Volano gli Usa del "fascistone" Trump: boom dell'economia, sinistri in lutto

Volano gli Usa del “fascistone” Trump: boom dell’economia, sinistri in luttoSegnalazione di F.F.
di Antonio Pannullo
Vola l’economia Usa del “fascistone” Donald Trump, malgrado il protezionismo, i dazi, i “migranti”, e tutte le altre fake targate sinistra. Il pil degli Stati Uniti è cresciuto a un tasso del 4,2% nel secondo trimestre del 2018. Sono i dati della seconda lettura dell’istituto nazionale di statistica. Il dato è sopra le attese e segna la maggior espansione economica dal terzo trimestre 2014. Nel primo trimestre il pil era cresciuto del 2,2%. Trump non ha commentato i dati ma continua a trattare con vari Paesi per rafforzare l’interscambio internazionale. Trump dichiara infatti che i negoziati sul commercio col Canada procedono “molto bene” e aggiunge di sperare che possano concludersi entro la scadenza da lui fissata di questo venerdì. “Penso che il Canada voglia raggiungere un accordo”, ha detto alla Casa Bianca, anche se non ha escluso la possibilità che alla fine l’intesa non arrivi. Il presidente americano ha detto anche di aver parlato al telefono con il primo ministro canadese Justin Trudeau. Continua a leggere

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La legge anti-caporalato? La fece il fascismo nel 1926. E la abolì Badoglio

La legge anti-caporalato? La fece il fascismo nel 1926. E la abolì Badogliodi Antonio Pannullo

Il “caporale” è la figura di intermediatore illegale tra latifondista e manodopera non specializzata. È una piaga presente da sempre, e in Italia si è saldata con la criminalità organizzata, soprattutto nel centrosud. La parola “caporalato” è tornata in questi giorni sotto i riflettori a causa degli incidenti che hanno visto coinvolti lavoratori stagionali stranieri in Puglia, ma è un male antico, un male “liberale”. Nel 2016 la Camera approvò la cosiddetta legge anti-caporalato, che però evidentemente non ha avuto effetto sul fenomeno, probabilmente a causa degli scarsi controlli da parte delle autorità. La rivista e blog Italia coloniale però, diretta da Alberto Alpozzi, ci ricorda che il caporalato fu combattuto e sconfitto, come la mafia del resto, dal fascismo, che nel 1926 varò la legge 563, detta “legge sindacale”, perfezionata e modificata fino al 1938 con altre norme tese a “contemperare secondo equità gli interessi dei datori di lavoro con quelli dei lavoratori tutelando, in ogni caso, gli interessi superiori della produzione”. Italia coloniale, nel pezzo a firma Maria Giovanna Depalma, ricorda anche che queste rivoluzionarie normative, inserite nel Codice corporativo e del lavoro fascista, valevano oltre che in Italia anche nelle colonie, cosa che contribuì ad abolire nell’Africa italiana la schiavitù e la servitù della gleba, fiorenti fino alla conquista da parte dell’Italia dell’Africa orientale.

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Salvini cita Lui: "Molti nemici, molto onore". Ma la frase non è del Duce…

Salvini cita Lui: “Molti nemici, molto onore”. Ma la frase non è del Duce…di Antonio Pannullo
Adesso chissà quante glie ne diranno a Salvini: “Tanti nemici, tanto onore!”. Lo scrive il vicepremier Salvini, su Facebook, postando un articolo di stampa che riporta notizia dei vari attacchi al ministro dell’Interno, negli scorsi giorni, dai settori cattolici a quelli della sinistra. In realtà il motto di Mussolini non era “tanti nemici”, ma “molti nemici”, tuttavia il senso è quello.
E inoltre non è neanche la prima volta che Salvini utilizza questa frase, he poi è una frase di di semplice buon senso: il leader della Lega la utilizzò almeno un’altra volta, nel febbraio 2015, riferendosi alle critiche dei buonisti su di lui che sottolineava che c’erano italiani in povertà mentre lo Stato pagava gli alberghi ai clandestini. La frase, essendo di sicura efficacia, è stata utilizzata da molte persone, ed è erroneamente attribuita a Giulio Cesare, come molti altri motti del Duce. Ma non è neanche sua. Questa bella frase è quasi certamente stata inventata da un uomo che di nemici nella sua vita ne ebbe davvero tanti: il condottiero tedesco Georg von Frundsberg (1473-1528), ovviamente sconosciuto in Italia. Era un generale del Sacro Romano Impero della nazione tedesca che combatté per la casata Asburgo, e in particolare per l’imperatore Massimiliano I. Tutta la vita Georg la trascorse combattendo quasi ininterrottamente per gli Asburgo, soprattutto in Italia. Sembra che proprio a Vicenza, combattendo contro i veneziani nella battaglia di La Motta, veneziani che erano in numero soverchiante, il condottiero disse al suo servo che gli aveva fatto notare la sproporzione: “molti nemici di von Frundsberg, molto onore!”. Era il 1513.
Oggi c’è una statua in suo onore al Museo militare di Vienna, voluta da Francesco Giuseppe, e durante la Seconda Guerra Mondiale una divisione Waffen SS ebbe il permesso di fregiarsi del titolo di Frundsberg. Il condottiero tedesco è stato dimenticato, ma la frase è rimasta, così come sono rimaste e sono state utilizzate le frasi inventate dagli Arditi durante la Grande Guerra, motti ripresi da Mussolini e rilanciati per la loro validità e per il messaggio di cui erano portatori. Tra queste, “Chi si ferma è perduto”, “Meglio un giorno da leone che cento anni da pecora”, etc. Insomma, le frasi, i motti, gli slogan si direbbe oggi, raramente appartengono alla persona che li ha resi famosi, ma il merito di Mussolini e di altri leader è certamente quello che di aver valorizzato quei concetti che toccano le corde emotive dell’uomo e che in definitiva sono valori eterni. Tornando a Salvini, siamo pronti a scommettere che la bufera per il suo utilizzo di certe espressioni continuerà. Ma scommettiamo anche che Salvini, per rimanere nella metafora, “se ne frega”.
P.S: anche questo era un motto degli Arditi della Grande Guerra…
Fonte: http://www.secoloditalia.it/2018/07/salvini-cita-lui-molti-nemici-molto-onore-ma-la-frase-non-e-del-duce/ Continua a leggere

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