La sinistra inventa il pericolo razzismo…che non c'è

Segnalazione di Redazione BastaBugie

L’immigrato è la nuova immagine del proletario, per questo è diventato sacro e intoccabile (perciò ogni fatto di cronaca è un pretesto per alimentare questo mito)
di Rino Cammilleri

(LETTURA AUTOMATICA)
L’emigrato è sacro e guai a chi lo tocca. Sei poi è africano, è ancora più sacro. Il presidente Mattarella, per esempio, in visita di stato in Armenia, al deporre una corona di fiori sul sacrario del genocidio insieme al presidente armeno, non imita quest’ultimo, che si fa il segno della croce, dunque nemmeno il memoriale del genocidio è per lui sacro. Però alza la voce contro l’Italia-farwest se un cretino spara ad aria compressa su una bambina nomade. Una ragazza di origine nigeriana si becca un uovo in un occhio ed ecco tutti i giornali e i tiggì fare la conta, tutte le volte che danno la notizia, di quanti neri nell’ultimo mese si sono fatti la bua per colpa dei bianchi. Sicuramente il Tg2 metterà, se continua così, il numeretto in alto a destra dello schermo, così come per i «femminicidi». Cioè, ogni volta che ci sarà un caso, ci ricorderà tutti i precedenti, in modo che gli italiani non si scordino il sacro dovere di santificare il migrante. Continua a leggere

Condividi

Fede, immigrazione, accoglienza business

Risultati immagini per vescovi impiccioni con Salvini
Riceviamo con cortese richiesta di pubblicazione questa cortese e condivisibilissima lettera di una “cattolica perplessa”…
LA LETTERA DEL LETTORE
Lettera aperta
S.E. Monsignor Gianfranco Agostino Gardin
Treviso
vescovo.segreteria@diocesitv.it
S.E. Monsignor Corrado Pizziolo
Vittorio Veneto
vescovo@diocesivittorioveneto.it
Dr.ssa Valentina Carzavara
c/o La Tribuna di Treviso
provincia@tribunatreviso.it
Castelfranco Veneto 28-09-2018
In data 26 settembre 2018, sulla Tribuna di Treviso si trova un articolo firmato da Valentina Calzavara, dal titolo:
il monito della Chiesa alla Lega «La fede non si fa strumentalizzare››
Lo stesso giorno il quotidiano LIBERO, in prima pagina titola:
Loro accolgono, noi paghiamo
VESCOVI IMPICCIONI CONTRO SALVINI
Il tutto naturalmente corredato dall’articolo di Vittorio Feltri.
Senza entrare nei dettagli degli articoli, l’argomento trattato riguarda: gli immigrati, la fede, il Vangelo, l’accoglienza, ecc. ecc.
Quello che mi interessa è andare oltre cercando di approfondire alcuni aspetti che per dimenticanza, distrazione, ignoranza (non conoscenza), cattiva fede, ecc. non vengono presi in considerazione. Continua a leggere

Condividi

Migranti stuprano e delinquono. Ma la Caritas non vuole si sappia

Il rapporto di Migrantes e Caritas sui migranti: “Stereotipi e fake news creano isteria”
di Claudio Cartaldo
Ora la Caritas Migrantes vogliono pure indicare le notizie che gli italiani devono vedere o leggere sui migranti.

Il motivo? È necessario secondo le organizzazioni della Chiesa che “le nostre comunità” acquisiscano una nuova “grammatica della comunicazione” che sia “aderente ai fatti e rispettosa delle persone”.
Il rapporto sull’immigrazione
Nel loro Rapporto Immigrazione, Caritas e Migrantes hanno monitorato le notizie riguardanti l’immigrazione apparse nei telegiornali di prima serata delle reti Rai, Mediaset e La7. E cosa ne esce fuori? Che in dodici anni pezzi, servizi e minuti dedicati al tema dell’immigrazione sono cresciuti in maniera esponenziale, fino a dieci volte tanto che in passato. Siamo arrivati infatti dalle 380 notizie del 2005 alle 4.268 del 2017.
Secondo il rapporto ci sarebbe una correlazione tra i flussi migratori che arrivano nel Belpaese, l’interesse mediatico verso gli immigrati e “gli eventi di natura politica” che riguardano il Paese. “Colpisce constatare – si legge – che la sensazione di minaccia alla sicurezza e all’ordine pubblico ricondotta all’immigrazione sperimenta dal 2013 una crescita costante. Nel corso del 2017 i telegiornali di prima serata si soffermano per lo più sui flussi migratori (40%), riservando quasi la metà delle notizie ai numeri e alla gestione degli sbarchi sulle coste italiane. Un ulteriore 34% dei servizi tele-giornalistici è dedicato a questioni che mettono in relazione immigrazione, criminalità e sicurezza“.
Caritas e Migrantes criticano il fatto che non ci siano quasi mai “buone notizie” sui migranti. Al racconto dell’accoglienza, infatti, nel 2017 è stato riservato solo l’11% delle notizie. Ma ci sarà un motivo, no?

I reati dei migranti

A certificare il boom di reati degli immigrati ci sono infatti i dati. Freddi numeri. A rivelarli, come scritto dal Giornale, è stata la Fondazione Hume nell’analisi intitolata “Crimine e Immigrazione in Italia”. I dati provengono dall’Istat, che li ha messi insieme domandandoli alle procure e al ministero dell’Interno (dunque tenendo conto sia delle condanne o dei procedimenti aperti che alle semplici denunce). Cosa ne viene fuori? Che in tutte le tipologie di reato i crimini degli immigrati sono maggiori, in proporzione alla popolazione, a quelli degli autoctoni. Ne siete sopresi? No. Ma a quanto pare la Caritas sì. Per esempio negli omicidi volontari dal 2006 al 2015 gli immigrati imputati sono cresciuti del 22% mentre i nativi sono diminuiti del 17%.
Dati simili erano stati diffusi dal Viminale anche per il 2018. Tra i reati contestati agli stranieri risultavano in crescita le violenze sessuali (+5,7%), le rapine (+5,7%), i furti (+5,1%), le truffe e le frodi informatiche (+4,3%), fino ovviamente ai crimini legati agli stupefacenti (+5,2%). E pensare che mentre i reati degli stranieri aumentano, quelli generali sono in riduzione. In generale tra il 1 gennaio e il 30 giugno del 2018 sono state denunciate e/o arrestate 429.506 persone, di cui 136.876 stranieri (il 31,9% del totale). In fondo anche lo stesso rapporto di Migrantes certifica che “al 31 dicembre 2017 la popolazione carceraria conta 19.745 detenuti stranieri tra imputati, condannati e internati. Rispetto allo stesso periodo del 2016, quando gli immigrati erano 18.621, si registra un incremento del +6%“.
L’allarme della Caritas
Eppure la Caritas tira dritto. “Abbiamo sentito come gli stereotipi sulle migrazioni possono creare un’isteria collettiva – ha detto don Francesco Soddu, direttore della Caritas italiana – non possiamo tacere la preoccupazione per la costruzione di luoghi comuni sui migranti e su chi lavora per ospitarli. Le Ong sono dipinte come il nemico numero uno“. Secondo Soddu “esiste una narrazione falsata del fenomeno migratorio”. E così la Cei è pronta a “promuovere tutto ciò che potrà contribuire ad un’opera di contenimento di questa deriva culturale“.

Continua a leggere

Condividi

Decreto sicurezza, stretta su asilo e cittadinanza

Salvini: Italia più sicura, via tutti i campi rom

Decreto sicurezza, iniziato il Consiglio dei ministri: via alla stretta sui migranti

Via libera del Consiglio dei ministri al decreto messo a punto dal ministro dell’Interno Matteo Salvini. Il provvedimento accorpa i due decreti su sicurezza e immigrazione a cui da settimane lavora il responsabile del Viminale. Il testo era stato oggetto negli ultimi giorni di uno stop-and-go legato a dubbi di costituzionalità. «L’obiettivo è chiudere tutti i campi rom entro la fine della legislatura», ha annunciato tra le altre cose Salvini in conferenza stampa.

IL PDF Decreto immigrazione e sicurezza, ecco il testo completo del decreto

Un decreto, aggiunge , «per combattere con più forza mafiosi e scafisti, per ridurre i costi di un’immigrazione esagerata, per espellere più velocemente delinquenti e finti profughi, per togliere la cittadinanza ai terroristi,
CONTINUA E GUARDA VIDEO SU:  https://www.ilmessaggero.it/primopiano/politica/decreto_sicurezza_cdm_migranti-3994180.html Continua a leggere

Condividi

L’immigrazione incontrollata e il rischio di una guerra civile in Europa

Segnalazione di Corrispondenza Romana
di Lupo Glori
«La guerra civile sta arrivando in Europa». A scriverlo è il giornalista britannico James Delingpole in un articolo (https://www.breitbart.com/big-government/2018/09/16/delingpole-civil-war-is-coming-to-europe-warns-german-politician/) pubblicato sul portale di news statunitense breitbart.com, in cui l’autore riporta le parole testuali a lui riferite, come si dice in gergo giornalistico, “off-the-record”, da un politico tedesco che ha chiesto di rimanere anonimo.
Delingpole precisa tuttavia come quanto a lui confidato a microfoni spenti dal suo misterioso interlocutore rappresenti in realtà il pensiero di tantissimi cittadini tedeschi, sempre più preoccupati dalla sconsiderata politica di accoglienza della loro cancelliera Angela Merkel, che negli ultimi tempi ha aperto le porte del paese a circa tre milioni di immigrati, la maggior parte dei quali maschi in età da combattimento provenienti da paesi musulmani.
Secondo il giornalista inglese, che ha potuto constatare tutto ciò di persona, avendo recentemente trascorso in Germania due settimane, nelle quali ha potuto osservare e respirare da vicino l’attuale atmosfera tedesca in fatto di immigrazione, vi è una sorta di volontaria, quanto suicida, cecità della maggior parte della popolazione tedesca di fronte all’esistenza di un macroscopico problema di integrazione con gli immigrati musulmani. Continua a leggere

Condividi

"Mer…" e sbatte il microfono. Insulti tra Salvini e Asselborn

Segnalazione di F.F.
Lite a Vienna all’incontro tra i ministri dell’Interno. “Basta importare migranti”. E il responsabile degli Esteri Ue sbotta
di Matteo Cartaldo
Matteo Salvini stava parlando delle sue politiche sull’immigrazione quando il responsabile lussemburghese degli Esteri e degli Affari europei, Jean Asselborn, lo ha interrotto, dando vita ad uno scambio duro di parole di fronte agli altri colleghi europei.

Il leghista è oggi a Vienna per il summit con i ministri dell’Ue e tra una stoccata e l’altra contro l’Onu ha dovuto pure far fronte ai borbotti dell’omologo lussemburghese.
Nel video (guarda) della relazione di Salvini, si sente il ministro dire che “ho sentito qualche collega dire che abbiamo bisogno di immigrati perché stiamo invecchiando. Ma io ho una prospettiva completamente diversa”. Il discorso del leghista è stato chiaro: “Io penso di essere al gtvoerno e pagato dai miei cittadini per aiutare i giovani per tornarli a fargli fare figli. E non per espiantare il meglio dei giovani africani e rimpiazzare i giovani eurpei”.
Le parole del vicepremier italiano però non sono piaciute al ministro lussemburghese che era seduto al suo fianco. “Non so se in Lussemburgo ci sono queste esigenze, noi in Italia aiutiamo i nostri figli ad avere altri figli. Non ad avere nuovi schiavi per soppiantare i figli che non facciamo più”. A quel punto, tolti qualche secondo di differita per via della traduzione, si sente Asselborn borbottare al microfono “Ale ale alè”, facendo il verso a Salvini: “bla, bla, bla…”
Nell’immediato Salvini si è limitato a rispondere che quelle sono le sue posizioni, legittime. Poi però è iniziato lo scontro verbale vero e proprio. “Io non l’ho interrotta cortesemente”, dice Salvini. Ma Asselborn perde la pazienza e sbotta: “In Lussemburgo, caro signore, avevamo migliaia di italiani che sono venuti a lavorare da noi, dei migranti, affinché voi in Italia poteste avere i soldi per i vostri figli”. E poi conclude con una espressione colorita: “Merde, alors”.

Continua a leggere

Condividi

Solidarietà al premier ungherese Victor Orban

Risultati immagini per OrbanSegnalazione di Gianni Toffali

Invito (e noi con Toffali, n.d.r.) tutti coloro che non condividessero il voto di condanna del parlamento europeo alla politica della repubblica ungherese, a mostrare il loro dissenso e inviare all’ambasciata ingherese di Roma Janos alla seguente mail
mission.rom@mfa.gov.hu il seguente messaggio:
Signor Ambasciatore Janos Balla
io sottoscritto (nome e cognome) cittadino italiano, mi dissocio dal voto del parlamento europeo contro l’Ungheria, colpevole solo di attuare la difesa dei propri confini, e mi dichiaro totalmente d’accordo sulla politica posta in  essere dal suo paese e dal Presidente Orban al quale la prego di portare tutta la mia solidarietà.

Continua a leggere

Condividi

Orbán all'Europarlamento: "Non accettiamo minacce e ricatti. Non saremo patria di immigrazione"

Il premier ungherese interviene davanti alla plenaria di Strasburgo “per difendere l’Ungheria che da mille anni è membro della famiglia europea”

STRASBURGO – Dopo aver anticipato parzialmente il suo discorso con diversi post sul proprio profilo Facebook, il premier ungherese Viktor Orbán ha parlato oggi a Strasburgo al Parlamento europeo nell’audizione sul rapporto Sargentini in cui si deciderà se sanzionare o meno Budapest sulla violazione dello stato di diritto. “Voi vi siete fatti già un’idea su questa relazione, e il mio intervento non vi farà cambiare opinione, ma sono venuto lo stesso. Non condannerete un governo, ma l’Ungheria che da mille anni è membro della famiglia europea. Sono qui per difendere la mia patria”, ha detto il primo ministro ungherese, che ha difeso il proprio operato soprattutto per il largo consenso che il suo governo riscuote in patria. E proprio confortato dal consenso interno, Orban non ha avuto problemi a schierarsi direttamente contro le istituzioni europee: “L’Ungheria sarà condannata perché ha deciso che non sarà patria di immigrazione. Ma noi non accetteremo minacce e ricatti delle forze pro-immigrazione: difenderemo le nostre frontiere, fermeremo l’immigrazione clandestina anche contro di voi, se necessario”.  Il leader di Fidesz, che a Bruxelles fa parte della famiglia del Partito popolare europeo, ha affermato come le misure sull’immigrazione siano state prese sulla base della volontà espressa dal popolo ungherese: “Siamo noi a difendere le nostre frontiere e solo noi possiamo decidere con chi vivere. Abbiamo fermato centinaia e migliaia di migranti clandestini e abbiamo difeso l’Ungheria e l’Europa. Gli ungheresi hanno deciso che la nostra patria non sarà un paese di immigrazione”. Continua a leggere

Condividi

Salvini ha annunciato entro l'autunno accordi di espulsione e rimpatrio di migranti

salvini migranti espulsione rimpatrioFOTO CREDITANDREAS SOLARO Matteo Salvini (Afp)
L’intervista del ministro dell’Interno a Rtl, dove ammette che per ora l’unico accordo che funziona è quello con la Tunisia. Ma non basta
“Stiamo lavorando per fare quello che in vent’anni non si è fatto: accordi di espulsione e rimpatrio assistito con tutti i Paesi di provenienza di questi ragazzi e di queste ragazze”. E sono Senegal, Pakistan, Bangladesh, Eritrea, Mali, Gambia, Costa d’Avorio, Sudan, Niger. Entro l’autunno “saprò dire quanti e di che tipo ne ho fatto”. Lo ha annunciato Matteo Salvini in un’intervista a ‘L’Indignato speciale’ su Rtl 102,5.

Un dossier “che ho sulla scrivania da tre mesi, da tre mesi stiamo aprendo cassetti, archivi, accordi verbali con alcuni Paesi africani del 1999, ma poi si è persa la firma, il capitolato, non si sa che fine abbiano fatto”. Per il ministro dell’Interno, attualmente quello che funziona “decentemente” è l’accordo con la Tunisia, “noi organizziamo due charter a settimana per un’ottantina di espulsioni. Se espelliamo ogni settimana tra tunisini, nigeriani ed altri cento, ci mettiamo ottant’anni a recuperare i cinque, sei, 700 mila immigrati entrati negli ultimi anni.

E quindi questo è un dossier su cui sto lavorando, su alcuni Paesi – dice ancora il leader leghista – siamo già abbastanza avanti,. In Tunisia ci andrò a settembre perché i tunisini sono arrivati in più di quattromila quest’anno ed è la nazionalità più presente. In Tunisia non c’è la guerra, non c’è la carestia, non c’è la peste bubbonica e quindi non si capisce perché questi ragazzi debbano scappare”. Continua a leggere

Condividi
1 2 3 4 6