Anno zero

di Marcello Veneziani
Anno zero
Fonte: Marcello Veneziani
Il nostro Millennio è diventato maggiorenne. Ha compiuto 18 anni e può dunque votare, patentarsi, è l’anno zero della vita adulta. Degli anni precedenti eredita il disagio.
Se al giro di boa dell’anno volessimo dire in sintesi qual è la chiave del malessere del nostro presente, come potremmo delinearlo? È la quadratura di un circolo vizioso composto da oppressione fiscale, tirannia del market, perdita del confine, intolleranza permissiva.
Proviamo a spiegarci partendo dal più semplice.
Lo Stato come principio d’unità al di sopra delle parti e come spirito pubblico non c’è più da un pezzo. E lo Stato sociale, come sostegno e garanzia per i popoli e i cittadini, fu aggredito, prosciugato e svilito negli anni, prima attraverso le sue caricature obese di tipo assistenziale – che dettero luogo allo statalismo e al parassitismo pubblico – poi attraverso lo smantellamento, lo spostamento dell’asse dal pubblico al privato, l’onda liberista, il precariato universale e il mercatismo. Continua a leggere

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Sei italiani su dieci non leggono???

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Un botta e risposta tra 
Sei italiani su dieci non leggono. Meglio. Leggere non serve a nulla
Sempre la solita solfa. I giornali, durante le festività, non sapendo come riempire le pagine, invece di approfittarne per parlare di cose serie, ripropongono di anno in anno questioni già sentite e articoli già scritti, mutando appena qualche virgola. Negli ultimi giorni è in voga il canto funebre, su spartito fornito dall’Istat, per lamentarsi delle mancate letture degli italiani. Dati alla mano – ovviamente, nessuno parla di come sia stato condotto il sondaggio –, pare che sei italiani su dieci non leggano. L’altro tema che ritorna, più o meno ogni trimestre, insieme a questo, è quello secondo cui la maggior parte di noi non sarebbe in grado di comprendere un testo di media complessità. Il Corriere fornì recentemente anche un esempio, per chiarire cosa si intenda con questa astrusa formula di “un testo di media complessità”. Riportò un brano da La scuola cattolica di Albinati. Provai anch’io a leggerlo, per vedere se lo comprendevo ma, sinceramente, forse non arrivai alla fine perché mi addormentai prima.
Insomma, gli italiani non leggono e parte la reprimenda. Istintivamente sorrido. E quindi? Quale malsana idea anima la nostra intellighenzia per indurla a pensare che chi legge sia un uomo migliore, o più intelligente? Ma, poi, leggere cosa? Leggere Balzac rende migliori? O leggere un testo di ingegneria edile?
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