"La storia infinita" e il materialismo che uccide

“È più facile dominare chi non crede in niente”
La storia infinita, 1979
Con questa frase Gmork, il personaggio “servo del Potere che sta dietro il Nulla”, spiegava al giovane cavaliere Atreiu perché il mondo fantastico di Fantàsia, frutto delle speranze, delle invenzioni e anche dei sogni umani, doveva essere distrutto.
Il romanzo La storia infinita, uscito nel 1979, narra la storia del piccolo Bastiano, un ragazzino rimasto orfano della madre e in rapporti complicati con il padre,  che attraverso la lettura di un mistico libro ritrova la via della vita. Una vita tra l’altro non fine a sé stessa, ma in grado di salvare allo stesso tempo un universo parallelo, Fantàsia per l’appunto, progressivamente eroso da una misteriosa entità (il Nulla) che lo sta portando all’inevitabile estinzione.
Fantàsia è l’allegoria della creatività umana: un vero termometro delle capacità di sognare degli uomini, della loro tendenza a porsi obiettivi spirituali – prima ancora che materiali – all’apparenza impossibili ma che possono costituire il leitmotiv della loro stessa esistenza. In un mondo reale in cui più nessuno sogna, immagina o semplicemente idealizza, la rappresentazione fantastica dell’essere e qualsiasi proiezione ulteriore sono destinati a perire. Continua a leggere

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RITORNARE ALLO STUDIO DEI CLASSICI? NOI DICIAMO DI SÌ

A fronte di un progressivo impoverimento della lingua italiana e del suo studio (a cui sicuramente contribuisce la quantità abominevole di tempo che trascorriamo sui social) c’è chi propone di ripristinare lo studio del latino alle medie.
Il latino, come una sorta di “precursore”, potrebbe rinforzare le basi grammaticali e sintattiche che sono alla base del nostro linguaggio, così come lo studio della cultura classica potrebbe rinforzare la nostra capacità di pensare e argomentare. Non è facile esprimersi in merito a una questione come la reintroduzione del latino a scuola: cosa buona, cosa vecchia o semplicemente “cosa”?
Riflettendo, però, abbiamo recuperato uno stralcio di Antonio Gramsci, che merita di essere letto: “Il latino non si studia per imparare il latino, si studia per abituare i ragazzi a studiare, ad analizzare un corpo storico che si può trattare come un cadavere ma che continuamente si ricompone in vita. Naturalmente io non credo che il latino e il greco abbiano delle qualità taumaturgiche intrinseche: dico che in un dato ambiente, in una data cultura, con una data tradizione, lo studio così graduato dava quei determinati effetti. Si può sostituire il latino e il greco e li si sostituirà utilmente, ma occorrerà sapere disporre didatticamente la nuova materia o la nuova serie di materie, in modo da ottenere risultati equivalenti di educazione generale dell’uomo, partendo dal ragazzetto fino all’età della scelta professionale”.
(FONTE: Antonio Gramsci, Quaderni dal carcere, Einaudi, 1975)

Lo studio del latino, tradizionalmente, avveniva contestualmente allo studio del corpus culturale classico: dai grandi autori alla filosofia. È proprio questo approccio olistico ad aver reso il greco e il latino le materie di elezione dell’elite intellettuale. Ed è proprio questo approccio olistico che dovremmo seguire nella scelta di ripristinare il latino alla scuola media o di orientarci verso un altro modello culturale. Non è importante quale sia il modello, ma dobbiamo assicurargli la solidità che gli studi classici si sono costruiti nell’arco di due millenni.
fonte – https://portalebambini.it/ritornare-allo-studio-dei-classici/

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"Dante omofobo, via da scuola", l'ultima crociata dei liberal

. A darne notizia è Libero, che spiega come Gerush92, “un gruppo per i diritti umani”, voglia depennare Dante Alighieri dai programmi scolastici perché nelle sue opere condanna i rapporti tra persone dello stesso sesso e mal sopporta l’Islam.
Come scrive Pino Farinotti sul giornale diretto da Vittorio Feltri, Secondo Gerush92 i contenuti danteschi non sarebbero inalienabili, non aderirebbero ai tempi, non sarebbero politicamente corretti. L’auspicio è che l’opera venga rimossa, cominciando a depennarla dai programmi scolastici. Dante viene definito «offensivo e discriminatorio».

L’Associazione liberal contro Dante Alighieri

L’associazione, prosegue, «accusa poi il fiorentino di non amare l’Islam. Oggi toccare l’Islam rappresenta un peri- colo mediatico e anche politico. Sappiamo.
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Ecco PIU' EUROPA – e la Libertà che ci lascia

ECCO PIU’ EUROPA – E LA LIBERTA’ CHE CI LASCIA

Un pezzo di copia-incolla. Con la scusa delle #FakeNews hanno chiuso 24 pagine #Facebook a favore del governo con 2 milioni di utenti. Utenti “che condividevano informazioni false e contenuti divisivi su migranti, antivaccini e antisemiti a ridosso delle elezioni europee, oltre la metà a sostegno di Lega e 5 Stelle”. La decisione – si viene subito a sapere – è arrivata grazie alle segnalazioni di AVAAZ.

“Spuntata negli Stati Uniti, a New York dodici anni fa, nel 2007, Avaaz è una sorta di sigla finalizzata alla “organizzazione di comitati di propaganda elettorale”, di ispirazione tendenzialmente parademocratica. Attraverso colossali  indirizzari mail, infatti, invade quotidianamente i computer…

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fonte – https://www.maurizioblondet.it/?email_id=2822&user_id=13803&urlpassed=aHR0cHM6Ly93d3cubWF1cml6aW9ibG9uZGV0Lml0L2VjY28tcGl1LWV1cm9wYS1lLWxhLWxpYmVydGEtY2hlLWNpLWxhc2NpYS8&controller=stats&action=analyse&wysija-page=1&wysijap=subscriptions

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La missione dell’Avvocato

dell’Avv. Andrea Sartori di Verona

Avvocato una missione

La mia professione è una missione.

Sì, lo dico senza presunzione, ma per esperienza.
E’ una missione perché assistere le persone e cercare di risolvere i loro problemi è una missione, consolatoria, perché il primo impatto che si ha con il cliente è sempre quello del turbamento per qualcosa che non funziona, che non è secondo la legge.
Quindi, ascoltare come viene vissuto il problema, inquadrare la persona che si ha di fronte, farle capire che chi ha davanti non è solo un tecnico del diritto, ma è una persona che può comprendere anche il disagio o la rabbia del raccontare il perché sia lì ad un appuntamento, è comprensione.

Così nasce l’empatia.

Il primo passo per entrare nel problema e fare in modo che la persona lasci in ufficio il suo pensiero.
E’ una missione di intercessione, nei confronti della controparte, nei confronti del giudice, per arrivare allo scopo, quello di ristabilire la legalità.
Accade anche quando non c’è un giudice di mezzo e le necessità sembrano prettamente economiche.
Qualsiasi problema ha una radice di incomprensione alla propria base, la prima incomprensione è di chi il problema lo vive, poi c’è quella di chi il problema non lo accetta, ed anche quella di chi rifiuta la soluzione.
Talvolta mi chiedono di adoperarmi perché “è una questione di principio”.
Perdono così di vista che il vero problema è comprendere quale sia il principio.
E se poi perdono anche la vertenza, rischiano di non capire nemmeno più da dove arrivava la loro richiesta.
In chiesa, accanto a mio padre, ascoltando l’omelia la scorsa settimana, ho sentito il parroco che diceva: Gesù è stato il primo avvocato, chiamato ad intercedere presso Dio per la salvezza delle anime.
Ecco, io non sono Gesù, mio padre non è Dio, non salvo anime, ma propongo soluzioni possibili, cercando di usare al meglio e con onestà gli strumenti giuridici.
I risultati non si misurano, a mio parere, sul numero di vittorie. Io non scendo in battaglia.
I risultati li misuro sulla soddisfazione della persona che si è affidata e fidata.
Qualcuno ne approfitta, pazienza. La prossima volta con qualche altro patrocinatore, capirà.
E’ un lavoro, e come tutti i lavori va retribuito. Ma per me non è solo un lavoro.

fonte – https://www.secondoandrea.it/la-missione-dellavvocato-professione-esperienza-legalita-empatia/

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Salone del Libro: la psicopolizia censura i giornalisti scomodi

di Enrica Perucchietti 
Fonte: Revoluzione
A pochi giorni dall’inizio della kermesse, è scattata la censura “rossa” al Salone del libro di Torino: alcuni giornalisti e l’editore Francesco Giubilei sono stati bollati come “neofascisti e razzisti” da Christian Raimo che, essendo membro del comitato editoriale del Salone, riveste un ruolo istituzionale…(si veda l’articolo di Francesco Giubilei).
Nel mirino della psicopolizia sono finiti rispettivamente:Alessandro Giuli(giornalista, autore televisivo e co-conduttore di Povera Patria, mi ha confermato che non era nemmeno stato invitato, quindi non aveva alcun evento in programma),Francesco Borgonovo(già caporedattore del quotidiano «Libero» e autore di La Gabbia su La7, è ora caporedattore per «La Verità», saggista e conduttore di Iceberg su Telelombardia) eAdriano Scianca(direttore de «Il Primato Nazionale», collaboratore de «La Verità» e responsabile nazionale della cultura per CasaPound Italia).A costoro si vorrebbe evidentemente impedire di presenziare alla Fiera e di esprimersi liberamente.
Nell’attuale società delpoliticamente corretto, in cui tutto viene spettacolarizzato e banalizzato, coloro che non si allineano al pensiero unico vengono denigrati, perseguitati e marchiati con lo stigma del “fascismo”.
Il paradosso è che la violenza, la censura e l’atteggiamento squadrista proviene proprio da coloro che si ammantano di slogan buonisti e si infarciscono la bocca di mantra politicamente corretti. Il politicamente corretto è divenuta una vera e propria ideologia che riscrive la lingua, indica una morale a cui sottostare e riprogramma le menti e i comportamenti delle masse. Continua a leggere

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Europa 'islamizzata': a Berlino è Mohamed il nome più scelto

Le radici cristiane dei nostri paesi sono sempre più a rischio.
In molti paesi d’Europa è in atto un vero e proprio processo di “islamizzazione” e a testimoniarlo sono anche i dati relativi alle nascite registrate. Secondo quanto emerso da un rapporto della  Gesellschaft für deutsche Sprache, la più importante istituzione linguistica finanziata dal governo tedesco, Mohamed sarebbe il nome più scelto tra i piccoli venuti al mondo durante il 2018. L’appellativo del profeta surclassa così “Paul”, che fino all’anno scorso era stata il più scelto dai neo genitori della città, per i loro neonati.
Il fatto che Mohamed (in tutte le sue varianti grafiche) sia ormai così diffuso è sicuramente indicatore di almeno due tendenze: che ha Berlino la comunità islamica sia in crescita con fare inarrestabile e che gran parte delle nascite registrate nella città sia dovuta proprio ai musulmani. 
In questo bilancio, alquanto sconfortante per l’evidente rischio che corrono le radici culturali dell’Europa tutta, si inserisce anche Brema, altro importante centro della Germania. Qui, Mohamed è il terzo nome più scelto.
FONTE – https://vocecontrocorrente.it/europa-islamizzata-a-berlino-e-mohamed-il-nome-piu-scelto/

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Maria Montessori, una vita fra massoni, modernisti e femministe

Maria Montessori, fra le prime donne a laurearsi in Medicina in Italia e da annoverarsi fra le pioniere del femminismo, è stata un’antesignana dell’ideologia gender. Interessante leggere ciò che pensava di lei la cattolica e attiva Principessa Maria Cristina Giustiniani Bandini (1866-1959), la quale, proprio perché cattolica, è stata messa sotto chiave dall’intellighenzia laica:
«Le vestali del femminismo frequentano gli ambienti modernisti, a cominciare dalla presidente del Consiglio Nazionale delle Donne, la contessa Gabriella Spalletti e dalla vice presidente, Dora Melegari […] Ma tra tutte queste signore, la più pericolosa è Maria Montessori […] La trovo una donna presuntuosa ed esibizionista, dalle idee assolutamente eversive. […] ha sostenuto che il miglior modo per aiutare la famiglia in Italia è l’educazione sessuale dell’infanzia, e per spiegarlo ha usato un linguaggio crudo e inaccettabile»[1].
La Montessori voleva rivoluzionare l’umanità:
«Ognuno, nella vita, ha una funzione che non sa d’avere e che è in rapporto col bene degli altri. Lo scopo dell’individuo non è di vivere meglio, ma di sviluppare certe circostanze che sono utili per altri. La grande legge che regola la vita nel cosmo è quella della collaborazione tra tutti gli esseri. Approfondire lo studio di questa legge significa lavorare per il trionfo della unione fra i vari popoli, e quindi, per il trionfo della civiltà umana»[2].
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ll lato oscuro dei paesi felici


Oggi, 2 aprile 2019, su  ‘veneziepost’: “La felicità influenza anche il voto. Dove non c’è vincono i populisti”, di Alberto Mattioli.
“Italia 36esima nel World Happiness Report presentato alla Bocconi. In testa gli scandinavi. Gli esperti: ‘Il benessere condiziona la partecipazione alla vita politica e la scelta del partito’.”
Col seguente articolo vi facciamo vedere quanto siano felici gli scandinavi.
di Giulio Meotti, “Il Foglio”
Norvegia, Svezia, Danimarca, Finlandia, Islanda. Le classifiche sul benessere li premiano sempre ma perché i paesi felici hanno tassi di suicidi così alti? Numeri di una controstoria
A domanda dove si trovi il paese più felice del mondo, ci si sente rispondere che si trova da qualche parte lassù, in Nord Europa. In effetti, Norvegia, Svezia, Danimarca, Finlandia e Islanda svettano da ormai dieci anni in tutte le classifiche mondiali dei paesi più beati. Oslo ha appena scalzato Copenaghen in testa all’indice delle Nazioni Unite della felicità. Sono fra i paesi più bui e freddi del mondo, per cui questi altissimi tassi di felicità devono dipendere dal tipo di società che hanno costruito. “Un paese con le tasse al sessanta per cento e dove tutti sono felici di pagarle”, come l’Observer ha definito la Svezia. Una volta sono le prigioni norvegesi “superiori” a qualsiasi altro penitenziario del pianeta. Un’altra sono le strade svedesi, le più sicure al mondo. Questi cinque paesi possono vantare il sistema scolastico più all’avanguardia (Finlandia); un esempio di società laica, multiculturale, moderna e industriale invidiata da tutti (Svezia); una ricchezza petrolifera colossale reinvestita in cause etiche (Norvegia); la società con la parità di genere più intensiva del mondo e gli uomini più longevi (Islanda). Come ha scritto il cabarettista Magnus Betner, ci immaginiamo la Svezia come “una nazione di belle persone che cantano canzoni felici in appartamenti modernisti eleganti”. O come ha scritto Judith Woods del Telegraph: “Vorremmo tutti essere scandinavi!”. E lo vorrebbero essere i progressisti di tutto il pianeta, da Bernie Sanders a Paul Krugman. “Se volete il sogno americano, andate in Finlandia”, ha detto il laburista inglese Ed Miliband.

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Macron ci insegna la democrazia. Due punto zero

MACRON ci insegna la democrazia. Due punto zero.Giustamente Emanuel Macron ha detto di non aver tempo da perdere  con i governani italiani, lebbra populista di destra, razzista e anti-democratica. Lui  aveva fretta di tornare a Parigi per il XIX atto :  ha dato ordine ai comandi militari di affiancare la polizia nelle piazze  con i corpi speciali, e se occorre, fare  fuoco. Lo ha confermato venerdì mattina …

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fonte – https://www.maurizioblondet.it/?email_id=2667&user_id=13803&urlpassed=aHR0cHM6Ly93d3cubWF1cml6aW9ibG9uZGV0Lml0L21hY3Jvbi1jaS1pbnNlZ25hLWxhLWRlbW9jcmF6aWEtZHVlLXB1bnRvLXplcm8v&controller=stats&action=analyse&wysija-page=1&wysijap=subscriptions

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