L'intervista. Veneziani: "In ballo due visioni dell'Europa. Antifascismo? Alibi indecente"
Già la sola presenza dell’opzione sovranista è un fatto positivo, capace di risvegliare l’Europa dal torpore. E saranno capaci di fare squadra perché il nemico politico è l’internazionalismo, non il sovranismo del vicino. Ne è sicuro Marcello Veneziani, scrittore e intellettuale, che bacchetta l’atteggiamento di chi vorrebbe fare del dissenso “reato e fobia”.
Verso il voto per le Europee, quali sono gli schieramenti in campo?
“Mi sembra evidente che questa volta esiste la possibilità di scegliere tra due idee diverse di Europa e di sovranità: quella rappresentata dai movimenti nazionalpopulisti-sovranisti e quella rappresentata da tutti gli altri, pronti a coalizzarsi pur nella diversità di provenienza per fronteggiare il nemico. Comunque lo si giudichi, a me sembra già un fatto positivo che per la prima volta e comunque dopo tanti anni non siamo chiamati a votare dentro un perimetro prestabilito di opzioni, ma tra due messaggi politici nettamente differenti. Il sovranismo non risveglia solo le appartenenze nazionali ma, se vogliamo, risveglia l’Europa dal sonno dogmatico in cui versa da troppi anni”.
Gli osservatori scommettono sull’avanzata dei sovranismi. Come lo spiega? Cosa propongono, le tante sigle (in Italia e all’estero)? Non c’è rischio di confondere l’elettorato?
“Pur nelle diverse articolazioni nazionali e nelle diverse opzioni politiche e culturali, mi pare che il filo conduttore dei sovranismi sia quello di ripristinare le sovranità territoriali, nazionali, popolari e politiche, e di tutelare i confini, di proteggere le economie. Si fronteggiano due modelli: uno che vuol far valere la sovranità europea fuori d’Europa nei rapporti internazionali, economici, nell’emigrazione, nelle strategie militari, nelle zone calde del pianeta come il vicino Medio Oriente e Maghreb. E l’altro che vuol far valere la potestà europea dentro l’Europa, sugli Stati, sulle nazioni, sui popoli europei. Il sovranismo è largamente diffuso perché parla il linguaggio della realtà, esprime il disagio dei popoli, la ricerca di sicurezza, l’argine ai flussi migratori, il rigetto delle oligarchie e dei loro codici ideologici”.
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