Fontana sui figli di coppie gay: "Maternità surrogata è vietata, stop riconoscimenti"

Fontana sui figli di coppie gay: "Maternità surrogata è vietata, stop riconoscimenti"“NOI, FIERI DI UN AMICO MINISTRO, CHE NON CERCA GLI APPLAUSI DEL MONDO, MA VUOLE CONTRIBUIRE AL BENE COMUNE, SECONDO DOTTRINA CATTOLICA” (Matteo Castagna, Responsabile Nazionale del Circolo Christus Rex).
Il ministro della Famiglia ha anche annunciato novità sugli affidamenti. Salvini: “Difenderemo il diritto del bambino ad avere una mamma e un papà”. Vendola: “Nessuno potrà cancellare i nostri figli”. E Appendino: “Continueremo a registrarli”
ROMA –  Stop al riconoscimento dei figli di coppie dello stesso sesso nati all’estero grazie a pratiche vietate in Italia come la maternità surrogata. Lo ha sottolineato il ministro della Famiglia Lorenzo Fontana, ascoltato dalla Commissione Affari sociali della Camera sulle linee programmatiche del suo dicastero: “Rilevo come l’attuale assetto del diritto di famiglia non possa non tenere in conto di cosa sta accadendo in questi ultimi mesi in materia di riconoscimento della genitorialità, ai fini dell’iscrizione dei registri dello stato civile di bambini concepiti all’estero da parte di coppie dello stesso sesso facendo ricorso a pratiche vietate dal nostro ordinamento e che tali dovrebbero rimanere”, ha detto il ministro, che già il giorno del giuramento del governo Conte aveva liquidato la questione dei figli delle coppie omogenitoriali affermando che secondo lui le famiglie arcobaleno “non esistono”Continua a leggere

Condividi

La società multiculturale è contro il bene comune

Segnalazione Redazione BastaBugie

L’immigrazionismo sovverte le nazioni (e la Dottrina Sociale della Chiesa)
di Stefano Fontana

(LETTURA AUTOMATICA)

Osserviamo da tempo una chiara adesione della gerarchia ecclesiastica e di gran parte del mondo cattolico (conciliare, n.d.r.) all’idea di favorire una accoglienza degli immigrati pressoché priva di filtri e piuttosto ampia e generalizzata. Si deve notare però che questo nuovo atteggiamento si distingue da quanto tradizionalmente proposto dalla Dottrina sociale della Chiesa, ossia un governo delle migrazioni guidato dal criterio del bene comune. Conseguenza, infatti, di questo nuovo atteggiamento sembra essere la sostituzione del bene comune con la società multireligiosa, vista come il fine della società. Una accoglienza senza i filtri e senza il governo del bene comune intende come buona in sé la società multireligiosa che ne deriva, al punto che anche i cattolici dovrebbero lavorare per essa piuttosto che per il bene comune o per essa in quanto coincidente col bene comune.
La questione deve il proprio interesse al fatto che una nuova impostazione di questo genere comporterebbe una consistente revisione della Dottrina sociale della Chiesa, della sua struttura e dei suoi fondamenti. Non faccio il processo alle intenzioni, e quindi non posso dire se lo scopo di questa “apertura” al fenomeno immigratorio sia proprio di mutare la Dottrina sociale della Chiesa in alcuni punti fondamentali, però non posso esimermi da una oggettiva verifica della importante questione. Continua a leggere

Condividi