Tosi, ricordi quando sfilavi contro “Sodoma e Gomorra”?

di Matteo Castagna sul quotidiano veneto on-line www.vvox.it 
Con 21 voti a favore e 6 contrari è passata la mozione 434/2018, che dichiara Verona “città della Vita” e prevede di sostenere associazioni e iniziative anti-abortiste. Come si sa, il Pd ne è uscito demolito perché la capogruppo Carla Padovani, già nota da anni per le sue posizioni “pro life”, ha votato con la maggioranza di centrodestra. Eppure, se si va a leggere la mozione, non vi si trova nulla di particolarmente strano, perché il sindaco Federico Sboarina e la sua giunta s’impegnano a fare quel che è già previsto dalla legge 194 del ‘78, che nessun consiglio comunale ha competenza di modificare o abrogare.
Tra le opposizioni siedono anche l’ex sindaco Flavio Tosi, la sua compagna ex senatrice Patrizia Bisinella e un altro paio di fedelissimi. Pur dichiarandosi di centrodestra, si sono uniti al Pd (cosa non nuova a Tosi, che ha avuto una lunga ma catastrofica liason con Matteo Renzi) nella feroce contestazione contro il consigliere Alberto Zelger (Lega) sulle sue frasi sugli omosessuali.
Il consigliere di minoranza Tosi, tra l’altro, ha detto a Sboarina che «amministra accogliendo le istanze più oscurantiste, medioevali e reazionarie della sua maggioranza politica che rappresenta solo una piccola fetta dei veronesi». Continua a leggere

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Report: "Il papa re"

Segnalazione di Sigfrido Ranucci
Corruzione, Formigoni condannato in appello a sette anni e mezzo
Pena aumentata del 25%, da 6 anni a sette e mezzo, per l’ex senatore ed ex presidente della Regione Lombardia Roberto #Formigoni, al termine del processo di secondo grado legato al crac dell’ospedale San Raffaele di Milano e al dissesto finanziario della Fondazione Maugeri di Pavia. Per Formigoni, oltre alla pena, è stata aggravata anche l’interdizione dai pubblici uffici, da 6 anni a “in perpetuo”. L’accusa è corruzione: l’allora governatore avrebbe ottenuto una serie di utilità, tra cui l’uso di yacht, vacanze e cene, per favorire i due enti con delibere di giunta per circa 200 milioni di rimborsi pubblici. L’ex assessore Antonio Simone e il faccendiere Pierangelo Daccò hanno patteggiato uscendo così dal processo. #Report ha seguito la vicenda in tre inchieste di Alberto Nerazzini: “La divina provvidenza” del 11/12/2011 (https://bit.ly/2MKPV6A), “Il papa re” del 04/11/2012 (http://bit.ly/2xxobMZ) e “Do ut des” del 05/05/2013 (http://bit.ly/2xz5W9Z)

#Report #prossimamente su Rai3

VEDI: https://www.raiplay.it/social/video/2012/11/Report-del-04112012-76bb2ae3-3193-4eee-96e3-68b7ee371f8b.html?wt_mc=2.social.fb.rai3_Report.&wt/ Continua a leggere

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Saviano condannato (di nuovo) per Gomorra

Saviano condannato (di nuovo) per Gomorra: dovrà risarcire un imprenditore diffamatoDovrà risarcire un imprenditore diffamato
RECIDIVO
Lo scrittore e la Mondadori non hanno rettificato un passaggio su cui si era già espresso il giudice
Roberto Saviano e la Mondadori Libri sono stati condannati a versare in solido 15mila euro a un imprenditore, già risarcito con 30mila euro quattro anni fa per via di una sentenza diventata definitiva. Questo perché lo scrittore non ha rettificato il passaggio del libro “Gomorra” in cui Vincenzo Boccolato, incensurato e residente all’estero, viene descritto come esponente di un clan di camorra. Lo hanno reso noto gli avvocati Alessandro Santoro, Sandra Salvigni e Daniela Mirabile, legali di Boccolato, i quali spiegano che il provvedimento, depositato tre giorni fa, è stato firmato dal giudice della prima sezione civile di Milano Angelo Claudio Ricciardi.
In sintesi Saviano e la casa editrice hanno ritenuto di continuare a ristampare la stessa edizione senza depurarla delle espressioni diffamatorie sanzionate nella prima condanna. Circostanza che il giudice ha valutato come “nuovo illecito diffamatorio”.
https://www.iltempo.it/cronache/2018/08/11/news/roberto-saviano-condannato-diffamazione-gomorra-condanna-vincenzo-boccolato-imprenditore-clan-camorra-1081722/ Continua a leggere

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Condannato Danilo Quinto, promossa Emma Bonino?

imageSabato 17 alle 17.30 Danilo Quinto sarà ospite del nostro Circolo Christus Rex – Traditio a Verona presso la sede G.S.V.V. in Via Albere 43 e sarà a disposizione della stampa per rispondere ad eventuali domande anche inerenti il suo calvario giudiziario.
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Il 22 febbraio, se non ci saranno ulteriori rinvii, Danilo Quinto, sarà processato per diffamazione a mezzo stampa. Quinto, ex tesoriere del Partito Radicale, è autore di un libro dal titolo Da servo di Pannella a figlio libero di Dio (Fede e Cultura, Verona 2012, con una prefazione di S. E. mons. Luigi Negri), in cui racconta dettagliatamente i retroscena del potere del Partito radicale, nelle cui fila ha trascorso una parte significativa della propria vita.
Dopo essere già stato condannato per avere sottratto al Partito radicale gli stipendi che non aveva riscosso, ora è stato rinviato a giudizio per decreto (senza essere mai stato ascoltato, quindi) dopo 4 anni dalla pubblicazione del suo libro, per 2 parole scritte in corsivo (servo sciocco), riferite ad un ex deputato radicale.
Una metafora, scritta in un libro in cui egli stesso si definiva servo di Pannella e che conteneva dure e documentate accuse nei confronti dei radicali e di molti personaggi – che si autodefiniscono cattolici – a loro ancora attualmente collegati. Marco Tosatti, sul suo blog Stilum Curiae giustamente osserva: «Nel 2018 in Italia è possibile dover subire un processo per aver scritto frasi del genere, e forse anche essere condannati, quando ogni giorno sui giornali, sui social e in televisione siamo testimoni di accuse a attacchi di ben altra gravità? Purtroppo temiamo di essere buoni profeti se diciamo che i mass media mainstream, quelli che si stracciano le vesti su ogni ombra di – ismo possibile, specialmente se di realtà assai flebile, non se ne occuperanno; e certamente non in maniera critica, dal momento che la controparte è l’area Radicale, che come sappiamo ha permeato giornali, classe politica e ha allungato le sue propaggini anche sotto il Cupolone. Così come tacerà certamente – speriamo di sbagliarci – l’Ordine dei Giornalisti, che ben dovrebbe riconoscere in accuse del genere un serio attentato alla libertà di espressione e opinione». Continua a leggere

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