Disponibile il numero 163 di Sursum Corda

Sul sito è disponibile il numero 163 (del giorno 2 giugno 2019) di Sursum Corda®. Il settimanale si può scaricare gratuitamente nella sezione download dedicata ai soli Associati e Sostenitori.

Clicca qui per gli ultimi articoli leggibili gratuitamente sul sito:
– Comunicato numero 163. I dieci lebbrosi;
– La parusia del Cristo glorioso;
– Preghiera a Sant’Erasmo, Martire (2.6);
– Racconta San Cipriano della punizione a una donna sacrilega;
– Preghiera ai Santi Marcellino e Pietro, Martiri (2.6);
– Un famoso ladro che muore abbracciato alla colonna di San Simeone;
– Mese di giugno. Litanie del Sacro Cuore di Gesù;
– Orazione all’Ascensione di Nostro Signore Gesù Cristo;
– Dizionario di teologia dommatica. La Soddisfazione sacramentale;
– Preghiera a Sant’Agostino di Canterbury, Vescovo (28.5);
– Preghiera a Santa Giovanna d’Arco, Vergine (30.5);
– Dizionario di teologia dommatica. La Soddisfazione (di Cristo);
– Preghiera a Santa Maria Maddalena de Pazzi (29.5);
– Video dell’Abate Ricciotti: L’eutanasia è un suicidio commissionato;
– Preghiera a Santa Petronilla, Vergine (31.5).
fonte – https://www.sursumcorda.cloud/tags/numero-163.html
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Il fattore infedele. Il ricco epulone

Stimati Associati e gentili Sostenitori, Vi siamo davvero grati per la numerosa, devota e fervorosa partecipazione allo scorso «Pellegrinaggio della Tradizione», processione di 22 km da Osimo a Loreto in onore della Virgo Lauretana. Un appuntamento di vera amicizia, di amici della Chiesa, amici del Papato, amici del Clero, amici dei Santi e dei Martiri, amici di Nostro Signore Gesù Cristo e della Beata Vergine Maria. Cogliamo l’occasione per segnalare la relazione sulla vera amicizia, tratta soprattutto dagli studi di Cornelio ALapide, pubblicata sul nostro canale Youtube. Veniamo al consueto studio della Sacra Scrittura usando la preziosa «Vita di Gesù Cristo» dell’Abate Ricciotti, che oggi ci parla del fattore infedele e del ricco epulone.
• § 470. Oltre ad essere lo scriba della misericordia, San Luca è anche l’Evangelista della povertà (§145): ecco quindi che nella collana di parabole che stiamo esaminando, alle perle sulla misericordia divina seguono altre sulla povertà umana, anche queste conservate dal solo forziere di Luca. Che il rinunziare alla ricchezza fosse un atto di accortezza da parte del seguace di Gesù, fu da lui mostrato con la seguente parabola. Ci fu un uomo ricco che aveva un fattore, e costui fu accusato presso il padrone di dissiparne i beni; perciò fu chiamato dal padrone, che gli disse seccamente: «Mi sono giunte all’orecchio cattive voci sul conto tuo; presentami al più presto i conti della tua amministrazione!». – Uscito di là, il fattore pensò ai casi suoi, e si vide perduto se non avesse trovato qualche ripiego per campare la vita nella sua vecchiaia. Cominciò quindi a ragionare: «Adesso che mi sarà tolta l’amministrazione, come potrò mantenermi? A lavorare nei campi non sono più capace; a domandare l’elemosina mi vergogno». Dopo averci ripensato su lungamente, decise di far ricadere sul padrone il peso del suo sostentamento per mezzo di un’astuta truffa. Si trattava di diminuire falsamente il debito che ciascun colono aveva col padrone, affinché poi quei debitori fraudolentemente beneficiati si mostrassero grati col fattore ricompensandolo. Chiamato perciò un colono gli domandò: «Quanto devi al mio padrone?» – Quello rispose: «Cento barili d’olio». – Il fattore allora: «No, prendi qua la ricevuta e scrivi cinquanta!». – Cosicché a questo primo debitore era rimessa la metà del debito. Chiamato poi un altro, gli fece la stessa domanda; e quello rispose: «Devo cento misure di grano».
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L'eresia antiliturgica e la riforma protestante (di dom Prosper Guéranger)

[…] È solo in seno alla vera Chiesa che può fermentare l’eresia antiliturgica, vale a dire quell’eresia che si pone come nemica delle forme del culto. Soltanto dove c’è qualche cosa da distruggere il genio della distruzione cercherà di introdurre tale deleterio veleno. L’Oriente ne ha provato una volta sola, ma violentemente, i colpi, e ciò è avvenuto ai tempi dell’unità. Nel secolo VIII sorse una setta furibonda la quale sotto il pretesto di liberare lo spirito dal giogo della forma ha rotto, strappato, bruciato i simboli della fede e dell’amore del cristiano. Il sangue fu sparso per la difesa dell’immagine del Figlio di Dio come era stato sparso quattro secoli prima per il trionfo del vero Dio sugli idoli. Ma è stato riservato alla cristianità occidentale di vedere organizzare nel suo seno la guerra più lunga, più ostinata, che ancora continua, contro l’insieme degli atti liturgici. Due cose contribuiscono a mantenere le chiese dell’Occidente in tale stato di prova: innanzi tutto, come si è detto, la vitalità del cristianesimo romano, il solo degno del nome di cristianesimo, e di conseguenza quello contro cui dovevano rivolgersi tutte le forze dell’errore. In secondo luogo il carattere razionalmente materiale dei popoli occidentali, i quali, privi dell’agilità dello spirito greco come del misticismo orientale, in fatto di credenze, non sanno che negare, che rigettare lontano da sé quanto li disturba o li umilia, incapaci per questa duplice ragione, di seguire al pari dei popoli semitici una stessa eresia per lunghi secoli. Ecco il motivo per cui da noi, se si trascurano certi fatti isolati, l’eresia non ha mai proceduto che per via di negazione e di distruzione. In questa direzione, come ora vedremo, vanno tutti gli sforzi della immensa setta antiliturgista.
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Dizionario di teologia dommatica. Il Sentimento religioso

Valenti psicologi antichi e moderni discutono intorno alla natura del sentimento senza arrivare a una definizione concorde. Alcuni ritengono che il sentimento derivi da una facoltà affettiva o emotiva distinta sia dalla facoltà volitiva (motiva) sia dalla facoltà percettiva-intellettiva. Altri riducono i sentimenti a moti e fenomeni psicologici; altri invece ne fanno delle funzioni rappresentative o intellettive. La teoria scolastica formulata da San Tommaso (d’Aquino) sulle tracce di Aristotile, nonostante l’antichità, presenta le migliori garanzie di verità. Secondo questa dottrina nell’uomo ci sono due sole facoltà psichiche: la conoscitiva e l’appetitiva, ciascuna delle quali si distingue in sensibile e soprasensibile o spirituale. Si ha quindi la zona sensitiva con gli organi sensori, le sensazioni e le passioni, che appartengono insieme al corpo e all’anima che lo informa. Da essa si passa alla zona spirituale, in cui funzionano intelletto e volontà, che sono facoltà immateriali. Propria delle facoltà sensitive è la sensazione, che, da impressione passiva del mondo esterno sui sensi, diventa percezione dell’oggetto e sua rappresentazione (fantasma – immagine), cui corrisponde nella facoltà appetitiva il movimento verso l’oggetto percepito, ossia quell’impulso accompagnato da emozione fisica, che suole chiamarsi passione (amore, odio, gioia, tristezza ecc.).
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Disponibile il numero 162 di Sursum Corda – Eresia antiliturgica

Sul sito è disponibile il numero 162 (del giorno 26 maggio 2019) di Sursum Corda®. Il settimanale si può scaricare gratuitamente nella sezione download dedicata ai soli Associati e Sostenitori.
Clicca qui per gli ultimi articoli leggibili gratuitamente sul sito:
– Comunicato numero 162. Il fattore infedele. Il ricco epulone;
– Preghiera a San Bernardino da Siena (20.5);
– La Sacra Scrittura buttata in una fornace ardente in Russia;
– Preghiera di Papa Pio XII nelle Missioni (21.5);
– Un peccatore che muore di dolore ai piedi del Confessore;
– Orazione a Santa rita da Cascia, Vedova (22.5);
– Dizionario di teologia dommatica. Il Soggettivismo;
– Orazione a San Desiderio, Martire (23.5);
– L’eresia antiliturgica e la riforma protestante (di dom Prosper Guéranger);
– Preghiera alla Madonna del Suffragio
FONTE – https://www.sursumcorda.cloud/tags/numero-162.html
 

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Preghiera a San Bernardino da Siena (20.5)

+ Ammirabile San Bernardino, che, mandato dai vostri Superiori ed evangelizzare la torre dell’Oriente, poi richiamato a santificare i paesi centrali dell’Europa, moltiplicaste all’infinito i seguaci della cristiana pietà, diffondeste da per tutto la divozione al Nome SS. di Gesù, mostrandolo sempre effigiato in piissimo quadro, ripetendolo sempre opportunamente in tutti i vostri sermoni, in tutte le vostre preghiere, o sfavillando di fuoco divino, e versando lagrime di tenerezza ogni qualvolta da voi si trattavano le consacrate specie all’Altare, ottenete a noi tutti la grazia di professar sempre specialissima divozione al Nome sempre dolcissimo del nostro divin Salvatore, dacché in questo solo dobbiamo sperare la remissione della colpa, la conservazione della grazia, il conseguimento della gloria e ogni consolazione, ogni bene nel presente secolo e nel futuro. Così sia. +
[20 maggio, San Bernardino da Siena, Confessore (Massa Marittima, 8 settembre 1380 – L’Aquila, 20 maggio 1444). Fu apostolo del SS. Nome di Gesù e si distinse ne contrastare l’usura praticata dagli ebrei].

fonte – https://www.sursumcorda.cloud/preghiere/2193-preghiera-a-san-bernardino-da-siena-20-5.html

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IL LIMBO DEI NON BATTEZZATI

Il Limbo dei bambini non battezzati, ovvero di coloro i quali sono morti senza il battesimo e prima di avere l’uso di ragione, o di tutti i non nati. Stiamo parlando di chi non ha ricevuto il battesimo né lo ha potuto (incolpevolmente) desiderare. Di questo argomento ho dissertato davvero tanto in passato, dunque quest’oggi si tratta solo di riepilogare. Già avevo scritto:
La pena per il peccato originale è la mancanza della visione di Dio (1. Denz. 184 219; 2. Denz. 780); non c’è alcun luogo intermedio nel senso pelagiano fra il regno di Dio e la dannazione (3. Denz. 184; 4. Denz. 224; 5. Denz. 2626); viene condannata la proposizione: [le anime dei bambini che sono nati da genitori cristiani e che muoiono senza battesimo giungono ad un paradiso terrestre, le anime dei bambini invece che sono nati da genitori non cristiani e che muoiono senza battesimo giungono nel luogo dove sono le anime dei genitori] (6. Denz. 1008).
Le anime di coloro che muoiono solo con il peccato originale scendono nell’inferno dove vengono punite con pene ed in luoghi diversi (7. Denz. 858; 8. Denz. 926; 9. Denz. 1306), in seguito approfondiremo; vengono punite con la pena della dannazione senza la pena del fuoco (10. Denz. 2626); il luogo in cui essi si trovano viene chiamato comunemente Limbo (11. Denz. 2626); viene condannata la proposizione: [un bambino che muore senza battesimo odierà Dio] (12. Denz. 1949). Continua a leggere

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Disponibili i numeri 160 e 161 di Sursum Corda – 5×1000

Sul sito sono disponibili i   numeri 160 e 161 (dal 12 al 19 maggio 2019)  di Sursum Corda®. Il settimanale si può scaricare gratuitamente nella sezione download   dedicata ai soli Associati.
Abbiamo caricato sul sito e mandato già in stampa anche il numero 161 di Sursum Corda® perché sabato 18 e domenica 19 maggio saremo a Loreto in occasione del Pellegrinaggio della Tradizione . Invitiamo tutti gli Associati ed i Simpatizzanti a partecipare.
Per donare il 5×1000 alla nostra piccola Associazione seguire le istruzioni pubblicate in questo PDF .
fonte – https://www.sursumcorda.cloud/settimanale/indici-sursum-corda.html

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Vita e detti dei Padri del deserto: Giovanni il Persiano

Un tale disse al padre Giovanni: «Abbiamo tanto penato per il regno dei cieli; lo erediteremo infine?». E l’anziano disse: «Confido di ereditare la Gerusalemme dell’alto iscritta nei cieli. Colui che ha promesso è fedele; perché dovrei dubitare? Sono stato ospitale come Abramo, mite come Mosè, santo come Aronne, paziente come Giobbe, umile come Davide, eremita come Giovanni, contrito come Geremia, dottore come Paolo, fedele come Pietro, saggio come Salomone. E credo come il ladrone che colui che per la sua bontà mi ha donato tutto ciò, mi darà anche il regno dei cieli» (237d-240a).
Tratto da Vita e detti dei Padri del deserto, edizione Città Nuova, 1999.
fonte – https://www.sursumcorda.cloud/articoli/padri-del-deserto/2174-vita-e-detti-dei-padri-del-deserto-giovanni-il-persiano-parte-2-ed-ultima.html
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Dizionario di teologia dommatica. La Santità della Chiesa

La Santità è la seconda proprietà che il Simbolo Niceno-Costantinopolitano attribuisce alla Chiesa e che promana dall’intima natura della medesima. Se infatti la Chiesa è «l’unione di Cristo con l’uomo in forma sociale» deve essere santa, come tutto quello che è a contatto con Dio. La Bibbia presenta la santità come l’attributo proprio della Chiesa: «Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, al fine di santificarla (…), di prepararsela come sposa immacolata, senza rughe e senza neo» (Efes. 5, 26); «Cristo ci elesse affinché fossimo santi e immacolati al suo cospetto» (Efes. 1, 4): «Diede se stesso per noi al fine di riscattarci da ogni iniquità e di purificarsi un popolo accettevole e zelante di opere buone » (Tit. 2, 14). La santità della Chiesa è triplice: santità dei princìpi, delle membra, dei carismi. La santità dei princìpi consiste nel fatto che la Chiesa è dotata di mezzi che sono atti a produrre la santità negli uomini (santità attiva). Realmente la dottrina dommatica e morale della Chiesa (Magistero) è il fermento che solleva la massa umana dalle oscurità della terra agli splendori del cielo; i suoi Sacramenti (Ministero) sono i canali che trasmettono la grazia santificante; la sua autorità (Impero) tende unicamente a guidare i fedeli per la via della perfezione. La santità delle membra risulta dallo spettacolo costantemente verificatosi nella storia del Cristianesimo di moltissimi fedeli viventi secondo i precetti del Vangelo (santità comune) e di molti altri che, seguendo anche i consigli evangelici, sono giunti fino alle ardue vette dell’eroismo (santità esimia), che suole essere sancita dalla canonizzazione. Tutti i secoli della storia dei popoli cristiani, da San Paolo a San Benedetto, da San Francesco d’Assisi a Santa Teresa di Gesù, da San Vincenzo de’ Paoli a San Giovanni Bosco sono intersecati dalla scia luminosa della santità eroica (santità passiva). La santità dei carismi emerge dal dono dei miracoli, con i quali lo Spirito Santo suole manifestare la sua presenza in tutto il Corpo mistico (sono infatti i miracoli grazie gratis datae per l’edificazione della Chiesa) come in qualche membro dotato di singolare virtù, perché Dio, in via ordinaria si serve delle anime a Lui più care per operare le sue meraviglie (segni della santità).
dal Dizionario di teologia dommatica, Piolanti, Parente, Garofalo – pace all’anima loro! – Studium, Roma, 1952.

Fonte – https://www.sursumcorda.cloud/articoli/dizionario-di-teologia-dommatica/2171-dizionario-di-teologia-dommatica-la-santita-della-chiesa.html

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