Bacciga: il saluto diventa un caso nazionale

https://www.repubblica.it/politica/2018/07/27/news/saluto_romano_destra_verona_consiglio_comunale-202795134/

E’ salita agli onori della stampa nazionale la bagarre, con saluto fascista, scoppiata a Palazzo Barbieri durante l’ultima seduta prima della pausa estiva. Un lungo articolo è stato dedicato dal “caso” dall’edizione online del Corriere della Sera.

Casus belli la mozione antoabortista del leghista Zelger che era attesa sulle balconate da un nutrito gruppo di contestatori, in particolare le attiviste di “Non una di Meno” che si sono presentate vestite da suore. Un clima teso, insomma, che è precipitato quando due consiglieri (Bertucco e Gennari) hanno visto Andrea Bacciga rivolgersi al pubblico delle attiviste con il saluto romano. A quel punto è scoppiata la bagarre sui banchi del consiglio comunale con rissa sfiorata, mentre dal pubblico volavano insulti. Alla fine la mozione Zelger non è stata discussa a causa del pandemonio scatenato. Ora le polemiche continuano con le attiviste di Non una di meno che chiedono le dimissioni del consigliere Bacciga e minacciano esposti in Procura e all’Ordine degli Avvocati.

Dal canto suo Bacciga nega “stavo solo salutando con la mano destra”.

Fonte: TGVerona di TeleNuovo

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Sui nemici della civiltà

di Maurizio Blondet
Sui nemici della civiltà
Fonte: Maurizio Blondet
Una coppia   americana ha deciso di allevare  l’essere che hanno generato  (che hanno chiamato Zoomer)  “senza genere”:   «Sarà lei/lui a scegliere in quale sesso riconoscersi, una volta che sarà in grado di esprimersi».  Ne ha parlato elogiativamente  Il Sussidiario il 16 aprile, come i due si rivolgano a Zoomer con un pronome neutro.   “I  genitori di Zoomer non vogliono che cresca limitata/o da una cultura fatta di stereotipi di genere.  Il “gender creative” è un metodo educativo per far sviluppare la creatività di Zoomer….”.
Ovviamente, non è che la creaturina sia di sesso incerto. E’ che sono i genitori, ferrei aderenti all’ultima ideologia di moda,  a non aver “voluto rivelare se sono genitori di un maschio o di una femmina, preferendo «liberarsi dagli stereotipi».  La giornalista nemmeno coglie il carattere ideologico, fanatico, del linguaggio dei genitori: «Ho deciso di non assegnare un sesso a Zoomer. Aspetterò che scelga da sola/o in quale dei due identificarsi”.   Dunque “io ho deciso” per Zoomer, al suo posto. Non è assurdo? No, e nemmeno è più una notizia da rilevare con sorpresa, come fa  Il Sussidiario. Ormai alla Università Statale di Milano si tengono “seminari a cadenza mensile sulla medicina e farmacologia di genere”, ossia sull’uso dei farmaci ormonali  che sospendono la pubertà dell’adolescente, in modo che sia lui/lei a scegliere “libero da stereotipi”, più tardi. Continua a leggere

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