E' moro Uri Avnery, l'israelita ottimista che aveva giocato a scacchi con Arafat

di ROBERT FISK
www.independent.co.uk 
Mi è sembrato in qualche modo giusto che la prima notizia della dipartita di Uri Avnery mi sia arrivata da uno dei più convinti nemici di Israele, il leader dei Drusi libanesi Walid Jumblatt. Una leggenda che reca tristi nuove di un’altra leggenda, un socialista che si prepara a portare il lutto per un compagno socialista, che esprime le proprie condoglianze per il novantaquattrenne filosofo politico israeliano. Lo stesso filosofo che, un tempo, era stato uno scolaro ebreo tedesco, Helmut Ostermann, che si era rifiutato di fare a scuola il saluto nazista ad Hitler, ma che era diventato, secondo il messaggio che avevo ricevuto da Jumblatt, “una mente assolutamente indispensabile per la comprensione del fascismo, il più grande fattore di distruzione del 20° secolo.” Parole di Jumblatt. “Avnery,” aveva poi aggiunto [Jumblatt], “aveva anche capito il significato del Sionismo, un’altra ignobile teoria basata sull’apartheid, nient’altro che una derivazione del fascismo.”
Uri Avnery ha avuto un gravissimo infarto durante il fine settimana ed è morto lunedi mattina. Si considerava un Sionista, o almeno un credente in un’Israele di sinistra, coraggiosa ma umile “faro di luce fra le nazioni,” un tipo di nazione a cui, nei nostri cuori, piacerebbe credere. Era fra quegli Israeliani che noi, liberali dal cuore tenero, ci affrettavamo ad andare a trovare appena arrivavamo in Israele, perché dicevano quello che noi volevamo sentire. Continua a leggere

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Per quanto ancora continueremo a far finta che i Palestinesi non siano un popolo?

di Robert Fisk
Per quanto ancora continueremo a far finta che i Palestinesi non sono un popolo?
Fonte: Comedonchisciotte
Mostruoso. Spaventoso. Perverso. E’ strano come oggi, in Medio Oriente, manchino semplicemente la parole. Sessanta Palestinesi morti. In un giorno. Duemilaquattrocento feriti, più della metà da proiettili veri. In un giorno. Questi numeri sono un oltraggio, una fuga dalla moralità, un motivo di infamia per ogni esercito.
E noi dovremmo credere che l’esercito israeliano sia quello della “purezza delle armi”? E abbiamo un’altra domanda da fare. Se questa settimana ci sono 60 Palestinesi morti al giorno, che cosa succederà se la prossima settimana ce ne saranno 600? O 6.000 il mese prossimo? Le squallide giustificazioni di Israele (e la rozza risposta americana) sollevano esattamente questo interrogativo. Se adesso riusciamo ad accettare un massacro di questa magnitudine, quanto potrà reggere il nostro sistema immunitario nei giorni, nelle settimane e nei mesi a venire? Continua a leggere

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Non c'è stato alcun attacco chimico in Siria

di Robert Fisk
Non c'è stato alcun attacco chimico in Siria
Fonte: Megachip
Dal reportage del celebre e storico reporter di guerra Rober Fisk si evince che a Douma non c’è stato nessuno attacco con armi chimiche. Potrebbe essere contestata la versione di Fisk. Vero, ma dal momento che i governi di USA, Francia e Gran Bretagna hanno attaccato la Siria in quanto hanno ricevuto informazioni dai social network dell’uso di gas da parte dell’esercito siriano, perché non si dovrebbe credere ad un reporter di fama internazionale che da più di 40 anni realizza reportage dai campi di battaglia? L’articolo di Fisk acquisisce un’autorevolezza maggiore dal momento che non si può affatto definire un simpatizzante di Assad. Dall’articolo, qui in originale, emerge. Segue traduzione integrale. [L’AntiDiplomatico] Questa è la storia di una città chiamata Douma, un luogo devastato e puzzolente di blocchi di appartamenti distrutti – e di una clinica sotterranea le cui immagini di sofferenza hanno permesso a tre delle nazioni più potenti del mondo occidentale di bombardare la Siria la scorsa settimana. C’è anche un dottore amichevole in un cappotto verde che, quando lo rintraccio nella stessa clinica, mi dice allegramente che la ripresa del “a gas” che ha fatto orrore al mondo – nonostante tutti i dubbiosi – è perfettamente genuina. Continua a leggere

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L’ipocrisia delle armi chimiche

di Robert Fisk
L’ipocrisia delle armi chimiche
Fonte: Comedonchisciotte
L’ipocrisia di tutto ciò. Queste ignobili intenzioni. La noncuranza. Le vergognose bugie e scuse.
Non sto parlando del presidente USA dai tweet affrettati e impulsivi e dei suoi desideri di scappare dai raid della polizia sull’ufficio del suo avvocato -ovviamente c’è una connessione con la Russia.
E non sto parlando del suo ultimo scandalo. E’ possibile che in questo momento la vita con Melania non stia andando a gonfie vele. Meglio parlare di questo che sedersi con i generali e gli ex-generali e discutere seriamente di Russia e Siria.
Non sto parlando di Theresa May, che vuole evitare il discorso Brexit attraverso ogni tipo di distrazione possibile: gli attacchi di Salisbury, Douma -anche Trump. Quindi quando la povera signora pensava di aver ottenuto il consenso del Presidente USA, Trump ha telefonato a Macron. Cosa è tutta questa assurdità? Continua a leggere

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