Buon compleanno Presidente Putin
http://www.oltrelalinea.news/2018/10/07/auguri-al-leader-del-mondo-multipolare/
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Nella crisi in Libia, l’Italia ha un rivale, la Francia, e un alleato, gli Stati Uniti. Ma c’è un altro attore, fondamentale e fino ad ora in disparte, che può essere decisivo nella soluzione del conflitto: la Russia.
Un’altra base per il Mediterraneo
Nonostante l’attenzione del mondo sulle operazioni russe sia naturalmente concentrato sulla Siria, la Libia rappresenta un punto fondamentale nell’agenda mediterranea del Cremlino. Per Mosca, il Mediterraneo rappresenta il naturale sbocco verso l’Atlantico. Controllare o comunque garantire la presenza nel Mediterraneo si traduce quindi nella capacità di uscire dal guscio del Mar Nero e ottenere posizioni nel mare intermedio fra i porti russi e l’oceano.
Il Mediterraneo serve. E dunque serve la Libia, visto che il conflitto che sta sconvolgendo da anni il Paese nordafricano riguarda principalmente le coste, dove sono presenti porti, arsenali, possibili basi militari e, inevitabilmente, i terminali dei giacimenti di gas e petrolio.
Il sostegno ad Haftar Continua a leggere
di Alejandro Sanchez
Putin: E’ mio dovere attaccare il Nuovo Ordine Mondiale per aver fatto degradare i “valori della famiglia”.
La società sadica di de Sade e le basi del pensiero antinaturale-morale-etico-logico
Putin: Come capo di stato mio dovere mantenere i valori tradizionali e i valori della famiglia tradizionale.Questo perchè? Perchè i matrimoni dello stesso sesso non produrranno alcun bambino. Dio ha deciso e dobbiamo preoccuparci per il tasso di natalità nel nostro paese. Dobbiamo rafforzare le famiglie. Questo non significa che ci sia persecuzione contro alcuno”.
Putin ha dato un colpo fondamentale all’ideologia che sottintende al Nuovo ordine Mondiale rispetto ai valori familiari. Semplicemente questa non potrà essere migliore.
Questo vale tanto per Sigmund Freud, che per Wilhelm Reich, per Aleister Crowley, per Timothy Leary, per Betty Friedan, per Gloria Steinem, per Eve Ensler, per Rosa Luxemburg, per Andrea Bronfman e per altri teorici che vedevano i valori familiari come una minaccia per la civilizzazione. Da notare che la proposta di Putin si compone di due parti: 1) Nessuno ha diritto ad attaccare i valori della famiglia e 2) nessuno ha diritto a perseguitare le persone per causa del loro orientamento sessuale.
Questa in realtà è una concezione della vita ed è perfettamente congruente con la ragione pratica. Il fatto triste è che ci furono una pletora di teorici agli albori del secolo XX che odiavano la ragione pratica. Non volevano subordinare il loro desiderio o appetito all’ordine morale, per cui si crearono una serie di razionalizzazioni concrete per giustificare la loro condotta. Continua a leggere
Peccato che si tratti di Ortodossia ovvero della Chiesa scismatica ed eretica ortodossa. Però il significato politico dell’affermazione è importante perché Putin lega al cristianesimo la radice dell’identità russa. Lo facessero anche in Italia…ovviamente non coi conciliari…(n.d.r.)
Segnalazione di G.B.
Il presidente della Russia indica la «cristianizzazione» come matrice identitaria del Paese, della sua forza e del suo protagonismo storico. Critiche e allarmi dai circoli che in passato sostenevano con slancio le «battaglie culturali» per riaffermare le radici dell’Occidente
di Gianni Valente per La Stampa
Domenica scorsa, nelle chiese della Russia, dell’Ucraina e di altri Paesi un tempo compresi nell’impero russo, tanti cristiani hanno celebrato la festa per i 1130 anni dal battesimo del principe Vladimir il Grande nelle acque del fiume Dnepr, rinnovando anch’essi le proprie promesse battesimali. Anche il presidente russo Vladimir Putin ha approfittato dell’anniversario di quell’evento storico – celebrato come l’inizio della conversione al cristianesimo degli slavi orientali – per ripetere con forza che proprio l a “cristianizzazione” del Gran Principe dell’antica Rus’ di Kiev e dei suoi sudditi rappresenta anche l’atto fondativo della «statualità russa», e la radice perenne che nutre l’identità del popolo russo e la sua missione storica nel mondo.
Putin – che dell’antico monarca battezzato a Cherson nel 988 porta anche il nome – ha riaffermato il legame a suo giudizio viscerale tra cristianesimo e identità russa intervenendo alla cerimonia svoltasi domenica a Mosca, alla presenza del patriarca Kirill, presso il monumento dedicato al principe Vladimir. Il discorso presidenziale, calibrato in ogni parola, ha riproposto ai massimi livelli la «cristianizzazione» come matrice identitaria della Russia, della sua forza e del suo protagonismo storico. Continua a leggere
Il ministro per la Famiglia e le disabilità in un’intervista a La Verità si schiera anche contro l’utero in affitto. E dice di stimare Orbàn e Putin: «Alle europee un terremoto». La replica di de Magistris: «I bambini sono tutti uguali e con gli stessi diritti»
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https://www.corriere.it/politica/18_luglio_30/fontana-sui-figli-coppie-gay-applico-legge-donne-dico-non-abortite-74f7039c-93d0-11e8-827e-24bcbc32092b.shtml Continua a leggere
di Marcello Veneziani
Ma non vi vergognate di accusare il governo in carica e Salvini in particolare, di spartirsi le nomine come voi praticate da una vita? Non vi vergognate – voi sinistra, voi clero intellettuale di sinistra, voi giornali e tg di sinistra, voi navigati sindacalisti Rai e voi più ipocriti e paludati benpensanti di cripto-sinistra – di gridare allo scandalo e di indignarvi solo perché i grillini e i leghisti, in modo naive, ricalcano le vie della lottizzazione che voi praticate con professionismo servile da decenni? Anzi, al tempo di Renzi toccò perfino rimpiangere la spartizione di sempre, perché prese tutto lui, in Rai e non solo. Stavolta la pietra dello scandalo è stato Marcello Foa, venuto dal Giornale di Montanelli e poi rimasto nel Giornale di Feltri fino a quando si è trasferito nel Canton Ticino a insegnare scienza della comunicazione e a amministrare un gruppo editoriale ticinese. Mai fatto politica, nessuna macchia nella fedina penale e nella reputazione, nessun legame sospetto. Nulla di scandaloso. Ma per il valoroso Collettivo dell’Informazione italiana più Pd, a cominciare dalla Corazzata Repubblika, Foa dice di essere allievo di Montanelli (un millantatore, dunque), insegna manipolazione delle notizie cioè fake news e non scienza della comunicazione, è addirittura ospite di Russia Today e dunque è un prezzolato al servizio di Putin, ha persino ritwittato qualcosa di tale Francesca Totolo, “patriota finanziata da Casa Pound” (che notoriamente dispone di miliardi, altro che il povero Renzi col suo piccolo aereo di carta, a spese nostre, che costava qualche centinaio di milioni). Continua a leggere
di Israel Shamir
Fonte: Comedonchisciotte
Come un uragano arancione, il presidente Trump ha travolto il Vecchio Mondo. Le visite dei presidenti americani in Europa sono solitamente un’operazione cosmetica. Non stavolta. Dai tempi dell’invasione mongola, non molti visitatori provenienti dall’esterno hanno scosso l’Europa come ha fatto lui. Il presidente degli Stati Uniti si è finalmente liberato della gabbia costruita dai suoi avversari politici ed ha cominciato a dire cose che i suoi elettori volevano sentire.
Le sue audaci dichiarazioni sono state tuttavia rapidamente minate e rinnegate dai suoi ministri consiglieri, creando la sensazione che Trump parli solo per sé stesso. Anche lui, alla fine, ha ripudiato le sue stesse affermazioni, dicendo di esser stato frainteso.
Trump sembra sempre più il protagonista de “Il Principe e il Povero”, il povero ragazzo che per caso diventa re – e comincia a comportarsi in modo non regale, mostrando misericordia e prendendosi cura della gente. La sua stessa corte ignora i suoi comandi. Trump dice quel che la gente vuole sentire, ma la sua amministrazione si attiene alla propria linea.
Durante la prima parte del suo viaggio ha recitato la parte del ribelle, in un mondo di uomini deboli e donne formidabili. L’Occidente è infatti governato da potenti zie e sorelle maggiori. Zia Angela in Germania, Zia Teresa in Inghilterra, Zia Brigitte in Francia. Mancava solo Zia Hillary per completare il puzzle e stabilire il dominio completo sui nipoti soggiogati. Continua a leggere
del Prof. Paolo Becchi su Libero, 20/07/2018
L’immagine di Juncker, presidente della Commissione europea, visibilmente alterato e barcollante durante l’ultimo vertice Nato, rappresenta quello che attualmente è l’Europa meglio di qualsiasi altra cosa. L’asse franco-tedesco, di cui Juncker è l’espressione, è in coma, non etilico, ma comunque in coma.
Il gruppo dei paesi di Visegrad interagisce con gli Stati Uniti,e gli Stati Uniti hanno dichiarato apertamente sostegno alla Brexit, guerra alla Ue e appoggio a tutti quei Paesi come il nostro che con il nuovo governo hanno assunto un orientamento euroscettico. Diciamolo chiaramente: la politica di Trump non è per nulla «isolazionista», come sembrava dalla campagna elettorale. La politica estera americana è tornata completamente sotto il controllo dei neocon. Trump punta ora palesemente a disaggregare l’Europa, perché teme la crescita non solo economica ma anche politica della Germania. Forse non è un caso che Bannon in questi mesi sia così spesso in Italia, su «mandato esplorativo» di Trump o per proprio interesse, poco importa. Trump sta rivelando il vero volto della sua attuale amministrazione: a tutti gli effetti continua ad esercitare quel ruolo imperiale che gli Stati Uniti hanno avuto dal dopoguerra e che dopo la caduta del muro di Berlino, per alcuni anni, hanno esercitato da soli. Certo, ora c’è di nuovo la Russia di Putin, e anche la Cina, che si muovono sullo scacchiere internazionale, ma l’Europa?
Ecco, la strategia di Trump è evidente: puntare ad una disgregazione dell’Europa aiutando tutti quei movimenti populisti, sovranisti che stanno avendo successo in Europa. Qui si apre un grosso problema per l’Europa e per il nostro Paese in Europa. L’Italia si trova di fronte a due possibili strade: infliggere un duro colpo all’egemonia franco-tedesca oggi indebolita, sfruttando l’appoggio di Trump, ma correndo in questo caso il rischio di diventare la «testa di ponte atlantica» sul vecchio continente. Liberi dai vincoli europei, ma sudditi ancora una volta dell’Impero americano? Continua a leggere
Segnalazione Breitbart
by Pam Key
di Pepe Escobar
Fonte: controinformazione
Trump ha ragione – La NATO è obsoleta, e se l’Europa vuole combattere i nemici immaginari, dovrebbe pagarsi le spese a modo suo
Terrorizzati da Trump, gli eurocrati di Bruxelles in questi ultimi giorni hanno trasmesso i loro timori ad Asia Times circa la fine della NATO, la fine dell’Organizzazione mondiale del commercio, persino la fine dell’UE.
Il livello d’isteria è giunto al culmine. Dopo il vertice della NATO a Bruxelles, il declino definitivo dell’Occidente è stato dichiarato da un accordo fatto mentre il presidente Trump si preparava a incontrare il presidente Putin a Helsinki.
Era stato lo stesso Trump a decretare che voleva parlare con Putin a porte chiuse, faccia a faccia, senza aiutanti e, in teoria, spontaneamente, dopo che era stata annullata la riunione preparatoria tra il Segretario di Stato Mike Pompeo e il Ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov. Il summit si svolge nel palazzo presidenziale dei primi del XIX secolo a Helsinki, ex residenza degli imperatori russi.
Come preambolo per Helsinki, lo spettacolare blitzkrieg di Trump alla NATO è stata una rappresentazione scenica per i secoli; i vari “leader” assortiti a Bruxelles semplicemente non sapevano cosa li stava colpendo. Trump non si è nemmeno preoccupato di arrivare in tempo per le sessioni mattutine relative alla possibile adesione di Ucraina e Georgia. I diplomatici hanno confermato ad Asia Times che, dopo la pungente “tirata d’orecchi o altra” sgridata di Trump, all’Ucraina e alla Georgia è stato chiesto di lasciare la stanza perché ciò di cui sarebbe discusso era strettamente un problema interno alla NATO. Continua a leggere