Sui nemici della civiltà
di Maurizio Blondet
Fonte: Maurizio Blondet
Una coppia americana ha deciso di allevare l’essere che hanno generato (che hanno chiamato Zoomer) “senza genere”: «Sarà lei/lui a scegliere in quale sesso riconoscersi, una volta che sarà in grado di esprimersi». Ne ha parlato elogiativamente Il Sussidiario il 16 aprile, come i due si rivolgano a Zoomer con un pronome neutro. “I genitori di Zoomer non vogliono che cresca limitata/o da una cultura fatta di stereotipi di genere. Il “gender creative” è un metodo educativo per far sviluppare la creatività di Zoomer….”.
Ovviamente, non è che la creaturina sia di sesso incerto. E’ che sono i genitori, ferrei aderenti all’ultima ideologia di moda, a non aver “voluto rivelare se sono genitori di un maschio o di una femmina, preferendo «liberarsi dagli stereotipi». La giornalista nemmeno coglie il carattere ideologico, fanatico, del linguaggio dei genitori: «Ho deciso di non assegnare un sesso a Zoomer. Aspetterò che scelga da sola/o in quale dei due identificarsi”. Dunque “io ho deciso” per Zoomer, al suo posto. Non è assurdo? No, e nemmeno è più una notizia da rilevare con sorpresa, come fa Il Sussidiario. Ormai alla Università Statale di Milano si tengono “seminari a cadenza mensile sulla medicina e farmacologia di genere”, ossia sull’uso dei farmaci ormonali che sospendono la pubertà dell’adolescente, in modo che sia lui/lei a scegliere “libero da stereotipi”, più tardi. Continua a leggere