Attenzione, l'EUropa è obbligata ad istigare un golpe in Italia entro fine 2018

L’EU è in crisi esistenziale. Soprattutto a causa delle enormi bugie dette in passato con il fine non di aiutare i vari paesi ad uscire dalla crisi ma piuttosto di perpetrare il potere in mano all’asse franco tedesco, con lo scopo di creare un mostro sovranazionale – l’EU – in grado di sostituirsi a termine agli USA in EUropa, asservendosi agli interessi dell’asse dominante. Un piano che data dalla fuga dei nazisti in Sud America 75 anni fa; la rivincita, come se fosse stato rinviato a tempi più propizi.

Il problema reale è che l’austerità imposta ai periferici dal 2009 NON ha funzionato e non funziona, serve solo per drenare ricchezza dalla periferia al centro (gli USA ad esempio crescono del 4% facendo il perfetto contrario). Esempio da manuale la Grecia: lo stesso FMI ha riconosciuto che l’austerità ha fatto danni in Grecia, che “si sono sbagliati” a fare i conti, che il moltiplicatore fiscale è stato stimato male con il risultato di far crollare l’economia ellenica pur senza ridurre il debito (è passato dal 140% nel 2010 a circa il 175% attuale, senza prospettiva di ridurlo drasticamente per i prossimi 20 anni almeno). Continua a leggere

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"La BCE cesserà il Quantitative Easing"… Ma davvero?

“La BCE cesserà il Quantitative Easing”…Ma davvero?

Tutti gli avversari interni ed esteri hanno annunciato da mesi, con godimento  nemmeno celato: fra  poco Draghi smette il quantitative easing, ossia smette di comprare i titoli del  debito pubblico, e gli italiani dovranno andare  chiedere i prestiti “ai mercati”,  che gliela faranno pagare, agli italiani che hanno votato male. “I mercati insegneranno agli italiani a votare”, disse Oettinger, Kommissario …
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Draghi nei guai: aperta indagine su suoi incontri con associazioni segrete

Risultati immagini per DraghiDRAGHI NEI GUAI: APERTA INDAGINE SUI SUOI INCONTRI CON ASSOCIAZIONI SEGRETE

Il Mediatore europeo ha aperto una inchiesta su Mario Draghi. Su sollecitazione di Corporate Europe Observatory (l’ONG che si occupa di monitorare le grandi lobby e i conflitti di interesse) è finita sotto torchio l’adesione del Presidente della BCE e il coinvolgimento di alti funzionari dell’Istituto al Gruppo dei Trenta, un gruppo internazionale privato avvolto da assoluta segretezza e opacità che si occupa di questioni …
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Messaggio del Ministro Paolo Savona a Confindustria

Risultati immagini per Ministro Paolo Savonadel Ministro per gli Affari Europei Paolo Savona

Signor Presidente della ConfindustriaSignore e Signori,

la data del 27 giugno, giorno antecedente al Consiglio d’Europa, si è mostrata un ostacolo all’adempimento del mio impegno di partecipare a questo incontro. In questo stesso momento mi trovo alla Camera per raccogliere la volontà dei Deputati sulla posizione che il Governo, tramite il suo Presidente, assumerà nel prossimo vertice del 28-29.

Nondimeno desidero che giunga a questo consesso, insieme alle mie scuse per l’involontaria assenza, un mio breve messaggio.

1° Il Capitolo 2 del Rapporto sul “Come e perché rafforzare l’Europa” è la migliore più recente analisi che ho letto in argomento. Ho temuto che in Italia non si potesse neanche discutere di questo argomento e la lettura del documento mi ha rasserenato e incoraggiato ad affrontare i problemi in discussione a Bruxelles uscendo dal contingente e inquadrandoli nella necessità e urgenza di mutamenti dell’architettura istituzionale dellUE. Congratulazioni quindi agli autori del Capitolo e alla Presidenza che ha voluto questo incontro-dibattito.

2° Il primo, il terzo e il quarto blocco dell’Introduzione contengono una sintesi dei contenuti delle materie europee che attendono d’essere regolate. Sono perciò un’ottima agenda delle scelte che devono essere fatte. Ovviamente non significa che concordo con tutte le iniziative proposte come soluzione, ma se siamo d’accordo sugli obiettivi, sugli strumenti tecnici si può trovare un accordo. Continua a leggere

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DIETRO LE QUINTE/ Fra spread e crack bancari: quella telefonata di Draghi al Colle…

Mario Draghi (Lapresse)Sergio Mattarella ha spiegato direttamente agli italiani il perché del suo no alla poltrona di ministro dell’Economia a Paolo Savona, evocando la tutela del risparmio.

Non si può dubitare della buona fede personale e istituzionale di un presidente della Repubblica come Sergio Mattarella: se ha detto in diretta tv che la nascita del governo Lega-M5S con Paolo Savona all’Economia avrebbe messo a rischio i risparmi degli italiani bisogna credergli e rispettare le sue scelte. Una democrazia funziona così: l’impeachment va bene per un presidente che tradisce il suo Paese, non per uno che si assume le sue responsabilità ultime. E poi il parere finale, al Quirinale, è quasi sicuramente giunto dal presidente della Bce, Mario Draghi: chi, tutt’oggi, avrebbe potuto ignorarlo?

Nelle prerogative costituzionali del Capo dello Stato c’è la valutazione ultima di ciò che è bene per il Paese: lo confermano i giuristi e lo dice una lunga esperienza. Resta il fatto che per la seconda volta in sette anni il Quirinale ha dovuto esercitare questa autorità legittima, ma inequivocabilmente eccezionale: in entrambi i casi sotto la pressione dello spread sovrano in peggioramento.

Il riaccendersi dell’emergenza è la prima e più importante differenza fra l’intervento deciso di Giorgio Napolitano nel 2011 sul governo Berlusconi e quello di Mattarella ieri sera contro l’alleanza Lega-M5s: perché nel 2018 l’Italia è ancora a rischio-spread? In mezzo c’è stato il riformismo tecnocratico di Mario Monti e poi il quinquennio di governo da parte del Pd: come mai il rapporto debito/Pil è rimasto critico, il primo non è stato neppure intaccato e il secondo non è stato davvero rilanciato come altrove in Europa?

CONTINUA SU: http://www.ilsussidiario.net/News/Economia-e-Finanza/2018/5/28/DIETRO-LE-QUINTE-Fra-spread-e-crack-bancari-quella-telefonata-di-Draghi-al-Colle-/822893/ Continua a leggere

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GLI EUROPEISTI INVOCANO IL GOLPE – per salvare la Democrazia, ovvio

di Maurizio Blondet
Da quel che ho capito io, Mattarella non vuole i ministri che gli propone l’alleanza di governo. Dicono che continua  telefonare a Draghi per avere, diciamo, istruzioni o pareri: “Conti ti va?”.  Draghi: Per carità, e chi lo conosce. E’  incompetente. E’ un tecnico (i media ripetono: incompetente, troppo tecnico, ha falsato il suo curriculum)

NON ABBASTANZA competente.

Mattarella:  “Mi propongono Paolo Savona lo accetti? Draghi: “Di male in peggio, quello è troppo competente. E’ anche uno del sistema, quindi non possiamo attaccarlo come un barbaro invasore.  Ex direttore generale di Confindustria e ministro dell’Industria del governo Ciampi, lunghi anni a fianco di Guido Carli, che da ministro del Tesoro firmò per l’Italia il trattato di Maastricht. Sperimentato. La sa troppo lunga. Riuscirebbe a pilotare l’uscita concordata dall’euro. Sa come fare. Nelle trattative metterebbe in difficoltà Merkel e  Macron. No no, proprio no”.

TROPPO competente.

I media strombazzano:  Paolo Savona è anti-euro, non va bene.  Ci vuole un ministro non critico dell’euro, altrimenti l’Europa si sente offesa. Altri spiegano: Paolo Savona è interno al Sistema, dunque in contraddizione col populismo. Bocciato.
Mattarella mette il veto.
Il presidente Mattarella si prende tempo. Continua a ricevere messaggi dalla cosiddetta Europa: “L’Italia  rispetti gli impegni”; “Presidente, non permetta che i  barbari distruggano lo splendido lavoro che abbiamo fatto a Bruxelles”.
Centocinquanta economisti tedeschi  firmano un documento  di fuoco in cui esigono che l’Italia esca dall’euro. Cosa che dimostra lo stato di confusione mentale in cui li abbiamo sprofondati: prima, quando l’opzione di uscita dall’euro era comparsa nella bozza Lega-M5S, tutti a strillare che è uno scandalo! E obbligano a cancellare quella opzione. Poi la stessa opzione compare con la firma di 150 economisti germanici, e va bene.
E Mattarella che fa? Aspetta. Aspetta che Salvini e Di Maio gli propongano i ministri giusti. Giusti  secondo gli europeisti e i media. Si capisce che sarebbe contento se Salvini e Di Maio gli proponessero: come presidente del  consiglio, vogliamo assolutamente Gentiloni. Come ministro dell’economia, scegliamo di nostra iniziativa, Padoan. Agli Esteri, Alfano. La Fedeli all’Istruzione… Continua a leggere

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"Inattuabile" è la narrativa sovranista o quella europeista?

di Maurizio Blondet
"Inattuabile" è la narrativa sovranista o quella europeista?
Fonte: Maurizio Blondet
Dunque Mattarella, a nome di un’oligarchia parassitaria che ha sfasciato economicamente il Paese con il suo servilismo a Berlino, ha messo in guardia in guardia  noi cittadini e i nostri eletti  contro “la narrativa sovranista”  – e che fa? Subito dopo attacca con  la nota  “narrativa  europeista”:  superare i particolarismi, nessun paese ce la può far da solo, “ci vuole più integrazione” eccetera.
Bisogna che finalmente lui e quelli che ripetono questa solfa  invecchiata, prendano in  mano un libro, finalmente, che li aiuti a  capire  quanto la loro “narrativa” è  fantastica e lontana dalla realtà.
Il libro può essere quello dell’ordinario di Politica Monetaria e Fiscale dell’università di Siena,  Sergio Cesaratto , “Chi non rispetta le regole? Italia e Germania, doppie morali dell’euro” (Imprimatur, 124 pagine, 14 euro).
Il libro dimostra proprio quel che dice nel titolo, che la Germania infrange costantemente,  e sempre a proprio vantaggio, le   regole di una unione monetaria; che impone normative  assurde,  che avvicinano la destabilizzazione delle economie deboli, invece di scongiurarle; che  vuole “ottenere la disciplina” dei paesi con alto debito, come l’Italia, “accrescendone la possibilità di una crisi finanziaria”, e  pretende di “stabilizzare i mercati avvicinando il loro breaking point”, come ha scritto Walter Munchau del Financial Times, quindi è persino negativo a conseguire i fini che si propone, il risanamento e la prosperità.
Si tratta di capire che la Germania, “ossessionata  dalle sofferenze bancarie”  italiane, ha banche che, insieme alle francesi,  hanno in pancia titoli tossici derivati per 6899 miliardi, ossia 12 volte le nostre sofferenze. L’Europa sembra avere una sola necessità e urgenza: come costringere l’Italia a ridurre il suo debito pubblico, facendo  capire ai mercati che siamo potenzialmente insolventi (e quindi dovrebbero esigere da noi interessi più alti),  quando in realtà da quasi 30 anni l’Italia mantiene un avanzo primario, ossia le sue entrate tributarie sono superiori alle spese per la pubblica amministrazione (una volta dedotti gli interessi passivi sul debito). Continua a leggere

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Pensioni, Draghi si schiera contro Salvini: meglio non toccare la legge Fornero

http://www.iltempo.it/resizer/600/315/true/1521627225954.jpg--pensioni__draghi_si_schiera_contro_salvini__meglio_non_toccare_la_legge_fornero.jpg?1521627226000di Filippo Caleri
E oltre alla Bce anche il Fmi ha già alzato il cartellino rosso contro una revisione dell’attuale normativa
La Banca Centrale Europea ha deciso: la Fornero non si tocca. O meglio se si tocca saranno dolori (finanziari) nel lungo termine. A Matteo Salvini, che sulla sua rottamazione ha costruito una parte del successo elettorale, saranno fischiate le orecchie. E la sfida che, in un ipotetico governo con la Lega dentro, si trova davanti è molto difficile. Considerato che anche altri organismi internazionali come il Fondo Monetario Internazionale hanno già alzato il cartellino rosso contro una revisione dell’attuale legge pensionistica.
In un recente studio tre economisti del Fmi Michal Andrle, Shafik Hebous, Alvar Kangur e Mehdi Raissi intitolato “Italy: Toward a Growth-Friendly Fiscal Reform” hanno spiegato che al momento la nostra spesa pensionistica, nonostante la criticata e dura riforma Fornero, con il 16% del Pil è la seconda più alta, superata solo dalla Grecia. Una considerazione che di fatto stoppa le velleità rottamatrici di Salvini. Al Fmi si è aggiunto anche Draghi ha fatto subito presente il suo pensiero sulla materia: “Molti paesi hanno già applicato delle riforme dei sistemi pensionistici dopo la crisi del debito sovrano, sebbene il passo delle riforme abbia fatto registrare un rallentamento di recente. Ulteriori riforme in questo settore sono essenziali e non devono essere ritardate, anche alla luce di considerazioni di politica economica”. Continua a leggere

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