessualismo, «se si tratta di un orientamento sessuale è una questione di definizione».
«Non ho alcuna intenzione di dilungarmi in ulteriori discussioni sulla terminologia usata, ho già fatto abbastanza per spiegare e difendermi» è stata la risposta del professore, «le affermazioni che hanno innescato la denuncia non erano necessariamente parte del mio programma didattico, ma sono state pronunciate in risposta alle domande che gli stessi studenti mi avevano formulato durante la lezione, forse cercando un pretesto per attaccarmi». L’università ora ha avviato una inchiesta approfondita.
In una intervista a RT Hesslow sottolinea che «per ragioni ideologiche» gli studenti non amano ascoltare argomenti scientifici sulle differenze biologiche tra uomini e donne, ma che «ad un certo punto bisogna recuperare un senso di proporzione tra le persone coinvolte. Se dovesse diventare prassi per gli studenti registrare le lezioni per trovarvi formulazioni compromettenti e poi coinvolgere il personale di facoltà con incontri e lunghe lettere, dovremmo lasciare perdere l’insegnamento medico del tutto». Quanto all’accusa di avere un’agenda politica non allineata, il professore, con un dottorato in neuroscienza dal 1987, spiega che la sua unica agenda è «lasciare che siano i fatti scientifici e non la nuova saggezza convenzionale a guidare i procedimenti universitari». E che a formare la nuova saggezza convenzionale sono l’ideologia, la politica e i pregiudizi, non certo la scienza, sua materia di insegnamento.
Nota di BastaBugie: ecco altre notizie dal gaio mondo gay (sempre meno gaio).

INDIA, L’OMOSESSUALITÀ NON È PIÙ REATO
La Corte suprema indiana ha deciso che l’omosessualità non debba essere più considerata reato, né un disturbo mentale come invece avevano detto i colleghi della medesima Corte cinque anni fa. La norma nota come Sezione 377 era «irrazionale, indifendibile e manifestamente arbitraria», ha detto ieri il capo della giustizia indiana Dipak Misra.
«Qualsiasi discriminazione basata sulla sessualità equivale a una violazione dei diritti fondamentali», hanno scritto i giudici e hanno aggiunto: «Il rapporto sessuale consensuale tra gli adulti, sia omosessuale che eterosessuale, nello spazio privato, non danneggia in alcun modo la decenza o la moralità pubblica. Il rispetto per la scelta individuale è l’essenza della libertà, la comunità Lgbt possiede gli stessi diritti previsti dalla Costituzione». Invece  la Corte del 2013 bandiva «il rapporto carnale contro l’ordine della natura con qualsiasi uomo, donna o animale».
L’aspetto saliente di questa pronuncia sta nel fatto che l’omosessualità da reato è diventato diritto, espressione della libertà individuale. Non è stata quindi solo depenalizzata e dunque meramente tollerata, bensì è stata riconosciuta come bene giuridico. Qui sta lo scandalo giuridico e morale.
(Gender Watch News, 8 settembre 2018)
BANDIERA ARCOBALENO ALL’AMBASCIATA ITALIANA IN SPAGNA
Stefano Sannino, ambasciatore italiano a Madrid e omosessuale dichiarato, ha esposto sui pennoni dell’ambasciata italiana la bandiera arcobaleno, simbolo dell’orgoglio gay, accanto a quella italiana ed europea.
C’è stata anche un’interpellanza parlamentare da parte di Fratelli d’Italia perché Sannino avrebbe violato le normative relative all’esposizione dei simboli nazionali.
(Gender Watch News, 7 settembre 2018)
LA MASSONERIA APRE AI TRANS
La Gran Loggia Unita d’Inghilterra, aperta solo agli uomini, ha diramato un comunicato in cui rende noto che «Un massone, che, dopo la propria iniziazione, cessi d’essere uomo, non cessa tuttavia d’essere un massone». Inoltre una donna che, cambiando all’anagrafe il sesso, diventasse “uomo” potrebbe entrare in questa loggia massonica.
Questo comunicato ci fa comprendere che la lobby gay è più forte di quella massonica.
(Gender Watch News, 6 settembre 2018)

Titolo originale: Svezia, vietato insegnare che uomini e donne sono biologicamente diversi
Fonte: Tempi, 21 settembre 2018
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