Bologna, nove anni di attentati “rossi” senza colpevoli

Bologna, nove anni di attentati “rossi” senza colpevolidi Massimiliano Mazzanti
Riceviamo da Massimiliano Mazzanti e volentieri pubblichiamo.
Caro direttore, come spesso, anzi, come sempre, a Bologna non è successo niente, quando si dovrebbe far giustizia di episodi gravissimi di violenza politica o di vero e proprio terrorismo di matrice “rossa”. Nella città in cui alle organizzazioni di destra vengono negate sale legittimamente richieste o in cui si grida allo scandalo per uno striscione appeso qua o là, le centrali della violenza comunista possono continuare ad agire impunemente. Ieri, sono stati prosciolti tutti gli “anarchici” inquisiti per gli attentati incendiari compiuti tra il 2010 e il 2011 e che colpirono ristoranti ed enti di varia natura. Attentati tutti uguali nelle modalità, alcuni anche sfacciatmente rivendicati sui siti della “sinistra antagonista”. Sei anni di indagini – l’inchiesta condotta da Enrico Cieri e Antonella Scandellari, due dei pm che conducono l’accusa contro Gilberto Cavallini, era stata chiusa l’anno scorso – letteralmente buttati nel cestino, se non peggio, visto che il gup Antonio Ziroldi non ha ritenuto nemmeno di mandare a processo gli indagati. Appunto: come se nulla fosse successo. Oppure, come se nulla fosse stato effettivamente verificato, nei 10 faldoni di cui si componeva il lavoro degli inquirenti. Una montagna di carta inutile, evidentemente. Continua a leggere

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