Bergoglio, il "papa" contempl-attivo che muove la sua "Contro-Chiesa" coi droni

bergoglio-and-tagle-give-the-horns-wally-santana-ap1Bergoglio il papa contempl-attivo che muove religione e Chiesa con i droni. –

La Chiesa (o meglio la “Contro-Chiesa, n.d.r.) di Bergoglio  con i “santi fatti in casa”( vedi La Fabbrica dei Santi” di Laura Fezia-Nell’attività frenetica della «fabbrica dei santi»  soprattutto durante il pontificato (conciliare, n.d.r.) di Giovanni Paolo

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La femminilizzazione artificiale della Chiesa conciliare è in atto…

di Francesca de Villasmundo

Pubblicato sul sito Medias Presse Info
L’immagine è nostra (segnalazione www.unavox.it )
In una udienza generale del dicembre 2017

La donna ha sempre fatto parte della vita della Chiesa, checché ne dica l’odierna ignoranza femminista, che concepisce il ruolo della donna solo in rapporto a quello dell’uomo, cioè in una visione molto mascolina e riduttiva. La donna ha la sua specifica vocazione ad imitazione della Madre di Cristo, divenuta Madre di tutti gli uomini.
Il filosofo Jean Guitton, con una formula incomparabile, chiude il becco a tutte le pasionarie della femminilizzazione artificiale della società civile ed ecclesiale: «la persona più perfetta del nostro mondo morale si trova che è stata scelta tra il sesso più debole»!
E San Paolo, nella sua Epistola ai Galati (III, 28), afferma:

«Non c’è più giudeo né greco; non c’è più schiavo né libero; non c’è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù.»

Il che testimonia l’uguaglianza dei due sessi agli occhi di Dio, nella religione cattolica. Ma uguaglianza di dignità non significa identica missione! A ciascuno il suo mestiere e le mucche saranno ben tenute! – dice un proverbio francese.
Sfortunatamente, questa distinzione dei sessi e del loro destino non soddisfa la nostra contemporanea società genderofila e nichilista, che vuol fare tabula rasa di ogni tradizione, abitudine, usi e costumi cristiani e naturali.
Gli assalti del mondo per imporre una femminilizzazione artificiale della società ecclesiale, in sintonia con ciò che sta accadendo nella sfera civile, si moltiplicano. Ultimamente, due fatti testimoniano di questi attacchi ripetuti. E quando si tratta di distruggere punti di riferimento cattolici o addirittura naturali, il cardinale Schönborn, il “grande teologo” di Papa Francesco (Antipapa, n.d.r.), non è mai molto lontano …
Lo scorso 1 aprile, egli ha concesso un’intervista ad un gruppo di giornalisti austriaci, appartenenti, tra gli altri, al Die Presse e al Salzburger Nachrichten. Ad essi ha dichiarato di essere aperto all’idea dei preti sposati e all’ordinazione delle donne al ministero dei diaconi, dei presbiteri e, perché no, dei vescovi.

«Io credo che vi sia spazio per il cambiamento» – ha dichiarato, precisando che «la questione delle ordinazioni [delle donne] può essere chiarita solo da un concilio. La cosa non può essere decisa solo da un papa. E’ una questione troppo importante per essere decisa dall’ufficio di un papa».

Siamo di fronte ad un attacco contro la lettera apostolica Ordinatio sacerdotalis, con la quale, senza concilio, Papa Giovanni Paolo II confermava che

«1. L’ordinazione sacerdotale, mediante la quale si trasmette l’ufficio che Cristo ha affidato ai suoi Apostoli di insegnare, santificare e governare i fedeli, è stata nella Chiesa cattolica sin dall’inizio sempre esclusivamente riservata agli uomini. Tale tradizione è stata fedelmente mantenuta anche dalle Chiese Orientali. (…) 4. Pertanto, al fine di togliere ogni dubbio su di una questione di grande importanza, che attiene alla stessa divina costituzione della Chiesa, in virtù del mio ministero di confermare i fratelli, dichiaro che la Chiesa non ha in alcun modo la facoltà di conferire alle donne l’ordinazione sacerdotale e che questa sentenza deve essere tenuta in modo definitivo da tutti i fedeli della Chiesa.»

In quella occasione, Giovanni Paolo II non diceva niente di nuovo: il Codice di Diritto Canonico del 1917, ripreso poi dal Codice del 1983, sanciva che «solo l’uomo battezzato riceve validamente la santa ordinazione» – can. 968 § 1.
San Tommaso d’Aquino considera il sesso femminile come un impedimento per ricevere gli Ordini sacri; e Pio XII, nella sua Costituzione Apostolica Sacramentum Ordinis del 30 novembre 1947, in cui parla degli Ordini sacri del diaconato, del presbiteriato e dell’episcopato, afferma che «Ecclesiae nulla competat potestas in substantiam Sacramentorum, id est in ea quae, testibus divinae revelationis fontibus, ipse Christus Dominus in signo sacramentali servanda statuit.» (La Chiesa non ha alcun potere sulla sostanza dei Sacramenti, è cioè su tutto quello che, come testimoniato dalle fonti della divina Rivelazione, è stato statuito dallo stesso Cristo Signore come segno sacramentale).
Ora, Cristo ha scelto solo degli uomini al momento dell’istituzione del Sacramento dell’Ordine.
Dal momento che il conciliare cardinale Schönborn si attiene al processo di sconvolgimento fondato sulle nozioni conciliari di evoluzione del dogma – la Tradizione vivente – è evidente che i richiamati insegnamenti non possono avere alcuna presa su di lui. Peraltro, è da notare che le sue dichiarazioni contrarie alla decisione di Giovanni Paolo II, manifestano che il magistero conciliare non può essere infallibile, cosa del tutto logica dal momento che si sostiene che tutto evolve.
Il serpente conciliare si morde la coda: per le sue insite contraddizioni e per quelle conseguenti dei papi conciliari!
Un’altra dichiarazione, questa volta formulata su ispirazione di Papa Francesco (Antipapa, n.d.r.), rafforza il posto che in questi ultimi decenni hanno finito con l’occupare le femministe nella Chiesa ufficiale. Meno radicale di quella del cardinale (cardinale conciliare, n.d.r.) Schönborn, essa apre la porta in un modo simile ma più sottile ai futuri sconvolgimenti sessisti.
La Pontificia Commissione per l’America latina, presieduta dal cardinale Ouellet e riunita dal 6 al 9 marzo scorso sul tema La donna, pilastro nell’edificazione della Chiesa e della società in America Latina, nel suo documento finale consiglia che prossimamente si tenga un sinodo sul tema della donna, per ripensare il suo ruolo nella vita e nella missione della Chiesa: per «liberare» quest’ultima «dai pregiudizi, dagli stereotipi e dalle discriminazioni subite dalla donna» e muovere le comunità cristiane verso «una “conversione pastorale” capace di chiedere perdono per tutte le situazioni nelle quali sono state e sono ancora complici di attentato alla sua dignità».
La Commissione avanza a sostegno di «questa apertura» il fatto che questa non «rappresenta una concessione alla pressione culturale e mediatica», ma è piuttosto «il risultato della presa di coscienza che l’assenza delle donne dalle istanze decisionali è un difetto, una lacuna ecclesiologica, l’effetto negativo di una concezione clericale e maschilista.»
Presa di coscienza che tuttavia segue l’andazzo moderno! La Chiesa conciliare, con tale linguaggio, aderisce pienamente, anche se se ne schermisce debolmente, alla mentalità femminista MeToo, incarnazione della teoria del gender che sta sovvertendo la società e le strutture tradizionali. E il testo precisa che tale apertura è anche necessaria per il bene delle anime: «Se non si rimedierà a breve termine, molte donne disponibili a servire si sentiranno trascurate e disprezzate nelle loro capacità, e potrebbero eventualmente allontanarsi dalla Chiesa».
È dal Vaticano II che i chierici progressisti e modernisti avanzano questa stantia scusa, questo falso pretesto, per imporre le loro novità dottrinali, contrarie alla Tradizione. Il che, tuttavia, non ha impedito a dei fedeli di lasciare la Chiesa, anzi, la nuova religione costruita da costoro per promuovere ulteriormente l’apostasia, ha messo i cattolici nella condizione che non sanno più a che santo votarsi, avendo perduto ogni riferimento certo…
E questo fatale scivolare sul piano inclinato non sembra fermarsi con Papa (Antipapa, n.d.r.) Francesco.

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ULTIMISSIME – Cattolici olandesi in rivolta chiedono ai "vescovi" di ammonire Francesco

https://image-media.gloria.tv/placidus/g/vc/i33vhm0detsy1pwm0lj2vyns21pwm0lj2vynw.jpg

Il 9 aprile, alcuni importanti Cattolici olandesi hanno inviato una petizione ai loro vescovi contro le “politiche distruttive” di papa Francesco, come riferisce Radio Maria Nederland. Intellettuali e sacerdoti hanno sottoscritto la petizione, tra loro il famoso psichiatra Gerard Aardweg e il professore emerito Wilhelmus Witteman della Technical University di Twente. La petizione elenca i principali scandali di Francesco, tra cui l’Amoris Laetitia, il suo supporto alle politiche pro-morte Emma…

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https://gloria.tv/article/PRC9RzDPbsKo4zQHwVzL3VEcJ Continua a leggere

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La confessione choc della suora: "II papa propone il preservativo"

Una suora argentina sostiene che Bergoglio le abbia proposto l’utilizzo di tre metodi contraccettivi: preservativo, diaframma e legatura delle tube
di Giuseppe Aloisi
Una suora appartenente all’ordine delle Carmelitane Missionarie Teresiane sostiene che il papa abbia in qualche modo avallato l’utilizzo del preservativo e del diaframma come metodi contraccettivi.
La “confessione” choc è stata diffusa attraverso un’intervista a Radio Cut. Martha Pelloni, questo il nome della consacrata e superiora, ha detto che Jorge Mario Bergoglio le ha proposto tanto l’uso del preservativo quanto il diaframma e la legatura delle tube per le donne che non hanno il desiderio di rimanere in stato interessato. “Papa Francesco parlando di questo tema – ha dichiarato la suora argentina – mi ha detto tre parole: preservativo, transitorio e reversibile. Un diaframma, e in ultimo caso, quello che noi consigliamo alle donne del campo…legare le tube…niente che sia abortivo o distruttivo della donna”. E ancora, si legge sul blog del vaticanista Marco Tosatti, la suora ha sottolineato che: “Se c’è un’educazione sessuale e responsabilità dello Stato per occuparsi della donna nella sua situazione di povertà, non abbiamo bisogno di depenalizzare l’aborto perché non c’è necessità di abortire”. Continua a leggere

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BERGOGLIADI: Quando bestemmiare diventa una questione di virgolette e colloqui privati…


Eugenio Scalfari su Repubblica, ieri mattina, ha firmato un’intervista con “Papa” Francesco. La Santa Sede: “Solo un colloquio privato”
un’intervista con Papa FrancescoIl colloquio con Scalfari
“Al di là delle grottesche retromarce della Sala Stampa vaticana, che suonano più come una notizia data due volte che una reale e determinata smentita, l’uscita di Bergoglio sull’inesistenza dell’inferno e la scomparsa nel nulla delle anime dannate non è solo una dichiarazione d’apostasia manifesta perché pubblica (scritta su un quotidiano, peraltro da un giornalista suo amico: l’ateo Eugenio Scalfari di Repubblica) che contraddice millenarie verità di Fede, ma una bestemmia aggravata dal periodo pasquale in cui è stata pubblicata. Se l’inferno non esistesse, i Novissimi sarebbero messi in discussione, l’Olocausto perfetto di Nostro Signore in Croce e la Sua gloriosa Resurrezione sarebbero avvenuti per nulla. Non ho ricordi di aver letto eresie simili, neppure da parte di altri “non-papi”. Se la Chiesa fosse in ordine ed un legittimo Sovrano Pontefice pronunciasse simili frasi, sarebbe immediatamente deposto. Invece, tutto passa in batteria perché dal Concilio in poi, pare normale che un membro della nuova Chiesa, spacciata per la Chiesa di Cristo, possa dire quello che vuole” (Matteo Castagna, Responsabile Nazionale del Circolo Christus Rex-Traditio)
Il Giornale.it di ieri riporta la ridicola arrampicata sugli specchi dei Sacri Palazzi occupati dai modernisti: Continua a leggere

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Yitzhak Yosef, rabbino capo d'Israele, ha chiamato i neri "scimmie"

La Lega Antidiffamazione: “Assolutamente inaccetabile”. Non è la prima volta che le sue parole finiscono al centro di polemiche

Il rabbino capo d’Israele ha chiamato i neri “scimmie” durante il suo sermone settimanale. I commenti di Yitzhak Yosef sono stati definiti “assolutamente inaccettabili” dalla Lega Antidiffamazione, un’organizzazione di New York dedicata alla lotta contro l’antisemitismo e il razzismo.
Il rabbino ha usato un termine ebraico spregiativo per definire le persone di colore, prima di utilizzare la parola “scimmia”, secondo le riprese pubblicate dal sito Ynet.
Yosef rappresenta gli ebrei sefarditi di Israele di origine mediorientale e nordafricana. Non è la prima volta che le sue parole finiscono al centro di polemiche. In passato, riporta l’Independent, aveva affermato che le donne si comportano come animali, quando vestono in maniera succinta.
Fonte: https://m.huffingtonpost.it/2018/03/22/yitzhak-yosef-rabbino-capo-disraele-ha-chiamato-i-neri-scimmie_a_23392358/?utm_hp_ref=it-homepage Continua a leggere

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Quando il cervello lascia il posto alla poltiglia, col compiacimento dell’interessato

Segnalazione di www.unavox.it 

di Belvecchio

Più tempo passa, più ci tocca sentirne, di belle e di brutte, ma soprattutto di sceme.
Siamo in quella che un tempo era la tranquilla provincia italiana, retta e governata dal buon senso, dal rispetto per le cose semplici e da quello che fino a qualche anno fa si chiamava “timore di Dio”. Ebbene, da questa provincia non più normale, giunge notizia dell’organizzazione di una inconcepibile corbelleria, denominata “festival dell’eresia”.

[chi fosse curioso di leggere il programma, i nomi dei promotori, dei “protagonisti”, dei sostenitori e dei patrocinatori, vada sul sito dello stesso comune
http://www.comune.trivero.bi.it/on-line/Home/articolo53018466.html?largefontsize]

Di primo acchito, uno ha un sussulto, tanto è imprevista la notizia, ma poi sorride beffardo, dicendo a se stesso che dopo che è da un bel po’ di tempo che si inventano, si organizzano e si celebrano i festival più disparati, che più astrusi sono e più sono applauditi, finalmente un bel festival dell’eresia ci voleva, quasi a mettere i puntini sulle i: cos’è il ribollire nauseabondo del mondo moderno se non una sorta di rigurgito incontrollato di eresie?
Sì, è vero, si tratta soprattutto di cose storte e di brutture, ma come potrebbero prendere piede tali cose se prima l’uomo normale non avesse deciso di voltare le spalle a Dio?
Quindi “eresie”, sia nel senso di dileggio e deformazione della Fede, sia nel senso figurato: di incredibili corbellerie, profuse a piene mani da chi ha ormai rinunciato a fare uso di quella ragione concessa da Dio all’uomo, unico nel creato, proprio perché fatto a Sua immagine e somiglianza.
Ma torniamo alla provincia italiana.
Questa bella pensata è venuta in mente ad un buontempone in quel di Trivero, un piccolo paesello vicino alla cittadina di Biella, oggi capoluogo di provincia.
Trivero conta circa 6000 abitanti, ed è collocato a poco più di 700 metri di altitudine nelle Prealpi Biellesi, che fanno parte delle Alpi Pennine, nel Nord-Ovest del Piemonte.
Ci si chiede: cosa diavolo è saltato in mente a questi alpigiani di organizzare il “primo festival dell’eresia”? Saranno mica matti?
Sembrerebbe proprio di sì, ma, cerca… e trovi che lo stesso manifesto di presentazione ricorda che questo piccolo centro ebbe nel 1307 una qualche notorietà, quando sul vicino monte Rubello, detto di San Bernardo, si asserragliarono Fra’ Dolcino e i suoi, incalzati dalle truppe mandate dall’Inquisizione e fuggiti dalla vicina Valsesia che avevano occupata per farne il focolare della loro comunità eretica.
Sul monte di San Bernardo, Dolcino e i suoi resistettero invano alle truppe del vescovo di Vercelli, Raniero degli Avogadro, che insieme ad altri armati del novarese, nella Settimana Santa del 1307, mise fine alla predicazione eretica del millenarista Fra’ Dolcino; che venne giustiziato il primo giugno, dopo aver assistito al rogo della sua compagna, Margherita da Trento, e del suo luogotenente, Longino da Bergamo.
Si comprende quindi come certe menti suggestionate da questo fatto medievale, abbiano potuto inventarsi una sorta di valentia locale da ricordare, tuttavia immeritatamente, poiché, vista l’esperienza devastante vissuta nel 1300 dalla gente del luogo, la stessa vicenda di Fra’ Dolcino fu lungi dall’entrare nella loro memoria storica, almeno fino a quando, nell’800, il massone avvocato Brofferio non ebbe la bella pensata, ovviamente interessata in chiave anticattolica, di costruirci su una sorta di leggenda, debitamente corredata di spiriti e anime prave vaganti, di grotte iniziatiche e di tesori nascosti da ricercare, sia metaforicamente, sia praticamente.
Insomma, sulla disgraziata vicenda del frate invasato, finì col costruirsi un’altra ottocentesca falsa epopea libertaria, colma di invenzioni e di favole pur di nuocere alla Chiesa cattolica.
Come si fa a guardare a questa moderna iniziativa piemontese senza andare col pensiero al massone Brofferio e ai suoi sodali di allora e di oggi… affatto scomparsi in Piemonte?
Ma ritorniamo ai giorni nostri, quando leggiamo sulla presentazione di questa bella pensata, patrocinata dalle attuali autorità locali, provinciali e regionali, un breve discorrere di un certo don Luigi Ciotti, prete ultramoderno che di professione fa il lottatore continuo contro quelle che lui ritiene siano le ingiustizie contro i deboli.
Ma prima di leggere ciò che scrive don Ciotti e di renderci conto di come egli veda le cose dal suo osservatorio personale, è meglio dare un’occhiata a questa sua foto con Papa Bergoglio, dove li si vede camminare e chiacchierare mano nella mano… forse questa foto spiega qualcosa!

Don Ciotti presenta, nientemeno, che una sorta di inno all’eresia, ovviamente vista in chiave ciottiana.

Secondo lui, l’eresia sarebbe una “scelta”. E’ vero, ma egli si dimentica di aggiungere che è una “scelta personale”, il che, lungi dal richiamare la scelta del bene rispetto al male, ricorda che la “scelta personale”, fondata sul libero arbitrio di cui Dio ha dotato l’uomo, può solo allinearsi ai Comandamenti di Dio e agli insegnamenti e ai precetti della Chiesa cattolica, che è la Chiesa di Dio;  ogni altra scelta discordante è un rifiuto di Dio.
Quindi, piano con le affermazioni che sembrano intelligenti e che sono invece fuorvianti.
E lo stesso Ciotti lo confessa quando afferma che l’eretico ama la ricerca della verità più che la verità. E lo confessa senza rendersene conto, poiché lascia intendere che “ricercare” la verità, scartando quindi quella offerta da Dio tramite la Sua Chiesa, sarebbe un merito; il che è falso, anche perché o uno la verità la conosce e quindi non ha bisogno di andarla a cercare o uno non la conosce e quindi invano si affannerà a cercarla, poiché anche quando la trovasse, non conoscendola, non la riconoscerebbe.
A questo serve la Chiesa cattolica: a offrire agli uomini la Verità di Dio. Altro che andarla a cercare!
Ma don Ciotti è pervicace nei suoi errori e si permette di affermare che l’eretico – che sarebbe un buono – è colui che non si accontenta “dei saperi di seconda mano”. Ora, sfortunatamente per lui, l’insegnamento e il sapere della Chiesa cattolica sono di ben più che di seconda mano, ma di ennesima mano, eppure sono i soli saperi e i soli insegnamenti veri che l’uomo deve far suoi perché insegnati direttamente da Dio. E come insegna Gesù Cristo stesso: “chi crederà sarà salvato, chi non crederà sarà condannato” (Cfr. Mc. 16, 16).
Quindi, niente eresie, niente ricerca della verità, ma solo adesione con l’intelletto e col cuore, con l’intelligenza e la volontà, a quanto insegnato da Dio tramite la Sua Chiesa.
Chi fa l’“eretico” sarà condannato.
E se l’eretico è “chi ha il coraggio di avere più coraggio”, come dice don Ciotti, è indubbio che oggi colui che ha più coraggio, lungi dal pretendere di fare l’eretico, è chi rifiuta i discorsi degli uomini – don Ciotti compreso – per darsi tutto agli insegnamenti di Dio, fossero anche di ennesima mano.
Se questa è la presentazione dell’iniziativa, non si può dire che sia una cosa intelligente.
Sia perché tra i chiamati “protagonisti” figurano personaggi presi qua e là, tra cui un falso ecclesiastico e un falso teologo di cui non facciamo i nomi per carità cristiana; sia perché gli stessi concetti vengono ripresi e ripetuti: “promuovere un festival che rappresenti un momento di riflessione sull’eresia, intesa come scelta e ricerca di verità, sia in campo religioso, sia…”; il che può significare solo una cosa: promuovere l’errore di contro alla Verità rivelata da Dio, in nome di un superomismo titanico che è lo stesso che ha portato il mondo allo stato miserando in cui si trova oggi e che mira ad andare oltre, fino alla devastazione totale dell’uomo, della famiglia e della società.
Dio permettendo!

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Ratzinger difende Bergoglio: "Basta stolti pregiudizi contro di lui" e noi non ci stupiamo affatto!

La lettera inviata dal papa emerito Benedetto XVI a mons. Dario Edoardo Viganò
DEDICATO ALLE “VEDOVE RATZINGERIANE”:
Ecco l’ennesima prova del disastro conciliare ratzingeriano, che ammette la continuità con Bergoglio e la differenza di stili, come noi abbiamo sempre sostenuto, anche in riferimento agli altri “occupanti” fino a Roncalli (N.d.r.)
Lettera di papa Benedetto XVI alla vigilia del quinto anniversario di Bergoglio: “Tra i due pontificati c’è continuità interiore”
di Sergio Rame
“Tra i due pontificati c’è una continuità interiore”. Il papa emerito Benedetto XVI difende il magistero di papa Francesco di cui, domani, ricorrerà il quinto anno dall’elezione.
Dopo mesi segnati profondamente dalle polemiche intestine e dai dubia sollevati da diversi cardinali, a fare da schermo a Bergoglio è proprio Ratzinger che oggi ha scritto una lettera al prefetto della Segreteria per la comunicazione, monsignor Dario Viganò. “Papa Francesco – si legge nella missiva – è un uomo di profonda formazione filosofica e teologica e aiutano perciò a vedere la continuità interiore tra i due pontificati, pur con tutte le differenze di stile e di temperamento”.
Non è la prima volta che Benedetto XVI manifestando sintonia con Papa Francesco. Oggi l’occasione gli viene dalla presentazione della collana La teologia di Papa Francesco (edita dalla Lev), ma arriva alla vigilia del quinto anniversario dalla nomina di papa Francesco. Nella lettera Ratzinger plaude apertamente all’iniziativa editoriale che, a suo dire, “vuole opporsi e reagire allo stolto pregiudizio per cui papa Francesco sarebbe solo un uomo pratico privo di particolare formazione teologica o filosofica, mentre io sarei stato unicamente un teorico della teologia che poco avrebbe capito della vita concreta di un cristiano oggi”. Nella lettera personale inviata al prefetto della Segreteria per la comunicazione, il papa emerito ringrazia di aver ricevuto in dono gli undici libri scritti da altrettanti teologi di fama internazionale che compongono la collana curata da don Roberto Repole, presidente dell’Associazione Teologica Italiana. “I piccoli volumi – aggiunge Benedetto XVI – mostrano a ragione che papa Francesco è un uomo di profonda formazione filosofica e teologica e aiutano perciò a vedere la continuità interiore tra i due pontificati, pur con tutte le differenze di stile e di temperamento”. Continua a leggere

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Francesco, Marcello Veneziani accusa: "Più figlio della globalizzazione che della Chiesa"

Risultati immagini per Bergoglio ereticoE’ sedeplenista, ma alcune sue osservazioni fanno riflettere. Si sorvoli dunque sull’attribuzione dei termini cattolici ai conciliari (N.d.r.)
http://www.liberoquotidiano.it/news/sfoglio/13317619/papa-francesco-marcello-veneziani-figlio-globalizzazione-piu-che-della-chiesa.html
In occasione dei primi 5 anni di pontificato di Papa FrancescoIl Tempo confeziona un numero speciale con una prima pagina quasi interamente dedicata a Bergoglio. Molti commenti sul Pontefice e sul suo operato, tra i quali anche quello di Marcello Veneziani, “Un vicario per tre crisi”. L’editorialista parla chiaramente di “svolta radicale“, ma lo fa in termini critici. E scrive: “È un Papa avvertito come figlio del suo tempo più che della Chiesa, figlio della globalizzazione più che della tradizione”. E ancora: “Un Papa aperto ai più lontani, che ama il prossimo più remoto, aperto agl’islamici prima che ai cristiani, ai protestanti prima che ai cattolici, ai poveri più che ai fedeli, ai singoli – anche gay – più che alle famiglie”.
Parole pesanti, insomma, e Veneziani nota come “tutto questo è stato nobilitato come un ritorno al cristianesimo delle origini“. Nella sua analisi, l’editorialista ricorda come “una volta il Papa non volle criticare alcuni comportamenti fino a ieri considerati deprecabili dalla Chiesa, trincerandosi dietro l’umiltà cristiana: Chi sono io per giudicare. Verrebbe da rispondergli: sei un Papa, cioè un Santo Padre, e hai non solo il diritto ma il dovere di giudicare, di orientare, di esortare e condannare. Altrimenti – ammonisce Veneziani – vieni meno al Tuo ruolo pastorale, alla Tua missione evangelica”. Continua a leggere

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Luigi Bisignani a IL TEMPO: In libro Veritas

 
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E’ sedeplenista, ma le sue osservazioni fanno riflettere.
di Luigi Bisignani

Nero su bianco i turbamenti vaticani (e la voglia di ribellione dei cardinali)

Caro direttore, ancora una volta è un libro a scuotere le disadorne stanze di Santa Marta, dove alloggia da cinque anni Papa Bergoglio. È una profonda riflessione sul Pontificato, non un libro scandalo, che esce nel giorno del quinto anniversario dall’elezione di Papa Bergoglio e sembra raccogliere i malumori di una curia e di un episcopato sempre più disorientati. A scriverlo,non un reporter alla ricerca di scandaletti   ma un giornalista di razza, Mauro Mazza, per anni al vertice delle testate Rai. “Bergoglio e pregiudizio” (Pagine editore,210 pagine) è stato scritto sulla base originaria di articoli e appunti d’occasione, successivamente assemblati o, più spesso, ampliati e riscritti. Un libro vergato da un cattolico coraggioso che lascia il lettore pieno di interrogativi. Nella sua impietosa carrellata tocca tutti i punti più controversi di questo quinquennio,dai divorziati agli omosessuali, dalle aperture in politica estera, soprattutto nei confronti degli ortodossi di Mosca, fino alle anomalie di alcuni centri di potere,come Comunione e Liberazione. Con la curiosità di un cronista e la visione di uno storico, Mazza non crede che possano arrivare, ma neanche esclude, eventuali dimissioni del Papa. «Era profondamente diversa», scrive Mazza,«la situazione vissuta con Benedetto XVI. Furono dimissioni clamorose e inattese. Eppure una sua rinuncia, pur con cosi pochi precedenti nella storia bi millenaria della Chiesa, era considerata realistica». Continua a leggere

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