La trincea anti-America di Salvini

La trincea anti-America di Salvinidi Massimo Fini
Fonte: Massimo Fini
La cosa sta diventando preoccupante. Sempre più spesso ci tocca essere d’accordo con Matteo Salvini, che certamente ha il vizio di intromettersi un po’ in tutto ma ha una velocità di reazione che costringe il più pavido Di Maio ad arrancare per inseguirlo facendo la figura di un terzino sprovveduto davanti al miglior Leo Messi.
Ha ragione Salvini quando di fronte all’attacco del Wall Street Journal che prospetta un collasso dell’Italia a causa dell’incapacità del suo governo “populista” e alle minacciose proiezioni dell’agenzia di rating Moody’s e della multinazionale massmediatica Bloomberg, entrambe americane, che sembrano avere una gran voglia di declassarci, si aspetta dopo la presentazione della legge di Bilancio una tempesta sull’Italia da parte dei cosiddetti ‘mercati’, vale a dire della finanza internazionale ampiamente controllata dagli Usa, per abbattere l’odiato governo giallo-verde. Che ha la grave colpa di aver fatto rialzare all’Italia un po’ la testa.
Ci convince un po’ meno Matteo Salvini quando eccede nelle sue esibizioni muscolari: “noi non arretreremo di un millimetro”. I precedenti italiani, soprattutto da parte di quel mondo cui Salvini più o meno consciamente si ispira, non sono incoraggianti. Benito Mussolini, che oltretutto aveva una statura politica e intellettuale di fronte alla quale Salvini è un nano, dichiarò petto in fuori: “fermeremo gli americani sul bagnasciuga”. E gli americani, con un appoggio della Mafia che avremmo pagato a caro prezzo e che ancora stiamo pagando, in due giorni si presero la Sicilia. “Spezzeremo le reni alla Grecia” disse il Duce e dovette intervenire la Wehrmacht per salvarci da un disastro militare (sia detto di passata: Mussolini è stato involontariamente il miglior alleato degli Alleati, con gli sprovveduti interventi in Grecia e, ancor più, con quello in Nord Africa che Hitler assolutamente non voleva avendo altri fronti, più importanti, da coprire).
Quello di cui Salvini sembra non rendersi conto è che l’attacco all’Italia da parte degli americani, nonostante costoro e i loro amici tentino di far credere il contrario, fa parte del più generale attacco yankee all’Europa. Salvini deve quindi mettersi d’accordo con se stesso: non si può essere contemporaneamente antiamericani e antieuropeisti, perché un’Europa unita è l’unico baluardo alle prepotenze americane. Che è la politica che segue, sia pur con le obbligate prudenze, Angela Merkel. Visto che girovaga un po’ dappertutto Salvini vada al più presto a incontrare Angela, non con il cappello in mano ma mettendosi, questa volta, doverosamente sull’attenti davanti all’unico uomo di Stato europeo. Continua a leggere

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Il no di Mattarella? Tra scelte politiche e poteri forti

Risultati immagini per Mattarella e i poteri fortiScritto e segnalato da Marco Milioni
I motivi per cui il presidente della repubblica Sergio Mattarella ha de facto detto no ad un esecutivo composto da Lega e M5S con Paolo Savona all’Economia e Giuseppe Conte premier sono oggetto di uno scontro durissimo. E lo saranno a lungo. E come succede in casi del genere i motivi di scelte tanto drastiche scatenano reazioni di ogni tipo: ci sono gli insulti sul web. C’è la critica dura e meditata di un costituzionalista di rango come Massimo Villone, sino a giungere ai j’accuse di Massimo Fini e Ugo Mattei. Il tutto lascia intuire che la posta in gioco sia altissima.
Ora sarebbe importante riuscire a capire se il niet del capo dello Stato abbia davvero solo delle generiche correlazioni con la necessità di tutelare i risparmiatori o se sotto ci sia dell’altro. Anzitutto chi sono i risparmiatori cui si riferisce Mattarella? Sono i signor Bianchi e le signore Rossi che hanno messo via un po’ di Btp? Sono i grandi stake-holder che di mestiere fanno profitto col debito pubblico delle nazioni? Per cercare di fare un po’ di luce in questo antro occorre dare conto di una indiscrezione che gira da diverse ore tra i parlamentari veneti eletti di recente tra palazzo Madama e Montecitorio. Una indiscrezione secondo cui persone vicinissime a Mattarella avrebbero sconsigliato al capo dello Stato di permettere che un ministro considerato poco incline ai desiderata dei grossi investitori sui titoli di Stato mettesse gli occhi sul bauletto che al dicastero dell’Economia contiene uno dei segreti meglio custoditi e più oggetto di polemiche degli ultimi anni: quello dei derivati sottoscritti dallo Stato a garanzia del debito pubblico. Continua a leggere

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L'eterno salvacondotto della Shoah

di Massimo Fini
L'eterno salvacondotto della Shoah
Fonte: Massimo Fini
Che le dichiarazioni di Abu Mazen (gli ebrei sarebbero in qualche modo responsabili della Shoah) siano inaccettabili, come ha immediatamente dichiarato, fra gli altri, anche l’Unione Europea, non è nemmeno il caso di dirlo. Ci si chiede però, come ha fatto un lettore del Fatto (27.4), Mauro Chiostri, parlando dell’oggi e non del codificato ieri, se lo Stato di Israele non goda di uno speciale salvacondotto basato proprio sullo sterminio ebraico di tre quarti di secolo fa. E’ una domanda, per la verità, che si fanno in molti ma che non osano formulare pubblicamente nel timore di essere immediatamente bollati come antisemiti, negazionisti, razzisti, nazisti. Ma Israele è uno Stato e non va confuso con la comunità ebraica internazionale. In anni meno manichei di quelli che stiamo vivendo attualmente era la stessa comunità ebraica a non volere che si facesse una simile confusione. Ed era logico che così fosse. Perché Israele è uno Stato e, come tale, può compiere azioni criticabili, e anche nefande, ma non per questo ne deve rispondere, poniamo, un ebreo del ghetto di Roma. Oggi invece questa confusione esiste e Israele può compiere impunemente atti che ad altri Stati costerebbero l’indignata condanna, se non peggio, della cosiddetta ‘comunità internazionale’. Continua a leggere

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Le donne che lavorano hanno meno tempo per fare figli e accudirli

L’Occidente ha dimenticato che la ricchezza più grande è avere figli (se non invertirà rapidamente la rotta sarà travolto dall’islam che avanza)
di Massimo Fini

(LETTURA AUTOMATICA)
Abbiamo centrato tutta la nostra vita sull’economico. E l’economico ci sta rubando la vita. Non c’era bisogno delle statistiche per capire che in Italia non si fanno più figli. Basta andare in giro per le strade, soprattutto di una grande città, per vedere più cani che bambini, basta guardare negli scaffali di un supermarket per accorgersi che quelli dedicati al cibo e agli accessori degli animali hanno più spazio di quelli per le esigenze dei bebè. In ogni caso adesso la recentissima indagine dell’Istat lo certifica: in Italia il tasso di natalità è di 1,34 per donna e scende a 1,26 se si escludono gli stranieri residenti.
UN PROBLEMA DI TUTTO L’ OCCIDENTE

Ma non è un problema italiano ma di tutto l’Occidente e dei Paesi che hanno adottato in pieno il nostro modello di sviluppo. Nell’Europa continentale solo la Francia supera di uno striminzito 0,1 quei due figli per donna che è il minimo per rimanere in una situazione demografica almeno di stabilità. […] Tutti gli altri Paesi europei sono abbondantemente al di sotto (Germania 1,41, Spagna 1,41, Paesi Bassi 1,72, Svizzera 1,42). Negli Stati Uniti il tasso di natalità è 1,84, in Giappone 1,27. Siamo delle società femminee ma senza madri.
Non c’è bisogno di statistiche nemmeno per capire che nei Paesi, economicamente, socialmente, culturalmente, lontani da noi figliano di più. Basta guardare i barconi che arrivano da noi con numerose donne incinte. Ma lasciamo, anche qui, parlare i dati: in Medio Oriente il tasso medio è 2,5. In Africa Nera è, mediamente, del 5. Più una popolazione è povera più fa figli: in Congo è 6,7, in Nigeria 5,32 e così via.
Le donne che lavorano non hanno tempo per fare figli e accudirli.
Ma il discorso vale anche per gli uomini. Si sarebbe pensato che gli uomini avendo perso il loro tradizionale ruolo virile (non fanno più la guerra, non hanno più forti passioni politiche) si sarebbero rifugiati nella famiglia. Invece no. Nessuno, uomo o donna che sia, vuole rinunciare ai confort, al benessere e i figli tolgono spazio a questi agi. Inoltre si rilutta a fare figli se si pensa di non poter dar loro le consuete opportunità: piscina, corsi d’inglese, lezioni di piano, lezioni di danza. Continua a leggere

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Avere o no un governo non cambia la situazione, siamo ancora occupati dagli americani

di Massimo Fini
Avere o no un governo non cambia la situazione, siamo ancora occupati dagli americani
Fonte: lospecialegiornale
Siria nel caos, parla a Lo Speciale il giornalista, scrittore e storico Massimo Fini, da sempre sostenitore del diritto all’autodeterminazione dei popoli e molto attento alle dinamiche nel mondo arabo. Fra Russia e America è guerra di minacce, fra tweet di Trump che annunciano imminenti attacchi contro i russi, e Mosca che accusa l’America di voler far sparire le prove che scagionerebbero Assad dall’accusa di aver sferrato l’attacco chimico su Duma. Ma quali sono le reali intenzioni di Trump? Vuole davvero scatenare una guerra dagli esiti devastanti, oppure alla fine si limiterà come già avvenuto in passato, a colpire obiettivi secondari senza toccare le basi russe?
Fini, a che punto siamo? Scoppierà la guerra fra russi e americani in Siria con il probabile coinvolgimento anche di Cina e Iran a protezione di Assad e con Francia e Gran Bretagna al fianco degli Usa?
“Non credo che Stati Uniti e Russia arriveranno ad uno scontro frontale, come sempre avvenuto si faranno la guerra per interposta persona. Trump ha interesse ad avere buoni rapporti con Putin e una guerra non gli conviene. Il vero problema  in Medio Oriente è rappresentato da Israele che attacca e bombarda fuori da ogni regola. Sono certo che se scoppierà la terza guerra mondiale sarà soltanto per colpa degli israeliani. La vicenda di Gaza è terrificante. Sparano sulla popolazione e rifiutano le ispezioni internazionali”. Continua a leggere

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