Non moriremo Saviano

Povera Costituzione, tirata a destra e a manca per convenienza e partigianeria. E ora lo fa anche lo scrittore che odia Salvini
di Alessandro Sallusti
Roberto Saviano, probabilmente dal suo attico di New York dove vive ben protetto (o forse da qualche amena, segreta e blindata località vacanziera) scrive che Matteo Salvini andrebbe arrestato perché – impedendo lo sbarco dei 177 immigrati salvati in mare dalla nostra Guardia costiera – sta violando la Costituzione su cui ha giurato da ministro.
Povera Costituzione, tirata a destra e a manca per convenienza e partigianeria. Saviano odia Matteo Salvini, è un suo diritto garantito dalla Costituzione, la quale è stata pensata anche per permettere a gente come lui – e a tutti gli ignoranti, arroganti, stupidi e incattiviti – di poter esprimere liberamente il proprio pensiero. Ma per fortuna la Costituzione dice anche altre cose. Per esempio – articolo uno – che la sovranità appartiene al popolo, non agli scrittori e neppure ai magistrati. E il popolo ha deciso che al governo ci andasse Salvini, non gli amici di Saviano. Amici, tipo la Boldrini, che proprio per le loro idee sull’immigrazione sono stati sonoramente bocciati.
Andiamo oltre. La Costituzione determina e regola diritti e doveri dei cittadini italiani, non di quelli della Tunisia o del Niger. Ovviamente – articolo due – impone a chiunque di rispettare i diritti inviolabili dell’uomo, che nel caso degli immigrati in questione non sono quelli di sbarcare a Catania ma di essere salvati, accuditi, e curati. Cose che sono avvenute e stanno avvenendo in condizioni di massima sicurezza a bordo della nave Diciotti. E siamo pure nel pieno rispetto dell’articolo dieci, che recita: «…la condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali», visto che il salvataggio di questi disperati è avvenuto in acque maltesi e che pertanto il loro approdo – in base proprio ai trattati – non è Catania ma doveva essere Malta o, in subordine, in quota parte tra tutti i Paesi della Comunità europea. Continua a leggere

Condividi

"Sequestro di persona". La voglia dei pm di processare Salvini

Le toghe come Saviano. Il leghista: fate pure Scontro con Fico: «Vuole fare lui il ministro?»
di Patricia Tagliaferri
La Procura di Agrigento valuta se ipotizzare contro ignoti il reato di sequestro di persona per la vicenda dei 177 migranti ostaggio della Diciotti a Catania.
Ma Salvini non arretra di un millimetro. Anzi, contrattacca: «Sono qua, non sono un ignoto. Mi chiamo Matteo Salvini, sono ministro dell’Interno e sono stufo di vedere finti profughi in Italia. Gli sbarchi si sono ridotti di 32mila da quando sono al ministero, ma non mi basta. Le Ong hanno capito che per i taxisti del mare non è più aria. Ho le spalle larghe e penso di avere il sostegno della maggior parte degli italiani e degli immigrati regolari. Indagatemi, processatemi».
Salvini parla con una diretta Facebook, autorizza i 29 bambini a bordo a scendere a terra, ma gli altri no, tutti dentro, almeno finché l’Europa non batterà un colpo. Anche il premier Giuseppe Conte si allinea, chiama in causa la Ue, accusandola di aver «abbandonato a se stessa l’Italia» e chiedendo una «risposta forte e chiara». Sul caso della Diciotti è ormai scontro aperto. Non solo tra Matteo Salvini e Roberto Saviano, che continuano a battibeccare pesantemente via Twitter, ma anche all’interno della stessa maggioranza. Perché se da una parte il ministro dell’Interno non mostra alcun cedimento, il presidente della Camera Roberto Fico si smarca. «I migranti devono poter sbarcare», twitta, segnando di fatto una frattura con l’alleato di governo, che gli suggerisce di limitarsi a fare il presidente della Camera: «Il ministro dell’Interno sono io», ribatte. Ma gli attacchi più pesanti al numero uno del Viminale arrivano dall’autore di Gomorra, che lo apostrofa come «ministro della Mala Vita». «Ha giurato sulla Costituzione – scrive Saviano – e se la viola in maniera palese come sta facendo con la nave Diciotti non è più politica ma eversione». Continua a leggere

Condividi

Sul ponte il silenzio dei vip di sinistra

Anzaldi, vigilanza Rai: "Fabio Fazio? Costa troppo e non funziona"VERGOGNA ITALIA
di Gaetano Mineo
Da Vauro alla Mannoia fino a Saviano, l’intellighenzia democratica è in ferie. Sulla tragedia del viadotto solo commenti di circostanza. Oppure bocche cucite
La cosiddetta sinistra intellettuale sembra essere in vacanza. Nella grande comunicazione, protagonista di questa tragedia genovese, poche tracce di chi è sempre in prima linea a dire la sua per essere della partita. E a tutti i costi. Poche tracce per quei sciacalli della politica (e non), pronti a cavalcare l’onda, a volte del dramma, per racimolare qualche consenso o punto di share. Forse, la risposta sta tutta in questi fischi che hanno accompagnato l’ingresso nei Padiglioni della Fiera di Genova di alcuni esponenti politici che in questi ultimi anni – a loro dire – hanno incarnato la sinistra, per l’appunto.  Continua a leggere

Condividi