Salvate il soldato Mohamed
Segnalazione del Centro Studi Federici
Segnalazione del Centro Studi Federici
Segnalazione Wall Street Italia
di Mariangela Tessa
I militari russi sostengono di aver trovato un laboratorio a Douma, in Siria, usato dai miliziani ribelli per fabbricare armi chimiche.
“Un laboratorio chimico e un deposito di sostanze chimiche sono stati trovati durante un’ispezione – spiega alla tv Rossiya-24 Alexander Rodionov, un portavoce delle truppe di Mosca -. Hanno trovato un contenitore di cloro simile a quello usato dai miliziani per mettere in scena il falso attacco chimico”.
Sale intanto la tensione tra Mosca e Parigi con la prima che si difende dalle accuse francesi in base alle quali la Russia avrebbe provato a bloccare l’accesso al sito del presunto attacco chimico in Siria.
A questo proposito il ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova ha invitato i Paesi occidentali a “smettere di manipolare l’opinione pubblica” sulla questione, sottolineando che “non è chiaro il motivo per cui il ministero degli esteri francese stia parlando in nome dell’Opac (Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche). Se gli ispettori hanno avuto problemi, facciano una dichiarazione su questo problema”, ha detto. Continua a leggere
ESCLUSIVA DE IL GIORNALE
(Hamoryah) È un fiume in piena. Sgorga dalle rovine, si fa largo tra le macerie, sprofonda nei crateri di missili e granate. Risale spingendo bimbi in lacrime, piegati sotto il peso di zaini stracolmi. Trascina vecchi smunti ed emaciati aggrappati alla vita e alle grucce. Sospinge donne incinte coperte di nero e fatica, ripiegate su pancioni ormai troppo pesanti. Rimorchia feriti e malati appoggiati su carriole mosse a braccia in questa gruviera di distruzione. È l’esodo. È la fuga. È la fine della loro guerra. Quanti saranno? Cinquemila? Ottomila? Quindicimila? Chi lo sa è bravo.
Il numero vero forse non lo scopriremo mai. Di certo sono tanti. Tantissimi. Arrivano tutti da Hamoryah, la cittadina della Ghouta orientale controllata dai militanti della cosiddetta Legione Rahman. A parole era uno dei gruppi ideologicamente meno estremisti all’interno di quell’oceano islamista e jihadista che da sei anni controllava le campagne, i villaggi e le fattorie di questo immenso sobborgo orientale di Damasco abitato da 400mila civili.
Ma quell’immagine di forza laica strutturata principalmente su base militare ha poco a che fare con la realtà. Nei fatti la Legione Rahman è da sempre uno stretto alleato di Tahrir al Sham, l’alleanza guidata da Jabhat Al Nusra che rappresenta la coalizione delle forze legate ad Al Qaida. E con Al Qaida ha collaborato e combattuto per mantenere il controllo di Hamoryah e dei villaggi circostanti. Continua a leggere