Migrazioni: l'insopportabile ipocrisia dell'accoglienza
di Maurizio Pallante
Fonte: Maurizio Pallante
La situazione attuale
Le migrazioni costituiscono, insieme all’effetto serra e alla crisi economica iniziata nel 2007, i problemi più gravi di questo periodo della storia umana. Nei Paesi di partenza sono causate da sconvolgimenti profondi della struttura produttiva, dei rapporti sociali e delle condizioni ambientali che impediscono alle popolazioni di continuare a ricavare il necessario da vivere nei luoghi in cui vivono, come hanno fatto per millenni i loro antenati. Nei Paesi d’arrivo generano tre tipi di reazioni: una di rifiuto, che si concretizza nel sostegno ai partiti xenofobi;
una di accoglienza interessata per i contributi che i migranti possono dare alla crescita economica e alla ricchezza monetaria dei nativi; una di accoglienza disinteressata e generosa, basata sulla solidarietà nei confronti delle persone più provate dalla vita e sulla pulsione a una maggiore giustizia sociale. I partiti xenofobi enfatizzano i problemi creati dall’arrivo di un numero sempre maggiore di migranti senza risorse professionali ed economiche, mettendo in evidenza l’insicurezza e il degrado che inevitabilmente si genera nei luoghi in cui in qualche modo si accampano e si arrangiano per sopravvivere. I sostenitori dell’accoglienza interessata li minimizzano, insistendo sui vantaggi economici che deriverebbero dalla loro regolarizzazione: crescita del prodotto interno lordo, aumento del gettito fiscale, pagamento delle pensioni. I sostenitori dell’accoglienza disinteressata fanno leva sui sentimenti di fraternità che, persistono nell’animo umano nonostante i decenni di consumismo, materialismo ed egoismo che hanno caratterizzato le società industriali. E dedicano le loro energie, la loro intelligenza, la loro creatività a cercare soluzioni per aiutare i migranti con cui entrano in contatto a trovare un alloggio e un lavoro dignitosi. Nascosti nei coni d’ombra tra queste dinamiche, agiscono due categorie di approfittatori: quelli che speculano sulla disperazione dei più deboli, sfruttando la loro forza lavoro in maniere ignobili, fino a farli morire; e quelli che, agendo nei meandri nascosti della politica, riescono a impadronirsi dei fondi stanziati per le strutture d’accoglienza, lasciando solo le briciole ai disperati cui erano destinati.[1] Continua a leggere